Esclusiva – Tagliente: “Il pericolo attentati c’è. Necessarie misure preventive forti”

TaglienteBruxelles ha sconvolto nuovamente il mondo, quel terrorismo così difficile da sconfiggere che fa tremare di nuovo. Il mondo dello sport e non solo teme nuovi attentati, la paura è tanta. Del tema terrorismo e sicurezza abbiamo parlato con Francesco Tagliente, ex Presidente dell’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive, nonché responsabile della Sicurezza della Nazionale di calcio dal 2002 al 2006, l’ex Questore di Roma e Firenze ha fatto parte, tra l’altro, della Commissione Sicurezza dell’Uefa. Con lui abbiamo analizzato quanto purtroppo accaduto in Belgio, con lo sguardo rivolto ai prossimi eventi sportivi.

Di seguito l’intervista completa:

Bruxelles, torna l’incubo attentati. C’è rischio anche in Italia?
Dopo i terribili attentati di Bruxelles e Parigi nessun Paese e nessun luogo possono ritenersi completamente al riparo dagli attentati. Gli attentatori, in Belgio e in Francia hanno attaccato luoghi affollati, mettendo nel mirino l’uomo qualunque. Questa è la conferma che nessun luogo e nessun individuo possono ritenersi immuni e dunque non è possibile escludere che anche l’Italia sia un bersaglio. Dobbiamo tuttavia mantenere la calma e a non drammatizzare. Gli ultimi attentati non devono farci cambiare i programmi. Per vincere la lotta al terrorismo è fondamentale mantenere le nostre abitudini. Non bisogna alimentare la paura. Le istituzioni italiane stanno lavorando affinché quanto avvenuto a Bruxelles e a Parigi non si ripeta nel nostro Paese“.

In arrivo eventi sportivi importanti, Finale Champions e Europei di calcio su tutti. C’è da temere nuovi attentati?
Lo sforzo di prevenzione può ridurre il rischio di attentati, ma non eliminarlo con certezza“.

Oggi si è parlato addirittura della possibilità di annullare i prossimi europei di calcio, cosa c’è di vero?
La UEFA ha deciso questa mattina che le partite di Euro 2016 non saranno giocate a porte chiuse, in nessun caso. Condivido in pieno la decisione della UEFA. Questi ultimi attacchi ci confermano che nessun luogo può ritenersi immune dal terrorismo. Gli eventi sportivi, come tutti gli altri eventi che richiamano un considerevole numero di persone sono da considerare obiettivi esposti a rischio. Dobbiamo tuttavia fare molta attenzione a non alimentare la paura. E’ necessario mettere in sicurezza le partite più che non giocare o farle disputare a porte chiuse“.

Impianti sportivi sicuri?
La dimensione organizzativa del terrorismo internazionale ha dimostrato di essere in grado di colpire con attentati sanguinari plurimi ogni singolo paese e l’Europa intera. Questi scenari, che mettono seriamente in discussione le nostre liberta, le nostre vite e il futuro della nostra convivenza umana, impongono una rivisitazione delle strategie per la sicurezza dei degli impianti. Serve una rimodulazione dei dispositivi di controllo accesso per adeguarlo alle nuove esigenze di sicurezza e risorse tecnologiche.

Con queste condizioni ambientali serve una maggiore attenzione anche con interventi sulle strutture dell’impianto. Per bilanciare l’esigenza di far disputare le partite con il pubblico con quella di garantire la sicurezza degli spettatori sono necessari interventi soprattutto esterni.
Penso al prefiltraggio a distanza che potrebbe essere ripetuto prima del filtraggio vero e proprio, penso all’impiego di metal detector e penso a sistemi di video sorveglianza su ciascuno dei varchi di accesso.

Sono necessarie misure preventive forti. Penso a investimenti sulla sicurezza con i sistemi di videosorveglianza che possano consentire di individuare gli estremisti sotto osservazione per bloccarli e neutralizzarli in tempo lontano dall’impianto. Penso a sistemi di videosorveglianza intelligente: telecamere ad alta risoluzione combinate con l’utilizzo di un server e un software di video-analisi, possono consentire l’immediata identificazione per via telematica di tutti i volti dei potenziali terroristi, che appaiono appunto in una telecamera, se preventivamente caricati in una banca dati“.

Un suo pensiero su ciò che sta accadendo in Europa e nel Mondo?
Vedo tensioni internazionali, conflitti, attentati sanguinari di matrice jihadista e la presenza ovunque di convertiti all’Islam. Avverto la necessità di misure preventive forti. La sola militarizzazione dei territori non basta. E’ importante rafforzare la collaborazione tra gli stati, tentare una soluzione diplomatica al conflitto siriano, accrescere il monitoraggio della propaganda jihadista, la lotta ai finanziamenti occulti e il ruolo delle organizzazioni internazionali di sicurezza.

Avverto l’esigenza di una maggiore collaborazione e condivisione delle informazioni tra servizi di intelligence dei vari Paesi e una maggiore cooperazione operativa tra tutte le potenze mondiali. Gli stati devono sentirsi uniti come è stato per l’Italia negli anni di piombo.
I Paesi e rischio attentati e comunque i Ventotto paesi dell’Unione Europea devono investire su sistemi di videosorveglianza, webcam intelligenti e software di video analisi, per consentire alle forze dell’ordine di individuare gli estremisti sotto osservazione e di seguirne ogni movimento.

Oggi tutte le metropolitane, le stazioni ferroviarie, gli aeroporti, le banche, gli stadi, i supermercati e le gioiellerie dispongono di sistemi di videosorveglianza. Sarebbe fondamentale censire e mettere in rete tutte queste telecamere, perché avremmo la possibilità di sapere in tempo reale ciò che hanno ripreso. Un’anagrafe delle telecamere ci metterebbe in condizione di sapere a tavolino, anche nelle ore notturne di un giorno festivo, quando è tutto buio, cosa accade o è accaduto in una determinata strada e combinando un tale strumento con un sistema di videosorveglianza intelligente, con telecamere ad alta risoluzione adatte all’utilizzo di software di video-analisi, otterremmo l’immediata identificazione per via telematica di tutti i volti dei potenziali terroristi“.