Ubaldo Righetti, ex calciatore della Roma e ora opinionista sportivo, ha parlato ai nostri microfoni durante l’evento di celebrazione dell’anniversario della FIFS.
Qual può essere il contributo della FIFS nel calcio di adesso? “Nel calcio moderno è fondamentale, ora c’è un lavoro molto più dettagliato sul piano fisico, ci sono molti più professionisti coinvolti, ma il fisioterapista è una figura di riferimento perché conosce meglio di tutti il tuo corpo, ma anche la tua anima, essendo il primo ad instaurare un rapporto profondo di intimità col calciatore. L’abilità del fisioterapista è questa, liberare mentalmente il giocatore perché tante aderenze muscolari possono derivare da un aspetto mentale.
Su Mourinho, De Rossi, la nuova difesa a 4 e Zalewski
Righetti, che nel 1984 tirò e segnò, da giovanissimo, il rigore in Roma-Liverpool finale di Coppa dei Campioni persa dai giallorossi proprio ai rigori, ha parlato di Daniele De Rossi, José Mourinho e del rigore di Zalewski contro il Feyenoord.
Cosa ne pensi della scelta dei Friedkin di esonerare Mourinho per prendere De Rossi? Come vedi la nuova Roma di DDR? “Io faccio comunicazione e José Mourinho era il massimo per noi, sia come fenomeno mediatico che come fenomeno sociale, ha portato la Conference League portando un trofeo che mancava da tanti anni, ha capito cosa vuol dire allenare qui in un città dove c’è grande passione e grande coinvolgimento, con molta fame di successi. Viviamo molto di emozioni, De Rossi è all’inizio e va accompagnato in questo percorso e sia la squadra che il pubblico sono con lui e lui lo riconosce. Questo può aiutarlo anche nei momenti di difficoltà, e può anche permettersi di compiere qualche errore”
De Rossi ha scelto nelle prime uscite la difesa a 4, cambiando la struttura del reparto arretrato. Qual è, da difensore, la miglior coppia di centrali a 4 a disposizione della Roma? “Io sostengo che Ndicka, da poco rientrato, possa completare alla perfezione la coppia, anche in virtù del nuovo discorso tattico. A De Rossi piace molto costruire dal basso e l’unico mancino dietro è Ndicka, che ha un buon piede e può imbastire la manovra con i tempi giusti, quindi direi Mancini-Ndicka.”
Tu che hai segnato il rigore in quella maledetta lotteria nel 1984 contro il Liverpool, in finale di Coppa Campioni, come hai vissuto l’ultimo rigore di Zalewski? “Mi aspettavo Zalewski sul dischetto nonostente un ingresso in campo non positivo, poi ha realizzato il rigore decisivo. Ma questo è Daniele De Rossi, che gli ha voluto dare un’opportunità importante e gioca molto sull’emotività dei suoi uomini. Tutto è fermo quando si batte quel calcio di rigore, e te lo posso dire per esperienza, ti passa di tutto per la testa ma bravo De Rossi che ha scelto di dare fiducia a Zalewski. Io ci speravo, non vuole lasciare indietro Zalewski e gli sta dando le sue opportunità.