Esclusiva – Tagliente: “Terrorismo? In Italia massime misure di vigilanza”

319

Un doppio attentato terroristico ha scosso in serata Istanbul provocando almeno 29 morti e 166 feriti.

Prima un’autobomba è stata lanciata contro un bus di poliziotti anti-sommossa, vicino allo stadio della squadra di calcio del Besiktas. Poco dopo una seconda esplosione è stata provocata da un attacco suicida in un vicino parco. Secondo il ministro dell’Interno sarebbero almeno 29 le vittime, quasi tutti agenti.

Dopo questo barbaro, terribile nuovo attentato terroristico, cresce la preoccupazione per nuovi attentati terroristici. Sul punto abbiamo voluto sentire il parere del Prefetto Francesco Tagliente, che in materia di sicurezza ha sempre dimostrato di essere all’avanguardia.

Prefetto Francesco Tagliente c’è da preoccuparsi per la sicurezza dei nostri impianti sportivi?
“Dalle prime informazioni sembra che i terroristi abbiano atteso il deflusso dei tifosi per colpire, evitando così deliberatamente di coinvolgere i civili. L’autobomba sarebbe esplosa circa due ore dopo la fine di una partita e l’uscita dei tifosi dall’impianto. Il club del Bursaspor ha reso noto che nessuno dei suoi supporter è rimasto coinvolto. L’obiettivo sarebbe stato un autobus pieno di agenti che fino a quel momento avevano garantito la sicurezza nello stadio. E’ evidente che nessun paese è al riparo dalla piaga dell’estremismo violento.  Io ritengo che per battere il terrorismo è fondamentale anche non cambiare abitudini. Gli attentati non devono indurci a mutare i nostri programmi.  In moltissimi Paesi, soprattutto europei, Italia compresa, sono state disposte le massime misure di vigilanza su tutti quegli eventi considerati di particolare importanza, dove è previsto un significativo afflusso di persone come stadi e luoghi dove si organizzano eventi sportivi culturali e religiosi. Tutte le occasioni che richiamano un considerevole numero di persone, ora sono considerati obiettivi esposti a rischio. Il terrorismo si alimenta con la paura. L’obiettivo dei terroristi è anche quello di indurre la nostra società a chiudersi, a ripiegare su sé stessa, a rinunciare alla propria identità. La lotta al terrorismo la possono fare anche i comuni cittadini continuando a vivere come prima. E’ difficile ma dobbiamo provare a non avere paura.
Peraltro l’Italia, dispone di servizi di intelligence e strutture investigative con una grande storia alle spalle, abbiamo già affrontato molte emergenze e maturato una grande esperienza nella lotta al terrorismo sin dagli anni della strategia della tensione e durante i cosiddetti anni di piombo; le nostre istituzioni ora hanno una grande capacità di monitoraggio e questa capacità può rassicurare gli italiani. Parlo del Comitato di Analisi strategica antiterrorismo, dell’Aisi e dell’Aise. Parlo della direzione centrale della Polizia di Prevenzione (l’Ufficio Antiterrorismo) e del ROS dei carabinieri. Ma parlo anche delle strutture investigative territoriali come le DIGOS e gli omologhi Uffici investigativi dei Carabinieri”.