Euro2016, alla scoperta delle debuttanti

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Il prossimo 10 giugno inizierà il Campionato europeo di calcio France2016, giunto alla sua quindicesima edizione. La manifestazione, per importanza pari solo (ma forse di più) alla Copa America, si terrà per la terza volta in Francia dopo la prima assoluta del 1960 e quella del 1984, vinta proprio dai “galletti”:

Per la prima volta nella storia del trofeo saranno disputati gli ottavi di finali, in quanto le squadre partecipanti saranno ventiquattro, contro le sedici selezioni presenti dall’edizione inglese del 1996 fino a quella polacco-ucraina di quattro anni fa.

Il fatto di avere otto squadre in più, ha permesso ancora maggiore competizione nei nove gironi di qualificazione e, ça va sans dire, ci sono state delle novità tra le squadre qualificate. Se nella prima edizione vi parteciparono solo quattro squadre (tre qualificate ed una ospitante, la Francia), ora hanno giocato le qualificazioni ben 54 squadre per ventitre posti in palio.

Nessuna squadra ha mai preso parte a tutte le edizioni precedenti dell’Europeo, ma la Germania è da Belgio72 che partecipa consecutivamente alla fase finale dell’Europeo (dodici partecipazioni) ed è seguita da Russia e Spagna, con undici e dieci caps. La Mannschaft e la Roja, campione uscente, hanno vinto tre volte il Campionato.

A squadre veterane come Germania, Spagna, Italia ed Inghilterra, si sono aggiunte ben cinque squadre debuttati, proprio come ad Euro96: se Oltremanica debuttarono Repubblica ceca (che arrivò seconda fermata solo dalla Germania di Bierhoff), Bulgaria, Turchia, Svizzera e Croazia, Oltralpe parteciperanno per la prima volta squadre che sono sempre state ai margini dell’Impero (calcistico) mondiale e che grazie a CT risoluti e giocatori frutto di generazioni d’oro si sono qualificate all’Europeo, vale a dire l’Albania, il Galles, l’Irlanda del Nord, l’Islanda e la Slovacchia.

Vediamo nel dettaglio come queste Nazionali, in ordine alfabetico, si sono qualificate ad Euro16.

ALBANIA

Il miracolo albanese è nato tre anni fa, quando nel piccolo Paese adriatico è approdato un allenatore italiano in cerca di stimoli e pronto a rimettersi in gioco: Gianni de Biasi da Sarmede è il vero artefice dello storico traguardo del Paese dell’aquila bicipite. E dopo anni di vacche magrissime, finalmente l’Albania si è qualificata per la manifestazione europea più importante.

Inserita nel girone I, la squadra di de Biasi ha totalizzato 14 punti, classificandosi al secondo posto dietro la corazzata Portogallo (battuta però dalla Nazionale rossonera) staccata di sette punti: 4 vittorie, due pareggi e solo due sconfitte. Le altre squadre del girone erano Danimarca, Serbia ed Armenia.

I tre punti sono arrivati contro Portogallo, Serbia (seppur a tavolino dopo la faccenda del drone lanciato in campo dai serbi) ed Armenia (andata e ritorno); i pareggi sono stati entrambi con la Danimarca mentre le sconfitte sono arrivate contro Portogallo e Serbia al ritorno, in una Elbasan blindatissima. I gol fatto sono stati dieci (tre a tavolino) mentre cinque sono state le reti incassate.

“Capocannonieri” con una rete sono stati Bekim Balaj, Berat Djimsiti, Shkelzen Gashi, Ermin Lenjani, Mergim Mavraj e Armando Sadiku, mentre contro l’Armenia c’è stato l’unico autogol a favore.

De Biasi ha avuto tra le mani una generazione di veri talenti che hanno fatto un qualcosa di fantastico: grinta, velocità e piedi buoni, che nel calcio fanno sempre la differenze.

Dopo anni bui, il tecnico veneto ha trovato nella piccola Albania la scintilla che gli ha fatto dimenticare le amarezze e gli esoneri italiani.

Tutta Tirana è scesa in piazza per festeggiare per la prima volta nella sua storia un trionfo vero e proprio. Perché per il popolo albanese, dopo anni di sofferenze, il già solo partecipare sarà una vittoria. E si crede che la banda de Biasi in terra francese potrebbe creare qualche grattacapo alle sfidanti del girone.

La rosa a disposizione di de Biasi vede solo quattro giocatori a giocare nella massima serie albanese, mentre tutti gli altri giocano tra Italia, Gemania, Francia, Svizzera, Croazia, Azerbaijan, Grecia e Repubblica ceca.

In Italia giocano il portiere Etrit Berisha (Lazio), il difensore del Napoli Elseid Hysaj ed il centrocampista Ledian Memushaj del Pescara, da oltre tredici anni nel Belpaese.

Il giocatore più celebre è il capitano Lorik Cana del Nantes e per quattro anni ha militato nella Lazio, che aveva (ed ha ancora) l’albanese Igli Tare come direttore sportivo.

La Shqiponjat attualmente è la numero 32 del ranking Fifa.

GALLES

Il Galles, nonostante sia uno dei Paesi fondatori del football, ha preso parte ad un solo Mondiale, quello tenutosi in Svezia nel 1958. Da allora nothing at all fino a toccare il 117 posto nel ranking Fifa cinque anni fa. Ora i red dragons sono ottavi, mentre l’Italia è diciassettesima.

Si può parlare di miracolo Galles grazie a due persone in particolare, una in campo e l’altra in panchina, Gareth Bale e Christopher Coleman: l’esterno d’attacco nativo di Cardiff è attualmente il giocatore più pagato della storia del calcio (100 milioni di euro dal Tottenham al Real Madrid) e con sette reti è uno degli artefici della fantastica qualificazione in Francia; il tecnico di Swansea, dopo un po’ di “panche” tra Football League One (la nostra Lega Pro), Championship (la cadetteria inglese) e due parentesi con Real Sociedad e Larissa, da tre anni è l’head coach del Galles e ai suoi ragazzi ha portato determinazione, concretezza e buon giro di palla. E il risultato finale è ottimo: dopo 57 anni l’inno gallese, l’”Hen Wlad Fy Nhadau”, si sentirà al di fuori delle qualificazioni.

In quasi sessant’anni il Galles ha avuto fior fior di giocatori, ma solo Bale, Ramsey ed Allen hanno saputo fare meglio di gente come John Charles, John Toshak, Ian Rush, Neville Southall, Mark Hughes e Ryan Giggs. Non proprio gli ultimi arrivati nel panorama mondiale.

Il Galles era inserito nel girone B, un gruppo dove si giocava solo per il secondo posto visto che la favorita ha vinto il girone, diventando testa di serie in Francia ed è la Nazionale numero uno al Mondo, il Belgio.

I gallesi hanno ottenuto 21 punti, due punti dietro i Diavoli rossi, frutto di sei vittorie, tre pareggi ed una sola sconfitta: tre punti contro Andorra e Cipro (andata e ritorno), Israele e Belgio; pareggi contro il Belgio, Bosnia ed Israele e venendo sconfitta solo dalla Bosnia il 10 ottobre scorso. Con sette reti, al pari di Edin Dzeko, Bale ha vinto la classifica marcatori del girone.

A parte Bale che gioca nel Real Madrid, tutti i giocatori della rosa gallese militano in club inglesi, gallesi e scozzesi e nessuno ha mai militato nella nostra serie A. Alcuni giocano anche nella terza serie inglese.

Oltre al velocissimo Bale, i giocatori da tenere d’occhio sono i centrocampisti Joe Allen del Liverpool e Aaron Ramsey dell’Arsenal.

Una Selezione programmatrice, determinata, consapevole della sua forza e anche fortunata. E, seppur in quarta fascia, bisognerà fare i conti anche con i Coleman boys.

La Nazionale gallese è attualmente ottava nel ranking Fifa.

IRLANDA DEL NORD

Delle cinque debuttanti, l’Irlanda del Nord è quella con più esperienza internazionale avendo preso parte a tre Mondiali (1958, 1982,1986). In nessuno dei casi c’è stato lo zampino del calciatore nord-irlandese più famoso della storia, George Best, ma in Spagna ha avuto un proprio giocatore entrare nel Guinness dei Primati come il più giovane a disputare una partita di un Mondiale, l’allora sedicenne centrocampista del Manchester United Norman Whiteside.

L’Irlanda del Nord è allenata da Michael O’Neill, dal 2012 alla guida del “esercito bianco-verde”, con un passato in squadre medio-basse e con poca esperienza in panchina.

Lafferty e soci sono stati inseriti in uno dei gruppi più abbordabili dei nove, l’F, con Romania, Ungheria, Grecia, Finlandia e Fær Øer.

I ragazzi di O’Neill hanno vinto il girone con 21 punti, uno in più della Romania, con sei vittorie (Ungheria, Finlandia e due volte contro Fær Øer e Grecia), tre pareggi (Romania, Ungheria, Finlandia) ed una sconfitta contro la Romania quasi un anno fa (era il 14 novembre).

Il capocannoniere della selezione nord-irlandense, con sette reti, è Kyle Lafferty. L’attuale attaccante del Çaykur Rizespor è stato uno dei traini del Palermo verso la promozione in serie A nella stagione 2013/2014 ma, scaricato dal club siciliano, è andato a cercare fortuna in Turchia.

I giocatori a disposizione di O’Neill militano in Inghilterra ed in Scozia ed in club di non primissimo ordine.

Il Green&white army sebbene molto determinato e stato senza dubbio fortunato ad aver incontrato selezioni non trascindentali. La fortuna durerà anche in Francia?

La Norn Iron occupa il posto numero 35 nel ranking Fifa.

ISLANDA

L’Islanda era dal 6 settembre scorso qualificata all’Europeo, ancora prima della Germania campione del Mondo uscente e della Spagna campione europea.

La Nazionale islandese è forse la sorpresa delle sorprese per molte ragioni: è il Paese più piccolo a prendere parte all’Europeo della storia; è arrivata seconda in un girone importante (Paesi Bassi, Turchia e Repubblica ceca); ha fatto sei-punti-sei contro la selezione oranje.

Si parla di “miracolo islandese”, “squadra simpatia” e molti altri aggettivi si stanno sprecando per la new entry nell’elite calcistica continentale. Molti non sanno però che la selezione scandinava il 15 ed 19 novembre 2013 ebbe la possibilità di disputare, per la prima volta, i play off di qualificazione ai Mondiali brasiliani dell’anno successivo. L’avversario fu la Croazia, che batté con fatica la selezione guidata da Lars Laberback: quella fu l’”avvisaglia” dell’ascesa del movimento calcistico islandese. Da Nazionale materasso con cui fare “sei-punti-sei “nelle qualificazioni, la selezione calcistica islandese si era trasformata in una squadra ostica, preparata, giovane e che gioca con il coltello tra i denti.

Pochissimi elementi della rosa rossoblu’ crociata militano nella Úrvalsdeild (la massima serie islandese), mentre molti giocano “nel continente”: da Emil Hallfreðsson, 31enne centrocampista che indossa la maglia numero 10 dell’Hellas Verona dove milita da sei stagioni, a Gylfi Sigurðsson, il giocatore islandese più forte dei questi anni Duemila e che milita in Premier League nello Swansea City, da Birkir Bjarnason, acquisto estivo del Basilea, al miglior marcatore attualmente in maglia rossoblù, Kolbeinn Sigþórsson, che difende i colori del Nantes, Ligue 1 francese.

Chi lo avrebbe detto al momento dei sorteggi che l’Olanda avrebbe visto l’Europeo  in televisione mentre gli scandinavi calcheranno l’erba francese? E’ il gioco del calcio, bellezza.

Dove nasce la forza di questa Islanda? Innanzitutto il merito va al governo nazionale ed al tecnico svedese Lars Lagerback: le istituzioni islandesi sono da almeno tredici anni all’avanguardia nel cercare di togliere i giovani bere alcol e fumare, piaghe che prendevano sempre più piede tra i giovani. Tutto questo unito anche alla costruzione di nuovi impianti calcistici: allora ce n’era uno solo ora ben undici, tanti altri in erba sintetica e campi di calcetto a profusione. Con un occhio di riguardo ai formatori e agli allenatori che devono essere tutti in possesso di tesserini di alto livello.

L’Islanda ha ottenuto 20 punti, è arrivata seconda a due punti dalla Repubblica ceca: 6 vittorie (Turchia, Lettonia, Kazakistan, Repubblica ceca e l’en plein con i Paesi Bassi), due pareggi (Lettonia e Kazakistan), due sconfitte (Repubblica ceca e Turchia).

E’ islandese il capocannoniere del girone, il già citato lattaccante dello Swansea City, Gylfi Sigurðsson, il più forte giocatore della Selezione dei geyser.

La Strákarnir okkar è numero 23 al Mondo.

SLOVACCHIA

Ai tifosi della Nazionale italiano il nome “Slovacchia” vengono in mente due cose, vale a dire il 3 a 2 in Sudafrica e Marek Hamsik: al debutto al Mondiale, i ragazzi allora allenati da Vladimír Weiss sono stati inseriti con Paraguay, Nuova Zelanda ed, appunto, l’Italia campione del Mondo uscente ed arrivarono agli ottavi grazie alla vittoria sugli azzurri con la doppietta di Róbert Vittek e la rete di Kamil Kopúnek; il centrocampista del Napoli è il vicecapitano ed è il leader indiscusso della Selezione ora allenata da Ján Kozák (in carriera per lui solo panchine di club slovacchi) tanto da segnare ben cinque reti. E pensare che con Benitez era in crisi e si ventilava un suo addio dal club partenopeo.

La nazionale biancorossoblu’ era inserita nel girone C che, come nel caso del B (quello del Galles), lasciava da giocare solo il secondo posto, essendo stato vinto dalla Spagna campione d’Europa uscente.

La Slovacchia ha totalizzato 22 punti, staccata di cinque punti dalla Roja: sette vittorie, un pareggio e due sconfitte. Hamsik e compagni hanno sconfitto Ucraina, Spagna, Bielorussia e due volte Macedonia e Lussemburgo; un punto lo hanno conquistato contro l’Ucraina mentre hanno racimolato zero punti contro Spagna e Bielorussia.

Oltre al centrocampista del Napoli, i giocatori più interessanti sono il capitano e bandiera del Liverpool Martin Škrtel, i centrocampisti  Juraj Kucka (Milan) e Wladimir Weiss e l’attaccante Adam Nemec

Delle cinque esordienti, la Slovacchia è la Nazione più giovane, essendo nata il 1° gennaio 1993. E per la prima volta le eredi della Cecoslovacchia (otto partecipazioni al Mondiale fino al 1990 con due secondi posti; tre Europei di cui uno vinto nel 1976) partecipano contemporaneamente alla fase finale del Campionato europeo, ma non saranno nello stesso girone essendo entrambe in terza fascia.

Squadra molto esperta, riuscirà ad arrivare agli ottavi? Ai Mondiali, da debuttanti, ce l’ha fatta. Tentar non nuoce.

La Repre è numero 18 nella classifica per nazioni della Fifa.

A completare l’elenco delle ventiquattro squadre partecipanti mancano ancora quattro squadre, ovvero quelle che vinceranno ai play off che si disputeranno a metà novembre.

Le teste di serie saranno Bosnia Erzegovina, Ucraina, Svezia ed Ungheria e pescheranno una tra Danimarca, Irlanda, Norvegia e Slovenia. Se la Bosnia Erzegovina dovesse qualificarsi sarebbe la sesta esordiente alla fase finale di un Campionato europeo di calcio, rendendo quindi l’edizione di Euro16 quella con più debuttanti.