Il Milan non è solo un nome o una squadra, ma è una questione di cuore e una seconda pelle. Tutto questo lo sa molto bene Tiziano Crudeli, noto giornalista e opinionista della trasmissione Diretta Stadio sull’emittente 7 Gold, che intervenuto ai microfoni di SportPaper.it ha voluto ricordare quanto sia delicato questo periodo per un tifoso rossonero e quanto è grande il desiderio di veder tornare ai vertici questa gloriosa squadra.
FACE TO FACE CON TIZIANO CRUDELI
Perché Paolo Maldini ha rilasciato quelle dichiarazioni su Rangnick?
Se Maldini ha reagito in quel modo è perché probabilmente si è reso conto che i “si dice” si sono tradotti in realtà. L’accordo di massima con Ralf Rangnick è stato trovato: il tedesco arriverà al Milan.
Cambierà qualcosa con Rangnick in panchina?
Il suo arrivo bisogna guardarlo in ottica diversa. Il fondo Elliott ha deciso di investire sul Milan e la prima mossa è stata ingaggiare 7 dirigenti stranieri fra cui Geoffrey Monacada e Hendrik Alstadt. Quest’ultimo è stato direttore sportivo dell’Arsenal e quindi manager a tutto tondo. Moncada, invece, nonostante sia molto giovane è capo talent scout ed ha trascorso sei anni al Monaco; nell’esperienza francese ha scoperto vari talenti come Mbappé e Tielemans. Tutto questo lascia intendere che la società vuole impostare le cose in maniera differente da quella a cui eravamo abituati noi tifosi rossoneri. La linea è tracciata e il Milan che verrà sarà molto simile all’Arsenal di Ivan Gazidis; aldilà delle tradizioni calcistiche i Gunners non hanno vinto granché, ma il lavoro fatto dal dirigente sudafricano resta lo stesso straordinario: nell’arco di 4-5 anni è riuscito a raddoppiare il fatturato. Noi tifosi dobbiamo renderci conto che andremo incontro a un’inversione di tendenza nella gestione a cui siamo sempre stati abituati a vedere qui in Italia. Se tutto ciò porterà ad ottenere dei risultati ne sarò felice; me lo auguro di tutto cuore.
Cosa pensa della gestione Pioli?
Pioli secondo me è un buon allenatore, al Milan ha fatto anche benino, ma i risultati che ha ottenuto mi hanno lasciato molto amareggiato. Il 5-0 contro l’Atalanta e il 4-2 nel derby contro l’Inter quando eravamo in vantaggio per 2-0… insomma, tenendo conto le 6 sconfitte, i 7 pareggi e le 9 vittorie direi che ha fatto benino. Aldilà dell’allenatore, però, credo che la rosa del Milan vada rimodellata; con questi giocatori è difficile tornare in alto.
Che tipo di giocatori vorrebbe vedere al Milan?
Difficile dare una risposta. Posso dire che Elliott è una società solida – ha un fatturato di 40 miliardi di euro netti all’anno – però non ha intenzione di investire tanto perché c’è di mezzo il Fair Play Finanziario. Bisognerà, quindi, fare operazioni oculate puntando tutto sui giovani. Tornando su allenatore e dirigenti, il Milan del futuro punterà tutto su ragazzi di 18-20 anni che possano fruttare una plusvalenza per le casse rossonere. Noi tifosi eravamo abituati a tutt’altro e quindi viviamo di ricordi. Non sono pessimista però al momento non ho certezze, ma solo speranze: mi auguro che il Milan possa risorgere.
Il duo Boban-Maldini ha fallito secondo lei?
Leonardo, Boban e Maldini sono stati dei grandi giocatori ma nel momento in cui gli sono state date delle responsabilità manageriali e tecniche hanno ampiamente deluso le aspettative. Anche se come giocatori li ho amati e continuo ad amarli tuttora, a malincuore devo affermare che come dirigenti hanno deluso.
Giusto provare a far restare al Milan Ibrahimovic?
Una volta noi eravamo abituati a dire che un giocatore a 30-32 anni era già su una parabola discendente, mentre oggi il Milan punta tutto su Ibrahimovic che, ahimè, va per i 39 anni. Questo la dice lunga su come siamo ridotti noi rossoneri.
Le manca qualcosa della vecchia società?
Mi manca qualcosa sicuramente. Ho la sensazione che non ci sia più quel feeling che ci univa anche alla dirigenza perché la dirigenza rossonera di qualche tempo fa era innanzitutto molto legata al Milan come tifo. La proprietà di oggi invece pensa solo a potenziare il Milan con l’intenzione di cedere la società nell’arco di 2 anni per trarne profitti.
Che ricordo ha di Maldini giocatore?
Maldini? Ho scritto un libro per Mondadori su di lui, ma a lui non piacque. Quando venne pubblicato il mio libro, Paolo uscì dallo spogliatoio e mi aggredì dicendo ‘ma che ca… hai scritto su quel libro? Hai scritto che io e Carbone andavamo in discoteca ed eravamo pieni di donne. Se ti prende mia moglie ti fa un cu.. così’. Io gli risposi che sul libro avevo semplicemente scritto ciò che mi aveva detto Carbone, ossia, che quando le rispettive compagne non c’erano loro due andavano a ballare e, dato che erano due bellissimi ragazzi, c’erano molte donne che li facevano il filo. Lui comunque concluse dicendo ‘Non mi interessa, se ti prende mia moglie ti fa lo stesso un cu.. così’. Alla fine gli dissi ‘Grazie e scusami se ho scritto un libro su di te’. Ho amato tanto il Milan e i suoi giocatori, ma non ho ricevuto sempre complimenti da loro.