Alessandro Melli racconta in esclusiva qualche retroscena della sua carriera da giocatore, per poi aprire una parentesi sul calcio di oggi.
Una lunga carriera quella di Alessandro Melli, attaccante che vestì tra le altre le maglie di Parma, Milan e per un brevissimo periodo della Sampdoria. Nel corso della sua carriera ha vinto molti trofei, tra cui due Supercoppe UEFA con il Parma (1993) e il Milan (1994). E oggi, raggiunto dalla redazione di SportPaper, Melli ha rilasciato un’intervista dove racconta alcuni episodi salienti della sua carriera da giocatore.
Face to Face con Alessandro Melli
Se le dico Parma qual è il primo ricordo che le viene in mente?
I ricordi vissuti con questa maglia sono davvero tanti, però il primo che mi viene in mente è l’anno della promozione in Serie A. Per la prima volta il Parma salì in una categoria superiore e ci riuscimmo battendo la Reggiana 2-0; in quella partita segnai anche io. Questo il primo dei tanti bei ricordi vissuti con i crociati.
Che tipo di presidente era Calisto Tanzi?
Il Presidente Tanzi era una bravissima persona: molto semplice e sempre disponibile. Per lui la squadra era una famiglia e non ci ha fatto mai mancare nulla. Noi giocatori lo frequentavamo anche in privato ed era molto affabile. Poi è successo quel che è successo, però dal lato umano Calisto Tanzi non si può discutere.
È stato allenato da un giovane Carlo Ancelotti. Che ricordo ha di lui?
L’anno in cui arrivò Ancelotti sulla panchina del Parma fu un anno particolare. Carlo ai tempi era inesperto come allenatore, però nonostante tutto è stato bravo e anche fortunato perché è capitato in una società che nei momenti difficili non lo ha abbandonato, ma gli è stato vicino.
Come ha vissuto il momento dello scambio Melli-Gullit?
Non ero felice di andare al Milan, ma fui costretto ad accettare il trasferimento. A quei tempi i rossoneri avevano una rosa straordinaria e forse, una squadra così non si è più vista negli ultimi 30 anni. In estate avevo accettato il trasferimento alla Sampdoria perché mi sentivo un giocatore blucerchiato. Il Milan per me era troppo forte e non mi sentivo all’altezza di una squadra simile. Alla fine però ammetto di essere stato orgoglioso di vestire la maglia rossonera e inoltre mi inorgoglisce il fatto di essere arrivato lì in uno scambio con Gullit.
Il Milan oggi è primo in classifica. Quante possibilità hanno i rossoneri di chiudere il campionato in questa posizione?
Il calcio è imprevedibile, in modo particolare in una stagione come questa segnata dal covid, in cui tutto è possibile. Il Milan dunque può confermare questa posizione anche a fine stagione, ma tutto dipenderà da Ibrahimovic. Se Zlatan riuscirà ad essere sempre presente e sempre al massimo livello per tutta la stagione, le chance ce le hanno per vincere. Se Ibra cade, il Milan non ha le qualità necessarie per vincere.
Meglio Ibrahimovic o Cristiano Ronaldo?
Da allenatore vorrei avere in squadra un giocatore come Cristiano Ronaldo. Da tifoso, invece, preferirei Zlatan Ibrahimovic. Se hanno qualcosa in comune? Non credo. Sono totalmente diversi sia per tecnica che fisicità. L’unica cosa che hanno in comune è il carisma e la leadership.