IL CALCIO MODERNO, I CINESI, L’INTER DEI SUOI TEMPI E QUELLA DI PIOLI… PER POI PARLARE DI LUI, DI QUEL GIOCATORE MERAVIGLIOSO CHE TANTO GLI HA DATO SIA DENTRO CHE FUORI DAL CAMPO…
Nel calcio moderno, dove impera spesso una certa arroganza e mancanza di cultura sportiva, dove la vittoria è l’unico fine da perseguire, manca una figura così umana ma al tempo stesso così affezionata al Gioco, come Gigi Simoni. Gli anni di Cremona, la vittoria a Wembley, Napoli e infine l’Inter, sono state le tappe che hanno caratterizzato maggiormente il suo percorso professionale da allenatore. Parlare con lui di calcio è un po’ come riaprire un album di ricordi, magari impolverati, ma pregni di significato ed emozioni.
MISTER, VEDENDOLO DA FUORI, IL CALCIO MODERNO NON STA PRENDENDO UNA STRANA CURVA? FRA CINESI, INGAGGI FARAONICI E PROCURATORI….
(Ride) Diciamo che con questi parametri era meglio se avessi continuato a fare l’allenatore. A parte gli scherzi, di sicuro per chi lo vive da protagonista il calcio attuale è sicuramente ricco di aspetti positivi. Ma ciò non toglie che, sentendo parlare di certe cifre, stiamo sicuramente esagerando, tant’è che si fa fatica a capirne le dinamiche e la presenza di certi valori. Il fatto che la Cina stessa voglia regolamentarsi sotto questo aspetto credo che sia normale, per porre decisamente un freno a certe speculazioni.
PARLANDO DI CINA, NON SI PUO’ CHE ALLACCIARSI NEL DISCORSO ALL’INTER ATTUALE. COSA NE PENSA DEL LAVORO CHE STA SVOLGENDO PIOLI?
L’Inter per me ha rappresentato il periodo più bello della mia carriera. Vedere Pioli ottenere questi risultati e riconoscimenti non può che farmi piacere. E’ un tecnico preparato, è davvero uno di noi. Per come capisce le esigenze dei tifosi, dei giocatori, per come comunica la sua concezione del calcio. Poi, in questo sport si fa presto a passare dall’altare alla polvere. Però non credo che possa essere una soluzione di passaggio, anche perchè ha tutte le capacità per fare bene. Poi, per carità, nel calcio può succedere di tutto. Simeone, in passato, si è lasciato andare a certe dichiarazioni in merito ad un suo futuro nell’Inter. Ci può stare, dato che è rimasto molto legato a questa società. Ma io credo che Pioli si stia guadagnando un grosso credito, attraverso i risultati e il gioco.
CHE DIFFERENZE CI SONO FRA L’INTER ATTUALE E QUELLA IN CUI ALLENAVA LEI?
In primis, vi era un presidente che viveva in simbiosi con l’Inter e con tutto ciò che rappresentava per lui e la sua famiglia. Moratti era un presidente che incarnava l’ideale sia per un giocatore che per un tifoso, perchè seguiva molto le vicende della squadra. Io speravo sinceramente che restasse in carica come presidente, perchè l’Inter ha bisogno di una figura come la sua. Io, lavorando con lui, ho potuto valutare quanto fosse importante sentirlo vicino, sia nei momenti belli che in quelli brutti. I cinesi, difettano di cultura calcistica, quantomeno a grandi livelli. Dopo gli errori iniziali, che sono umanamente anche comprensibili, pare che stiano pian piano imparando cosa vuol dire essere i proprietari di un club come l’Inter. Il dare maggior peso a figure come Zanetti e Ausilio è stato un passo in avanti inportante in tal senso.
PARLIAMO DI RONALDO, MISTER…
C’è poco da dire… E’ stato un giocatore semplicemente fenomenale, ma al tempo stesso era un ragazzo fantastico. Fantastico perchè sapeva farsi benvolere da tutti, perchè aveva un bel rapporto con i compagni, perchè era un professionista esemplare. Io sono nel mondo del calcio dal ’55, e posso dire che non ho mai visto un giocatore come lui, per tecnica abbinata alla velocità stratosferica che sapeva sprigionare ogni partita. Proprio questa sua capacità di giocare la palla in quella maniera, e facendolo a mille all’ora, beh… ha rappresentato qualcosa di incredibile che non si è mai più visto, nemmeno adesso.
C’E’ UN RICORDO PARTICOLARE LEGATO A LUI?
Guarda, stavamo preparando la finale di Coppa UEFA di Parigi contro la Lazio. Io mi arrabbiai, durante una seduta, perchè i giocatori mi sembravano un po’ troppo rilassati. A un certo punto arriva Ronaldo e mi disse “Mister, stia tranquillo, che vinciamo facile. Scommettiamo?” io gli risposi che se avessimo vinto lui avrebbe potuto fare quello che voleva. Lui allora mi propose come pegno di venire rapato a zero come lui, in caso di vittoria. Il giorno dopo si presentò con la macchinetta. Fu un periodo indimenticabile per me. Era davvero una grande squadra, composta da professionisti esemplari. Ronaldo, in quella squadra, era davvero un fenomeno.
MA DOPO IL MONDIALE DI FRANCIA, NON LE E’ SEMBRATO PIU’ TRISTE E MALINCONICO? COME SE AVESSE PERSO QUELLA GIOIA CONTAGIOSA CHE E’ STATA IL SUO MARCHIO DI FABBRICA.
L’immagine di Ronaldo che scende dall’aereo zoppicando, è stata sicuramente forte e dolorosa. Ma io posso dire che con noi era il Ronaldo di sempre, con la stessa voglia, la stessa rabbia. Poi, relativamente a quello che successe in Francia prima della finale, se ne sono dette di ogni. Capita d’altronde nel percorso di un calciatore il dover affrontare dei periodi brutti. Peccato però per quegli infortuni, perchè ha perso i quattro anni forse più belli della carriera di un calciatore. Chissà cosa avrebbe potuto fare con altre ginocchia! Ma lui è stato bravo, perchè nonostante due interventi molto delicati, è ritornato a esser il più grande.