Lo scorso week end si è disputata la quinta giornata della Premier League, con alcuni risultati decisamente importanti: dalla vittoria del Liverpool a Stamford Brigde contro un Chelsea apparso troppo in difficoltà (prodezza balistica il gol del momentaneo 0 a 2 di Henderson) alle quattro reti che hanno permesso a WBA, Arsenal e Crystal Palace di avere la meglio su West Ham United, Hull City e Stoke City, oltre alle nette vittorie casalinghe di Leicester City ed Everton, la grande sorpresa di questo inizio di campionato.
Fenomeno Manchester City
Dopo cinque turni però a Manchester si respirano arie diverse: lo United sembra essere iniziata una crisi che lo ha visto in una settimana perdere due partite (più una di Europa League) con la squadra di Mourinho che scivola al settimo posto, mentre dalle parti del City il sole splende come se fosse piena estate. E proprio la squadra di Guardiola è l’unica a punteggio pieno in campionato e guarda tutte dall’alto verso il basso: quindici punti, +2 dalla sorpresa Everton e tre punti di vantaggio sul trio Chelsea-Liverpool-Arsenal, per un totale di quindici reti realizzate e quattro subite. Se uniamo tutte le partite ufficiali disputate finora dagli Sky blues (cinque di campionato, due dei play off di Champions League ed il match dell’Etihad di mercoledì), le vittorie salgono a otto, con le reti che diventano venticinque, mentre quelle subite rimangono invariate. Un rullino di marcia che permette, giustamente, agli ex cugini “poveri” dei Red devils di compiere la prima mini-fuga stagionale.
E se i Mourinho boys hanno perso il derby di Manchester, a Rotterdam in Europa League a sabato a Watford, i “guardiolani” hanno vinto in campionato contro United e Bournemouth e fatto una goleada in casa contro il Borussia Mönchengladbach (4 a 0), iniziando a mettere pepe nel girone C dopo il 7 a 0 del Barcellona contro il Celtic.
Sugli scudi finora Sergio Agüero e Raheem Sterling, autori di tre reti ciascuno in campionato. Ma è tutta la squadra che sta girando a mille: dal giovane Iheanacho a de Bruyne, da Gundogan (in gol subito al debutto) a Clichy, da Fernandinho a Sagna a Nolito (con quest’ultimo scioccamente espulso a fine partita, ma finora autore di due reti in campionato). Insomma, Guardiola non ha perso il vizio che lo ha contraddistinto in carriera: vincere giocando in maniera devastante.
Anche contro il Bournemouth, i dettami del “filosofo” sono stati rispettati dal primo all’ultimo minuto: possesso palla, palla bassa, copertura degli spazi e alla prima occasione, come degli squali, avversario assalito e castigato. E mai nessun manager del Manchester City aveva vinto le prime otto partite ufficiali giocate in stagione.
La chiave in più dei citizens è colui che ha più talento e che sta giocando come se fosse radiocomandato: Kevin de Bruyne. Il numero 17 di Drongen, costato oltre 74 milioni di euro la scorsa stagione, è il fulcro del gioco di Guardiola: tira, segna, serve assist, mette i compagni nella comoda posizione di far andare in avanti la palla con la certezza che qualcosa sicuramente accadrà. Siamo alla quinta giornata e la stagione è appena all’inizio, ma una domanda è d’uopo: dove vuole arrivare questo de Bruyne? E visto che Guardiola ama giocatori con le sue caratteristiche, le chiavi del suo juego saranno nelle mani dell’ex Wolfsburg che, se non dovesse avere intoppi durante la stagioni, diventerà il vero top player della squadra.
Anche il tecnico di Santpedor ha i suoi meriti: arrivato a luglio, non ha impiegato molto a fare capire la sua “filosofia” ai suoi nuovi allievi. Si dirà che è facile far giocare bene giocatori forti…e invece no: il City lo scorso anno con Pellegrini giocava un altro tipo calcio, completamente diverso da quello di Guardiola ma, anche grazie al forte investimento chiesto al patron Mansur da parte del tecnico catalano, questo Manchester City si potrebbe candidare ad un treble che avrebbe dell’incredibile.
Ed il primato permette a Guardiola di poter sfottere l’odiato rivale, e “concittadino”, Mourinho sostenendo che finora in campionato la squadra che gli è parso più difficile da affrontare è stata proprio il Bournemouth, non considerando perciò lo United affrontato e sconfitto due sabati fa ad Old Trafford.
Ed i supporter di quella che, fino a sei anni fa, era la parte “povera” (calcistica) di Manchester stanno già sognando ad occhi aperti nel vedere per la prima volta (con buona pace di Mancini e dell'”ingegnere”) giocare a calcio come si deve.
Il City ora ha davanti le trasferte di Swansea e di Londra contro il Tottenham, due banchi di prova per dimostrare al campionato che la Premier non è già incanalata verso l’Etihad per la quinta volta nella sua storia, la terza volta nelle ultime sei stagioni.
Tutte le avversarie, stranamente, tiferanno per i “cigni” e per gli Spurs. Ne siamo convinti.