Guido Fienga, ceo dell’Al-Nassr e Advisor PIF, ha parlato, in esclusiva, ai microfoni dell’inviato a Riyadh per SportPaper, Samuel Tafesse.
Fienga (Ceo Al-Nassr e Advisor PIF): “Ronaldo? Con lui si lavora molto bene”
Il suo ruolo, cos’ha fatto e cosa fa per lo sviluppo del calcio saudita?
“Mi sono trasferito da quasi quattro anni, dal mio addio alla Roma. Sono partito dagli emirati, prima di essere coinvolto, negli ultimi 18 mesi, dal fondo PIF nel progetto calcio, dalla presa del controllo delle quattro squadre principali e dallo sviluppo del progetto Champion che si basa sul rilancio del campionato saudita. Ho iniziato come consulente del fondo PIF, per valutare lo stato organizzativo dei quattro club, fino alla proposta di guida di alcuni di questi, dove l’Al-Nassr è il progetto principale. Ora il campionato saudita è seguito e suscita interesse in una vasta area che va dall’Africa del Nord all’Africa Occidentale, gran parte dell’Asia, tutto il Medioriente, e si parla di quattro miliardi di persone che ogni domenica, oltre alla Premier League, guardano la Saudi Pro League e in particolare l’Al-Nassr per la presenza di Ronaldo. Il progetto ambasciatore della SPL è l’Al-Nassr che, con 65 milioni di utenti attivi e nominali, risulta essere il quindicesimo club più seguito al mondo. Probabilmente la piattaforma di proprietà saudita con il più global engagement al momento esistente”.
Ha parlato di Cristiano Ronaldo, che è diventato di fatto l’Al-Nassr, com’è averlo in squadra e lavorare con lui?
“Non sono d’accordo sull’identificare l’Al-Nassr con Ronaldo. La squadra è composta da campioni non banali, quali Brozovic, Mané, Otávio. Poi, da altri punta di vista non è solo l’Al-Nassr ad essere incentrata su Ronaldo, ma tutta l’Arabia. Sotto l’aspetto calcistico è il campione che si conosce, credo che non serva spendere parole sulla qualità, la sua disciplina, e dal lato umano è una bravissima persona, radicata ai fondamentali di lavoro e famiglia. È molto interessato allo sviluppo del business e aiuta molto, essendo coinvolto negli aspetti ed molto preparato. Aiuta tanto in campo, come conoscenza, esperienza; si lavora molto bene con lui. Parliamo dell’uomo più visibile sul pianeta terra, chiaro che bisogna rispettare alcune accortezze”.
Il calcio saudita, in questo momento, a che livello è? Data anche la recente frecciatina di Ronaldo stesso al campionato francese. Quanto manca per raggiungere, o se ha raggiunto, alcuni campionati europei?
“Il calcio saudita è un calcio vero. Sono tutte partite combattute. Se non si è altamente concentrati si può perdere anche con l’ultima in classifica. Il livello tecnico è già buono, ci sono già squadre con otto giocatori su undici di livello europeo, di altissimo livello, non ci sono grandi differenze con i campionati europei. La particolarità è data dal giocare buona parte della stagione a temperature che non consentono recuperi. Il 70% dei calciatori internazionali è ancora attivo nel panorama delle nazionali, e nazionali migliori del mondo. Non è al livello della Premier League. Sono d’accordo con quanto dice Ronaldo nel paragone con quei campionati che esprimono una sola squadra di vertice. Quest’anno la competizione è tra tre-quattro squadre che se la battono, molto interessante. Le partite bisogna avere molto accortezza, così come negli allenamenti. Stanno arrivando allenatori importanti. Non siamo distanti dai grandi campionati”.
In virtù di questo, si arriverà al posto in Champions League anche per una squadra saudita, c’è questa volontà?
“Ci sono delle questione tecniche regolamentari che vanno risolte. Ad esempio, Russia e Israele fanno parte dell’UEFA. I club sauditi non fanno parte dell’UEFA ma dell’Asian Federation. Non vedo questo come ossessione o target. Dall’Europa si pensa che per essere accreditati in un movimento di livello si debba far parte della Champions League, cosa che non è vera. Stanno crescendo competizioni al di fuori dall’Europa. Il calcio saudita vuole crescere di più e non cerca accessi per essere considerato a livello giusto. Ci sono altre competizioni, come il Mondiale per Club, per misurarsi con movimenti diversi. C’è molto rispetto per il calcio europeo, ma non è l’unico che si guarda come modello di sviluppo“.
Le manca un po’ il calcio italiano? Segue le partite e, infine, ha visto il derby di Roma?
“Sono italiano, romano e sono molto legato alle vicende italiane. La Roma è rimasta nel mio cuore. Ho visto il derby, ho gioito. Ho gioito per il gol di Pellegrini, un ragazzo che conosco da quando aveva sedici anni. Sono particolarmente affezionato a lui e tanti altri. Ha fatto un gran gol. Il derby a Roma è una partita speciale. Se volete comprendere la passione per il calcio venite al derby Roma-Lazio. Invito a venire in Arabia per rompere tutti i preconcetti non veritieri che si hanno. Molto interesse, molto rispetto, mi piace essere qui e vivere questo momento di sviluppo. In Arabia si parla davvero di futuro, cosa che manca, invece, in Italia. Spero che in Italia si recuperi questa visione”.