Euro2016 ed il nodo attaccanti

Lorenzo Insigne

InsigneA due mesi e mezzo dall’inizio del Campionato europeo (calcio di inizio il 10 giugno alle ore 21 allo “Stade de France” con Francia-Romania), le Nazionali che parteciperanno alla kermesse continentale stanno affilando le armi ed i rispettivi commissari tecnici stanno iniziando a pensare ai papabili 23 da portare nel paese transalpino. Non a caso, tra giovedì scorso e martedì sera, tutte le ventiquattro selezioni saranno impegnate in una “doppietta” di amichevoli internazionali per capire, e valutare, la forma in vista di Francia 2016.

ATTACCANTI CERCASI

L’Italia, ovviamente, è coinvolta in queste partite: giovedì, Buffon e compagni hanno affrontato ad Udine, nella nuova “Dacia Arena”, i campioni d’Europa uscenti della Spagna. 1 a 1 il risultato finale, con una bella prestazione della nostra rappresentativa contro una Roja “aiutata” da una svista arbitrale: il gol dell’attaccante Aritz Aduriz (al ritorno in Nazionale dopo sei anni) era in fuorigioco e ha pareggiato il vantaggio azzurro di Lorenzo Insigne. E martedì gli Azzurri saranno di scena all'”Allianz Arena”, nella casa del Bayern Monaco, dove affronteranno i Campioni del Mondo uscenti della Germania. Una partita importante tra due Nazionali che hanno fatto (e sempre faranno) la storia di questo sport.

Antonio Conte prima della partita inaugurale dell’Italia in Francia (il 13 giugno alle ore 21 contro il Belrgio al “Parc Olympique lyonnais” di Décines-Charpieu) avrà ancora due amichevoli internazionali con due squadre che però vedranno l’Europeo da casa, Scozia (il 29 maggio a Malta) e Finlandia (6 giugno con sede ancora in fase di scelta). Dopo due impegni molto importanti, due test semplici ma che serviranno a Conte per capire lo stato dell’arte della sua squadra.

L’Italia è tornata in campo giovedì dopo oltre quattro mesi (17 novembre, contro la Romania) ed è parsa in palla contro un avversario (sulla carta) fuori portata (gli iberici sono terzi nel ranking Fifa, noi quattordicesimi) ed invece il risultato è stato bugiardo e ai punti avremmo meritato noi.

Desta già curiosità tra chi il Ct convocherà per l’Europeo, in particolar modo nel reparto “attaccanti”. Una volta (senza andare troppo indietro nel tempo) la lista dei bomber da convocare era molto lunga e ogni commissario tecnico aveva l’imbarazzo della scelta (basti vedere anche solo gli attaccanti convocati da Lippi per Germania 2006). Fino a pochi mesi fa c’era un serio problema attaccanti, visto che le coppie di strikers titolari di quasi tutte le squadre erano costituite da uno (se non due) attaccanti stranieri, con le briciole per quelli made in Italy.

Scorrendo la lista dei cannonieri di questa Serie A, bisogna scendere fino al sesto posto per vedere un italiano (sebbene sia oriundo), Eder, con dodici reti ed una posizione sotto Lorenzo Insigne e Massimo Maccarone, con undici marcature.

La partita di Udine ha però lasciato un telegramma semplice e conciso ad Antonio Conte: “Lorenzo Insigne titolare. Stop”.

L’attaccante napoletano, con la rete di giovedì, ha dato un segnale chiaro: in attacco, nel 3-4-3, il folletto di Sarri vuole una maglia da titolare.

Il classe 1991 a oggi ha segnato undici reti in campionato e ha servito dieci assist, il top di tutta la Serie A. E se Gonzalo Higuain ha segnato così tanto in campionato, lo deve in parte agli ultimi passaggi del suo compagno di squadra.

Sono anni che il numero 24 partenopeo va a nozze con il gol e sarebbe doveroso (se il suo cammino proseguirà di questo passo e non avrà intoppi) dargli una maglia da titolare.

E pensare che tra Insigne e Conte il rapporto sembrava compromesso: prima l’infortunio-non infortunio dello scorso ottobre e poi il problema della sua collocazione in campo. Da una parte, si diceva che Insigne tenesse più al Napoli che alla Nazionale e che la seconda fosse solo una scusa per non convocarlo. Ora tra i due non è scoppiato l’amore, ma Insigne è già proiettato in Francia e conta in una maglia da titolare che meriterebbe e che Conte gli potrebbe dare.

Conte non ha un compito facile (non è facile allenare una Nazionale in crisi di identità. Di ranking e che vuole risollevarsi), visto che si sfoglia la classifica marcatori della Serie A si leggono solo giocatori stranieri: Higuain, Dybala, Bacca, Icardi, Kalinic, Salah ed Ilicic. Unici italiani, come detto, i soli Eder, Insigne e Maccarone.

La Nazionale ha confermato la scarsa vena realizzativa (e di prestazioni) di Eder: da quando l’italo-brasiliano si è accasato all’Inter con il mercato invernale, non ha ancora segnato una rete. Sarà la nuova posizione in campo, saranno le pressioni, saranno vari fattori, fatto sta che il numero 23 interista, anche contro la Spagna, ha disputato una partita pessima e tutti i giornali lo hanno bocciato sonoramente. Urge un cambio di passo altrimenti per l’ex Cesena ci potrebbe essere…il divano di casa. E sarebbe un peccato per un attaccante che ha fatto vedere negli anni un miglioramento tecnico molto importante. Ma nel calcio esiste una regola scritta chiara: l’attaccante è tale se segna. Ed il cambio con Insigne al 51′ è stato devastante: dopo diciassette minuti l’Italia è passata in vantaggio proprio con il suo numero 11 su assist perfetto di Giaccherini.

E per quanto concerne gli altri attaccanti? Saranno cinque gli attaccanti che partiranno per Montpellier, sede del ritorno azzurro, e che lotteranno non solo per la maglia da titolare, ma che vogliono la convocazione.

Se Graziano Pellé è inscalfibile dal suo ruolo di prima punta, ora Conte deve lavorare sul terzo attaccante. Ed un candidato per quel ruolo è senza dubbio Simone Zaza, subentrato alla mezzora proprio all’attaccante del Southampton.

Il pupillo di Conte è parso in palla e ha, come si dice in gergo, morso l’erba. Zaza anche nella Juventus sta trovando spazio e lui contraccambia con buone prestazioni, tanto che molti tifosi juventini imputano a Max Allegri la colpa di non aver chiuso la partita di Champions League contro il Bayern in quanto ha lasciato in panchina il talento di Policoro. Quanto è strano il calcio: da giocatore non da Juve ad inizio stagione a talismano della stessa.

Dopo mesi di vacche magre, ora i bomber stanno venendo fuori alla distanza:Stephan El Shaarawy, Antonio Candreva, Stefano Okaka, Ciro Immobile, Fabio Quagliarella e l'”americano” Sebastian Giovinco.

Rigenerato dall’aria romana (e romanista), El Shaarawy da quando è approdato alla Roma ha dimenticato in quattro e quattr’otto le ultime due stagioni al Milan e le 24 presenze con il Monaco: otto partite, cinque reti ed un giocatore lontano parente di quello visto negli ultimi anni. Merito di Spalletti? Forse sì, ma in campo scendono i giocatori e quindi il merito è anche dell’attaccante savonese.

Candreva è il migliore di una Lazio che sta soffrendo incredibilmente: per il numero 87 laziale, sette reti in campionato (altre due in Europa League) e la consapevolezza di essere entrato nella fase top della sua carriera. Potrebbe essere utilizzato sia come attaccante esterno che come centrocampista avanzato. Quindi un jolly da tenere in considerazione.

Troppo sottovalutato invece è da sempre Stefano Okaka: la sua stagione con la maglia bianco-malva dell’Anderlecht lo sta mettendo al centro del progetto Conte e il giocatore sta facendo in modo di conquistarsi la convocazione per la Francia. Non sarà facile, anche perché in maglia azzurra il ragazzone di Castiglione del Lago ha giocato poco (tre partite finora), ma segnato un gol all’esordio contro l’Albania. Ma non conta, a volte, avere tante caps in carniere ma conta la fame ed il classe 1989 sembrerebbe avere…appetito di gol.

Immobile e Quagliarella stanno attraversando una stagione travagliata: il napoletano è tornato al Torino dopo un anno e mezzo in giro per l’Europa e ora con il suo vate Ventura sembra essere tornato determinante come un tempo. Il classe 1984 (anch’esso napoletano) non sta vivendo una stagione facile: prima la contestazione dei tifosi del Torino per le scuse al Napoli dopo una sua rete e ora la scarsa vena realizzativa nella Genova doriana (cinque reti nel Toro, tre nella Samp). I due attaccanti campani sono imprevedibili, sono sempre piaciuti a Conte, ma per loro la convocazione (vista anche le difficoltà delle loro squadre) è a rischio.

Spera in una convocazione il MVP della scorsa MLS, Sebastian Giovinco. Dato per giocatore finito, con i Toronto FC la “formica atomica” ha fatto vedere gol da cineteca e movimenti da campionatissimo. L’ex giocatore della Juventus non è una scoperta, ma si sa che il livello tecnico della massima serie americana non è come la nostra Serie A, ma in cuor suo il piccolo attaccante di Beinasco ci spera in una convocazione, anche last minute.

Cercano anche solo l’onore della convocazione (o al massimo della considerazione) due dei principali talenti nostrani, Federico Bernardeschi e Domenico Berardi.

Gli attaccanti di Fiorentina e Sassuolo sono entrambi del 1994 ed hanno tutto il tempo dalla loro: il numero 10 viola ha debuttato giovedì con la Nazionale maggiore e sicuramente non partirà per la Francia, ma sia con la Fiorentina, con l’Under 21 che nei pochi minuti di giovedì ha fatto capire che d’ora in avanti bisognerà anche fare i conti anche con lui. Pare destinato a rimanere in Under 21 invece l’attaccante calabrese. Il numero 10 sassolese ha sempre avuto poco spazio con i grandi mentre con la Under 19 e la Under 21 è stato sempre importante. Rispetto a Bernardeschi. Berardi ha molta più esperienza nonostante la “coetaneità”, ma, come per l’attaccante di Carrara, il suo momento arriverà tra qualche anno ed un posto nell’attacco azzurro per lui è già prenotato. Anche se dovrà migliorare dal punto di vista psicologico e caratteriale.

Non saliranno sull’aereo Manolo Gabbiadini e Giuseppe Rossi, mentre è uscito dal radar della Nazionale Mario Balotelli.

Vedere Gabbiadini in panchina è sempre un colpo al cuore: l’attaccante bergamasco non sta trovando per nulla spazio nel Napoli (solo due reti in diciassette partite, quasi tutte da subentrato) e ciò gli potrebbe compromettere il biglietto per la Francia. Fino ad un mese fa poteva contare sull’Europa League (quattro reti in sei partite per lui), ma l’eliminazione del Napoli ha tolto al “Gabbia” la possibilità di giocare da titolare nell'”Europa del giovedì”.

Giuseppe Rossi è tornato nella sua amata Spagna a cercare di salvare il Levante per poi accasarsi (così dicono i rumors di mercato) da luglio al Villarreal. Esperto di salvezze in sei mesi (vedere Parma girone di ritorno stagione 2006/2007), in Liga ha trovato spazio ma sicuramente Conte lo scarterà dalla lista dei 23. Peccato perché quattro reti e due assist in dieci partite sono, a oggi, un bel biglietto da visita per un giocatore che non ha mai mollato nonostante le tante avversità.

E Balotelli, che fine ha fatto? Da trascinatore dell’Italia in finale in Polonia-Ucraina quattro anni fa alla delusione di Brasile 2014 a questo pessimo ritorno al Milan: in quattordici partite di campionato “SuperMario” ha segnato la bellezza di…una sola rete. Può essere che il talento più forte del calcio italiano degli ultimi dieci anni sia già in fase decadente a soli 26 anni (da compiere)? Amaramente si. Non solo non è considerato da Conte, ma sembra un peso anche per Siniša Mihajlović che addirittura lo insulta in campo, per non parlare dei tifosi. Ma forse a Balotelli non interessa neanche essere convocato per questi Europei e cercherà un nuovo ingaggio in estate.

E se “strappasse” una convocazione il giocatore italiano più sorprendente, ma determinante, di tutta questa Serie A, ovvero Leonardo Pavoletti? L’attaccante livornese classe 1988, è arrivato al grande calcio un po’ troppo in là negli anni, ma la sua stagione in maglia genoana è molto positiva (18 presenze, dieci reti ed un assist) e tutti vorrebbero (soprattutto i tifosi del Grifone) che venisse convocato.

Il campionato sta entrando nel vivo: mancano otto giornate alla fine e niente è ancora deciso, sia in alto che in zona salvezza. Si spera che questa fase finale del torneo possa stabilire le gerarchie, ma anche stabilire chi salirà definitivamente sull’aereo per Montpellier.

C’è un movimento calcistico che vuole risalire la china e che spera di ripetere le gesta dei Prandelli boys di Euro2012. Il girone non è impossibile e si spera che il passaggio (almeno) agli ottavi possa esserci senza patemi d’animo. Magari grazie ad uno degli attaccanti appena citati.

ph: Rea/Komunicare