ESCLUSIVA – Stringara: “Inter-Juve senza una favorita. I bianconeri avrebbero dovuto tenere Kean. Il Bologna non avrà un’annata facile”

Le parole dell'allenatore ed ex calciatore toscano a SportPaper.it.

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Paolo Stringara, ex calciatore di Inter e Bologna, collaboratore di Jürgen Klinsmann nelle esperienze sulla panchina di Stati Uniti e Corea del Sud, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di sportpaper.it.

Stringara: “Vlahovic tra i migliori al mondo. Italiano va fatto lavorare. Il Napoli ha l’obbligo di lottare per vincere”

Inter-Juventus, morali diversi, dovuti anche ai rispettivi risultati del turno europeo, chi vede come favorito per la sfida di domenica? Pensa che la questione infortuni che ha colpito i bianconeri possa essere un tratto caratterizzante della gara?

“Non penso ci sia una squadra favorita, sono partite aperte a tutti i risultati. Chiaro che l’Inter è un attimino più quadrata rispetto ad una Juventus che sta lavorando per trovare una propria identità, diversa da quella dello scorso anno. Non è semplice, ma questo è l’intento di Thiago Motta e soci. Poi, sulla questione infortuni, un allenatore preferisce sempre avere tutti a disposizione e le assenze contano. Poi il calcio ci smentisce sempre. Ripeto, partita aperta”.

Come giudica il momento del Milan?

“Al Milan si sta raddrizzando la situazione. Fonseca ha preso il timone da Pioli, uno che ha fatto un gran lavoro e difficile da sostituire. Chiaro che ci sono dei giocatori importanti che devono dare una mano, parlo soprattutto Theo Hernandez e Leão. Tuttavia, c’è un Pulisic in grande spolvero che sta facendo il leader e tiene un po’ tutti a galla, non solo con prestazioni, ma anche sul piano del comportamento”.

Le chiedo di una piazza che conosce bene che è quella di Bologna: come giudica il momento dei Felsinei, reduci da tre pareggi in campionato, crede che Italiano riuscirà a ritrovare una quadra, aiutato anche da questo stop forzato dovuto al rinvio della sfida contro il Milan? 

“Io penso che quest’anno il Bologna non avrà un’annata facile. Dopo quanto fatto lo scorso anno è difficile ripetersi. Tanti cambi, tra allenatore centrali e figure centrali della passata stagione assenti, e non è semplice. Italiano, così come Fonseca, ha ereditato qualcosa di importante. Non far rimpiangere Thiago Motta è difficilissimo. Spero di sbagliarmi, ma credo che sarà un anno un po’ sofferto, senza nulla di drammatico. Non so se il Bologna riuscirà a riconfermarsi. Difficile”. 

Il percorso europeo costringe ad avere cambi di pari livello, a rimarcare quanto detto sulle difficoltà può esserci un mercato che ha più tolto che dato a questo Bologna?

“Con la cessione di Arnautovic all’Inter tutti pensavano lo stesso, poi è scoppiato Zirkzee che non ha fatto assolutamente rimpiangere l’austriaco. Calafiori era un outsider, sicuramente non un acquisto stratosferico. Nel Bologna possono esserci questo tipo di situazioni; ci sono calciatori che hanno nel loro passato recentissimo delle ottime annate alle spalle, non credo che sia un discorso di mercato. Penso, invece, che si debba far trovare la serenità al tecnico e lasciandolo lavorare”.

Il Napoli di Conte continua a vincere e ora si ritroverà davanti un Lecce non al massimo dello splendore, dove crede che possano arrivare i partenopei?

“Quando ero all’Inter, arrivato il primo giorno Trapattoni ci disse: “Noi siamo l’Inter, non abbiamo l’obbligo di vincere, ma abbiamo l’obbligo di lottare per vincere”. Questo è ciò che concerne anche il Napoli di oggi, che ha l’obbligo di lottare per vincere, poi se accadrà o non accadrà questo non lo so. Lotteranno per vincere lo scudetto. Ritornare ad essere competitivi era la priorità della società”.

Qualche giorno aveva elogiato il lavoro di Baroni, come giudica il momento della Lazio?

“La Lazio ha avuto un ricambio generazionale, un totem come Ciro Immobile era difficile da sostituire. Marco (Baroni n.d.r) sta facendo bene, sta offrendo prestazioni importanti, pian piano sta interpretando un ottimo calcio, offensivo, propositivo. Del resto, Baroni lo scorso anno ha fatto un miracolo al Verona, con due squadre diverse nelle parti di campionato. Penso che sia un allenatore intelligente, che sa sfruttare il materiale che ha a disposizione, e questo si sta vedendo”. 

Lei aveva parlato di Vlahovic nei giorni scorsi, crede ci sia la necessità di avere un attaccante che possa farlo rifiatare?

“Io lo ripeto, Vlahovic è uno dei cinque centravanti più forti al mondo; se messo nelle condizioni giuste, servito bene è eccezionale. Chiaro che in tutte le squadre ci deve essere l’alternativa. L’assenza per l’infortunio di Milik penalizza la Juventus. A me piaceva molto anche Kean, un giocatore che poteva giocare insieme a Vlahovic o al suo posto. Averlo dato via non è stata una cosa positiva. Poi Thiago Motta è uno che, come Guardiola, può giocare senza centravanti, ma sarebbe un ripiego. Non avere un’alternativa può essere un problema”.

Lei ha vissuto con Jürgen Klinsmann due calci diversi come quello statunitense e quello coreano, quali sono le differenze?

“Il calcio negli Stati Uniti è in espansione. Agli americani piace lo show, lo spettacolo. In Corea c’è crescita, ma ha gerarchie un po’ più definite, impensabile, ad esempio, come invece accade in Spagna, vedere giocatori giovanissimi nella nazionale. Dipende tutto dalla mentalità. Io mi son trovato bene in entrambe le situazione. Conoscere cose nuove, essere aperti alle novità, è molto bello e importante”.

Continuerà con Klinsmann?

“Io penso di sì. Oltre alla collaborazione c’è amicizia ed è una cosa importante poter contare su qualcuno anche in questo aspetto, è reciproco. Io penso di sì”.

Il suo più bel ricordo in campo e in panchina?

“In campo c’è n’è uno in particolare. Un gol a Siena al 95′, grazie al quale battemmo la Lucchese. Guido Mammi, allora allenatore del Siena, mi disse di entrare per una punizione e mi toccò una palla il mio ex compagno Tognarelli che mi portò ad un gol clamoroso. A Siena ancora oggi, e sono stato qualche volta a vedere le partite, quando c’è una punizione, ho sentito qualcuno dire “Fai entrare Stringara”. Questa è una cosa molto divertente e carina. Da allenatore lo spareggio vinto con il Livorno per andare in Serie C1 contro la Maceratese, con 15.000 livornesi a Reggio Emilia. Una cosa indimenticabile”.