L’ex bomber di Bari e Lazio Igor Protti si racconta ai microfoni di sportpaper
Di seguito le parole di Igor Protti che ripercorre con noi la sua carriera e ci racconta i gol più belli con le maglie di Bari e Lazio:
1. Buonasera Igor, prima di tutto come sta ? Cosa sta facendo dopo essersi ritirato dal calcio?
“Dopo aver smesso di giocare per diversi anni mi sono occupato di turismo. Sono socio di alcune strutture alberghiere in Toscana, successivamente sono rientrato nel mondo del calcio. Da un anno e mezzo collaboro con una scuola calcio di Livorno, chiamata “La Dieci” con la mia immagine e con il mio numero di maglia”
2. Tornando all’ambito calcistico, è stato capocannoniere della Serie A insieme a Giuseppe Signori con il Bari. Cosa ricorda di quella stagione che finì purtroppo con la retrocessione dei galletti?
“È stato un anno particolare. Siamo retrocessi in serie B nonostante io sia stato capocannoniere ed è stata l’unica volta in tutti gli anni della serie A dal dopoguerra. Una stagione particolare, evidentemente se non era mai successo né prima e nè dopo sono riuscito a fare qualcosa di unico. Quella squadra però ha combattuto fino all’ultimo ed è uscita tra gli applausi in un campionato diverso da oggi con 18 squadre e 4 retrocessioni. Quella squadra oggi non avrebbe problemi a salvarsi. Comunque i 4 anni al Bari sono stati meravigliosi, la gente ha un bel ricordo anche di quella squadra, che malgrado la retrocessione, fece risultati importanti come battere il Milan, pareggiare in tutte e due le partite con la Juventus e vincere 4-1 con l’Inter. Una stagione particolare in un anno molto difficile dove il calcio italiano era assolutamente all’apice della sua storia. Stagione nella quale la Juventus vinse la Coppa dei Campioni”
3. Ritorniamo adesso invece ai suoi primi passi, a Rimini. Si ricorda il suo esordio con i biancorossi? Saprebbe dirmi cosa provava quel giorno?
“L’esordio nella mia città, Rimini, nello stadio dove sono entrato per la prima volta da tifoso è stato un enorme emozione. Soprattutto perché entrai al posto di Giordano Cinquetti che era ed è uno dei calciatore che ha fatto la storia del calcio a Rimini. È stato molto bello ed è qualcosa che non si può dimenticare. Anche perché andai molto vicino a fare gol ma ci fu un salvataggio sulla linea da parte del difensore. Sarebbe stato veramente il massimo esordire nella mia città, con la maglia della squadra della mia città e nel mio stadio segnando”
4. Parliamo adesso della sua avventura con la maglia della Lazio. Cosa ricorda di quell’anno? E soprattutto vogliamo sapere, le sue emozioni dopo il gol nel derby?
“L’anno di Roma è stato dai due volti. La prima parte molto difficile per me e per la squadra con il peso delle grande aspettative iniziali e con noi che invece partimmo malissimo. Poi ci fu l’esonero di Zeman nella seconda partita del girone di ritorno e da lì cambiò tutto. Iniziammo una cavalcata fino al quarto posto ed io segnai e giocai di più. Tra l’altro uno di questi gol fu importantissimo, quello del derby. Sia per l’importanza della partita e sia per come era successo visto che il gol del pareggio arrivò al 92esimo con noi che eravamo in 10. La seconda parte fu veramente molto esaltante e fu il coronamento di un periodo molto bello”.
5. Dopo la Lazio arriva il Napoli. Cosa ricorda di quella stagione, per sfortuna disastrosa, nella città partenopea?
“A Napoli mi sono innamorato di una città bellissima e penso che Napoli sia una bellissima realtà. Purtroppo sono arrivato in un momento molto complicato dove c’erano continuamente cambi in campo e in panchina. Me ne andavo a casa con un compagno di fianco ed il giorno dopo mi svegliavo con un altro. Lo spogliatoio sembrava un porto di mare. Alla fine i risultati furono quel che furono ma tutte le maglie che ho indossato, anche per una sola stagione, le ricordo con gran piacere e ho bellissimi rapporti. Questo perché ho sempre dato tutto, naturalmente dove ho avuto la possibilità di stare più anni è stato più semplice legare ed avere rapporti negli anni”
6. Adesso parliamo invece della sua ultima avventura e quella più lunga. Livorno, cosa prova a sentire questa parola?
“Livorno è stata la prima squadra che ho conosciuto quando me ne sono andato dalla mia città, Rimini. Quella con Livorno è stata una lunga storia d’amore perché ho fatto i primi 3 anni da ragazzo in serie C, dove abbiamo vinto anche la coppa Italia della competizione che ai tempi era come vincere un campionato. Poi, per via di una promessa con la città e con me stesso, sono tornato nel 1999 per aiutare la squadra a tornare in serie B. Sono tornato e dopo 32 anni il Livorno è tornato in serie B e dopo 5 anni siamo arrivati anche in serie A. È stato il culmine della mia carriera ed ho avuto la possibilità di smettere a 38 anni, nel 2005. La decisione era naturalmente personale anche perché stavo bene e l’anno prima avevo totalizzato 24 gol in serie B, nell’ultimo anno in serie A ne avevo totalizzati 6. Decisi di smettere perché mi sembrava giusto così e perché volevo dedicarmi di più ai miei figli che nel frattempo crescevano”
7. Ci racconta qualche aneddoto sulla promozione in Serie A con la maglia dei toscani?
“La promozione è arrivata dopo che io l’anno precedente avevo deciso di chiudere perché avevo 36 anni e comunque mi sembrava di aver ottenuto il massimo visto che avevo vinto la classifica cannonieri ed avevo riportato il Livorno in serie B. Poi quell’estate arrivarono Lucarelli e Mazzarri, vennero confermati tanti giocatori con cui avevo un forte legame. Walter Mazzarri venne a casa mia per convincermi a continuare ed io trovai una persona che sapeva il fatto suo e mi convinse che si poteva sognare qualcosa che non avevamo mai pensato, cioè la serie A. Quindi mi rimisi le scarpette ai piedi e andai in ritiro con la squadra che si allenava già da 1 settimana. Ci fu una strepitosa cavalcata in un campionato fatto a 24 squadre e con 46 partite. Ed io pur avendo 36 anni giocai 46 partite su 46. Fu un campionato veramente molto bello visto che c’erano in quella competizione squadre che oggi troviamo in serie A e che hanno fatto o fanno anche coppe europee”.
8.Adesso parliamo della sua carriera. Secondo alcuni è stata una vera ingiustizia non vederla con la maglia della nazionale. Cosa ne pensa?
“Ringrazio coloro che pensano che mi meritavo la nazionale. La chiamata non è arrivata, naturalmente sarebbe stato bello. Non ho nessun tipo di rammarico e di rimpianto anche perché sarei ingiusto a pensare di voler qualcosa in più di quello che ho avuto. Sarebbe ingiusto soprattutto nei confronti delle altre persone. Se non hanno pensato che dovessi essere convocato avranno avuto i loro motivi. La mia nazionale sono state le squadre in cui ho giocato”
9. Il gol più bello di tutta la carriera?
“Per fortuna ho diversi gol da cui poter scegliere. Naturalmente è difficile sceglierne uno in 21 anni di carriera. Se parliamo dal punto di vista estetico sicuramente il gol in rovesciata con il Livorno contro il Modena. Con i difensori che saltavano di testa ed io che ci andai invece di rovesciata anche se la palla era altissima. La colpì di collo pieno e feci un grande gol. Naturalmente ci sono anche altre reti come ad esempio il gol di Treviso con la maglia del Livorno che ci permise praticamente di andare in serie B. Anche il gol contro la Cremonese con il Bari che rispecchia molto le mie caratteristiche. Poi naturalmente anche il gol nel derby di cui abbiamo parlato prima ed il gol con la maglia del Napoli contro la Juventus sempre nei minuti di recupero. Un’altra rete che sento è quella che ho realizzato con il Messina nel derby dello stretto con cui abbiamo vinto 1-0. Per fortuna c’è ne sono tanti altri”.
10. Le emozioni e i ricordi del giorno del ritiro?
“Il giorno in cui ho disputato l’ultima partita era un giorno molto particolare perché ero con due stati d’animo completamente opposti. Uno che era sereno senza nessun tipo di rammarico e dall’altro la consapevolezza di mettere per l’ultima volta piede in campo in una partita vera. Quindi una sensazione molto particolare e naturalmente tutto è stato attenuato dalla festa che la gente di Livorno mi ha tributato ed è stato veramente bellissimo!”