“Bakayoko, Bakayoko, lotta per la curva e per il Diavolo”. Chissà se entrando in campo Tiemoue ricorderà questo coro dedicatogli dai tifosi del Milan, letteralmente pazzi di lui per via della sua forza e dedizione in campo.
Chissà se penserà al suo esordio con i rossoneri proprio al San Paolo, due anni fa, facendo una brutta partita e attirando l’ira di Gattuso, allora tecnico rossonero, a fine gara. “Deve imparare a ricevere palla, si deve mettere in modo corretto a livello di postura. Non basta una settimana per togliere i difetti ai calciatori”.
Se invece farà quello che ha fatto vedere al Milan dopo quella partita, quello che gli riesce meglio. Giocare a calcio sfruttando la sua potenza fisica strabiliante e la sua velocità palla al piede che è la cosa che più ha colpito nella sua esperienza rossonera. Semplicemente inarrestabile per i suoi avversari quando, con il suo metro e novanta per 80 kg, parte in percussione.
Bakayoko domina lo spazio tra difesa e centrocampo sia quando può aggredire la ricezione spalle alla porta sia quando invece si ritrova a controllare l’avversario frontalmente.
Non a caso con Gattuso ha già giocato 4 partite nel centrocampo partenopeo dando qualità e quantità, percorrendo in 4 match disputati ben 2,6 km, oltre che liberando da compiti difensivi Fabián Ruiz e diventando già, dopo esserlo stato del Milan, il perno del centrocampo del Napoli.