Etica allo sbando nel calcio

L’EPILOGO DELLA VICENDA DONNARUMMA DEVE FAR RIFLETTERE, SOPRATTUTTO I POTENTATI DEL CALCIO

E così Gigio Donnarumma, etichettato – a ragione, a torto? vedremo – come l’erede designato di Gigi Buffon, parte per Ibiza. Contratto da 6 milioni l’anno, pensione assicurata al fratello e un grosso ciaone ai suoi doveri da adolescente, leggasi esame di maturità.

D’altronde, con un aumento di stipendio così cospicuo, a che serve farsi una cultura, quando l’unico bagaglio necessario è quello del saper fare di conto?

Raiola, gran volpone, ha saputo lavorare bene ai fianchi, come il più astuto dei fighter, ed è riuscito nel suo intento. Perchè il suo assistito, che di qualità ne ha, una volta smaltiti dopo i caldi estivi gli strascichi della vicenda, ritornerà a far breccia nei cuori dei tifosi rossoneri. Perchè il tifoso è volubile e tutt’altro che avaro nel mostrare i suoi sentimenti, buoni o cattivi che siano.

Quello che deve far riflettere però è l’intero quadro della vicenda, un quadro a tinte fosche e decisamente kitsch. Occorre un deciso cambio di direzione, e al diavolo la Sentenza-Bosman e tutti i suoi cavilli!!!

Il calcio, come del resto lo sport, devono mantenere una loro specificità. Gli atleti, ben pagati o meno, regalano una merce sempre più rara, magari irrazionale ma comunque riempitiva nell’arco di un’esistenza, ovvero l’emozione. E tutto ciò alla pari di qualunque artista.

Gli atleti vengano trattati come tali, e quindi che abbiano la possibilità di crescere con calma, senza l’assillo e le avances di procuratori senza scrupoli, abili nel blandirli per poi trattarli come burattini. La sostanza della vicenda che ha visto protagonisti Donnarumma e Raiola è tutta qua.

I colletti bianchi del football prendano provvedimenti! I club, i cui settori giovanili meritano di essere protetti, riacquistino il potere perduto, ritornino a essere delle vere e proprie “seconde mamme” per i giovani calciatori. Lo stesso Milan, in passato, ha saputo allattare e coltivare il talento di chi ne ha riscritto la storia – Baresi, Maldini, Albertini, Costacurta, Evani… – e quindi avrebbe meritato ben altro tipo di trattamento dal suo ultimo talento fuoriuscito dalla cantera di Milanello.

Fino ai 23 anni sarebbe una gran cosa se i club mantenessero un esclusivo potere decisionale, perchè affidarsi a un procuratore in tenera età potrebbe risultare deleterio, soprattutto per i ragazzi in questione. Ricchi ma senz’anima, con una visione distorta della realtà, dove il senso comune va in malora.

Imparino le nuove leve a conoscere la filosofia che regna all’interno delle società che li stanno crescendo e traghettando verso i grandi lidi del Gioco. Un club come il Milan avrebbe dovuto godere di maggior rispetto, in nome di ciò che ha rappresentato in oltre un secolo di attività. I colori, la passione, il prestigio e anche la sua tifoseria – quella sana s’intende – non dovevano assistere a questo continuo susseguirsi di bluff e ricatti.

Che il calcio, e tutto lo sport, ritrovino la loro natura educativa, quantomeno alla base! Perchè se è vero che i giovani d’oggi i modelli educativi li devono trovare in primis in una figura genitoriale forte, è altrettanto vero che il comportamento di Donnarumma non può che rappresentare un precedente pericoloso.