Ad ottobre la Siria veniva invasa da un esercito turco, Erdogan ricattava l’Unione Europea parlando di donne e uomini come se fossero merci e un ancora sconosciuto ministro dello sport faceva una delle sue prime dichiarazioni infuocate. Spadafora inviava così una lettera di protesta alla Uefa perché non si disputasse la finale di Champions ad Istanbul. Si sarebbe dovuta giocare oggi, 30 maggio 2020, ma evidentemente non è possibile. Forse però i desideri di Spadafora per una volta verranno esauditi. Infatti se la data è ancora incerta (pare non oltre il 29 agosto), pure la sede ora scricchiola.
Finale di Champions, verso un’altra sede
Sembra che i turchi non siano più disposti a ospitare l’ultimo atto di questa difficile stagione. Il motivo principale della decisione è l’assenza di pubblico. La mancanza del pagamento dei biglietti e di tutti gli introiti legati alla presenza di persone porterebbe molte meno entrate nelle casse dello stadio olimpico Atatürk. I soldi servono per l’ammodernamento dell’impianto che è stato teatro dell’incredibile finale tra Milan e Liverpool del 2005. La Turchia dunque vorrebbe tirarsi indietro per quest’anno e magari ripresentarsi nel 2024. Adesso la palla passa nel campo della Uefa che già ha qualche idea sul possibile sostituto. Basta fare una breve ricerca per controllare quali stati hanno gestito meglio l’emergenza e i cui campionati sono in procinto di o sono già ripartiti: Portogallo e Germania. Nell’Olympiastadion di Berlino l’Hertha ha da poco vinto un derby 4-0. Lo Stadio da Luz di Lisbona riaprirà il 4 giugno per Benfica-Tondela. Entrambi hanno ospitato una finale di Champions, nel 2014 il secondo e nel 2015 il primo. Risultato, due vittorie spagnole, Real Madrid e Barcellona.