Intervista esclusiva a Giacomo Bindi ex portiere di Inter, Pisa, Pordenone e Padova
Abbiamo intervistato Giacomo Bindi, ex portiere di Inter, e tra le altre di Pisa, Padova e Pordenone. si è parlato della sua passione per la cucina con il ristorante aperto da poco nella bellissima Volterra, fino alla passione per il ruolo di portiere, che possiamo rappresentare con una parola “Il volo”, l’aspetto che secondo Giacomo fa più sognare per quel ruolo un pò diverso dagli altri, ma che ultimamente ha avuto delle evoluzioni.
Cosa ti ha portato ad occuparti del mondo della ristorazione?
Cucinare mi è sempre piaciuto, il cibo i sapori ma soprattutto quello che riguarda la toscanità è per me fondamentale, visto che del cibo e del bere ne fanno un vanto, diciamo che partivo avvantaggiato. Poi ho avuto l’opportunità di rilevare questa attività di ristorazione a Volterra, paese che apprezzo per la cultura, e poi ho avuto i contatto diretto che è il cognato della mia ragazza che è volterrano.
Il mondo del calcio l’hai abbandonato?
No, iil calcio è impossibile da abbandonare dopo gli anni in cui ho fatto il portiere, attualmente sono impegnato nella Lega Pro nell’ufficio marketing, sto facendo uno stage di 10 mesi e poi deciderò se rimanere qui o intraprendere altre strade.
Quale follia ti porta a fare il portiere?
E’ un bel ruolo di responsabilità, la bellezza è quello di essere libero di sporcarti, tuffarti, d emulare il volo. credo che un desiderio nascosto di tutti, è quello di essere liberi e di volare nel cielo, ed il ruolo del portiere ne è forse l’esempio. Vedere le foto di un portiere in volo, da una bella sensazione. Non nascondo che ci deve anche essere un coraggio di fondo per il ruolo.
Hai iniziato la tua carriera nell’Inter.
L’Inter ha creduto in me, anche se non mi hanno dato la possibilità di esordire in Serei A, io all’epoca ero coperto da Julio Cesar, Toldo, Fontana ed anche Orlandoni ma non ho fatto il passo importante. Ho trascorso cinque anni con l’Inter, poi quando sono andato in prestito i club non avevano la politica di valorizzare i giovani.
Come giudichi Onana?
Lo giudico bene, anche perchè effettivamente credo che è il portiere giusto anche considerando le nuove impostazioni e mi riferisco al fatto che un portiere deve far parte della suqadra. Ho anche ammirato il cambiamento tecnico tattico di Handanovic, chi cambia ha oltre ad una grande intelligenza una grandissima professionalità.
Chi è il miglior giovane portiere in Italia, per me è Turati.
Turati piace anche a me, ma anche Falcone, ma anche Di Gregorio con cui ho condiviso una parte della mia carriera ed effettivamente è un portiere che può dire la sua.
Cosa dici di Cragno?
Cragno veniva da un infortunio, secondo me il Monza non aveva necessità di cambiare portiere e Di Gregorio sta dando delle ottime prestazioni con un rendimento costante. Devo anche dire che se stai in panchina ed hai un ottimo portiere la vivi serenamente.
Il ruolo del portiere è cambiato negli ultimi anni.
Credo che sia un adattamento a quelle che sono le richieste del gioco moderno, utilizzare un uomo più in campo per il palleggio è sicuramente un’ottima idea. E’ chiaro che per fare ciò, il portiere deve allenarsi con specifici allenamenti, in modo tale che si possa creare la giusta amalgama.
Secondo te Gattuso è un allenatore difensivista?
Credo che Gattuso sia un allenatore che imposta la propria squadra considerando anche i punti deboli e forte dell’avversario. Impone il suo gioco in funzione dell’altra squadra, credo che lo possiamo considerare un allenatore tattico.
De Zerbi a dicembre ha dichiarato che la sconfitta contro il Pisa è il suo incubo ancora oggi.
Io invece ho i sogni di quella finale. Credo che sia stata una vittoria importante anche per la città, purtroppo dopo ci sono state delle conseguenze inaspettate ma dal punto di vista delle emozioni devo dire che mi hanno segnato. E’ stata una gara che definirla maschia è riduttivo, ed ha forgiato il carattere di tanti. Imporsi a pisa con tutte quelle avversità è stato un ricordo indelebile.
Come ti sei trovato a Padova e Pordenone.
Mi sono trovato estremanente bene in tutti e due i posti, anche se sono differenti, ho incontrato una professionalità che in c non è molto diffusa anche a livello di strutture, ed ho ottenuto due promozioni in B.