ESCLUSIVA – Pellissier: “Campedelli? Preferisco non parlarne, mi ha deluso. Poi sul mercato..”

L'ex attaccante torna a parlare del campionato

Intervistato dalle redazioni di Sportpaper.it e IMInter.it, Sergio Pellissier, ex capitano del Chievo Verona e attuale presidente della Clivense, ha parlato in esclusiva della nuova stagione e di quello che è successo sul mercato. L’ex calciatore ha poi parlato del suo rapporto con il suo ex presidente, Luca Campedelli.

Cosa ne pensi dell’Inter di quest’anno? E su Inzaghi?

“Per me l’Inter era competitiva lo scorso anno, oggi ha avuto le prime difficoltà anche se sul mercato è stata attenta ai costi e quindi non va a spendere troppo per giocatori importanti. Inzaghi è bravo a gestire tutti i calciatori in rosa, fa giocare bene le sue squadre. L’Inter è competitiva e aver ritrovato Lukaku è un punto in più anche se ha dei limiti come nella partita con la Lazio ma può migliorare”.

Cosa ne pensi di Lautaro Martinez? Lo vedi più maturo?

“Lautaro è importante nell’Inter anche se ha bisogno di un giocatore come Lukaku, il suo modo di giocare migliora, un po’ come me che ha avevo bisogno di un giocatore che mi portasse via i difensori. Lukaku si integra perfettamente con le caratteristiche dell’argentino”.

Sul mancato arrivo di Dybala all’Inter:

“Io credo che l’Inter c’abbia pensato anche se il club di Zhang ha fatto un’altra scelta e non si poteva permettere un giocatore del suo stipendio. Quando è arrivato alla Roma, Dybala ha perso forza, visto che lui doveva andare in qualche squadra, così come è capitato a  Belotti”.

Il giocatore più forte dell’Inter contro cui tu abbia mai giocato?

“Sono stato fortunato di giocare contro gente come Zanetti, Materazzi, Samuel, Cordoba, che adesso sarebbero titolarissimi in questo campionato. Dire un nome mi sembra riduttivo però come cattiveria posso dire Samuel”.

Hai rischiato di rovinare il Triplete…Cosa vuol dire giocare a San Siro?

“Contro l’Inter non ci interessava il risultato ma quando giochi a San Siro giochi a viso aperto, quel 4-3 fu bellissimo ed è facile giocare. Quando devi vincere per forza sbagli le cose più semplici e hai paura di perdere”. 

Nella tua raccolta credo che tu abbia raccolto meno di quanto tu abbia seminato. Sei d’accordo?

“Sono stato fortunato perché ho giocato nel periodo di tempo con gli attaccanti più forti, soprattutto in Nazionale visto che c’era gente del calibro di Totti, Vieri, Del Piero, Inzaghi. Ho conosciuto il calcio vero con calciatori del livello di Ronaldo, la serie A era un campionato tosto, combattuto. Se avessi giocato ora avrei sicuramente guadagnato di più e avrei avuto più spazio in Nazionale. Ora non devi dimostrare, ti basta un anno per fare bene”.

Sei mai stato vicino ad una grande?

“Le richieste erano tante anche se il Chievo non ha voluto mai cedermi. L’anno della Nazionale voleva prendermi il Napoli e offrì 8 milioni di euro più due contropartite tecniche. Adesso il valore di gente come Raspadori e Scamacca si è quadruplicato”.

Su Immobile: 

“Un giocatore che diventa capocannoniere e scarpa d’oro, continua a far gol in tutti i modi, e nonostante ciò viene criticato vuol dire che ci affidiamo a gente che dopo qualche stagione buona scomparirà”.

Qual’è stato il tuo gol più bello? E all’Inter?

“Ogni gol è la gioia più grande, e ne ho fatti diversi, la tripletta alla Juventus o il gol da metà campo alla Lazio. All’Inter quello al 92′ in casa dove abbiamo pareggiato ma siamo retrocessi”.

Chi ha agito meglio sul mercato?

“Bremer sarebbe stato importante per l’Inter anche se resta competitiva. Non ci voleva l’infortunio di Lukaku, che è fondamentale, anche se poi Inzaghi ha gente come Dzeko e Correa”.

Cosa direbbe a tu per tu al Presidente Campedelli? So che non è finita come voleva..

“Non lo so, sono due anni che non ci parlo. Non si è comportato bene e preferisco evitare di parlarci”.

Sul suo libro:

“Un giornalista di Sky ha raccontato la mia autobiografia e mi ha fatto molto piacere. Mi reputo una brava persona, attaccante nella norma ma superiori agli altri di testa, sono orgoglioso ho giocato con gente forte, vera”.