ESCLUSIVA – INTERVISTA CON ENI SULO
Eni Sulo si racconta in esclusiva su SportPaper. La passione per il pallone per lei inizia presto ma non l’idea di diventare una calciatrice professionista: “Ho giocato sempre a calcio, fin da piccola. Giocavo con mio fratello e mio cugino o con gli amici ma non ho mai pensato di giocare in una vera e propria squadra“.
Il talento però non lo si può fermare e così, quasi per caso, ecco che arriva anche “la prima chiamata”: “Accompagnavo mio fratello agli allenamenti e prima che lui e i suoi compagni iniziassero mi divertivo a tirare calci al pallone con loro. L’allenatore mi ha vista calciare e mi ha proposto di giocare in squadra. Da lì non ho poi più smesso“.
Eni Sulo Una favola, ma quanta fatica…
Quella che sta vivendo in campo, Eni Sulo la definisce una “favola” ma si sa, come in ogni storia che si rispetti, arriva sempre un antagonista. E in questa si chiama pregiudizio. Negli ultimi anni, è giusto ricordarlo, sono stati fatti alcuni importanti passi avanti ma all’invio la strada è stata davvero in salita.
“Io gioco a calcio da sempre, avevo 8 anni quando ho iniziato e non ci vedevo e non ci vedo nulla di strano” racconta, aggiungendo un piccolo particolare: “Se non che sono una femmina“.
Ma ci sono episodi che feriscono anche se non lo si vorrebbe ammettere: “Ah ma c’è anche la ragazza. Sentivo sempre dire questa frase quando giocavo nella squadra maschile. Mi ha sempre dato molto fastidio perciò cercavo di non rispondere a parole ma di farli ricredere in campo. E ci riuscivo spesso. Era gratificante a fine partita vederli venirmi incontro per farmi i complimenti“.
“Ma quanto è dura la salita, in gioco c’è la vita” canta Gianni Morandi nella sua canzone e non potrebbe avere più ragione. E adesso la vetta da raggiungere per le ragazze che giocano a calcio si chiama professionismo: “Siamo ancora lontani rispetto ad altri paesi ma di passi avanti ne sono stati fatti tanti. Il merito va soprattutto alle ragazze azzurre e agli straordinari risultati ottenuti allo scorso Mondiale“.
Un futuro incerto
Con l’assenza del professionismo non è prevista nemmeno la figura del procuratore per le ragazze. Un ostacolo che però sembra facilmente aggirabile scegliendo di affidarsi ad un agente così come ha fatto Eni Sulo: “Io sono stata molto fortunata in questo ambito. Ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi seguono a 360 gradi sotto ogni aspetto“.
L’attaccante classe 2000, non sa quale maglia vestirà la prossima stagione: “Vorrei trovare una realtà che mi dia la possibilità di giocare con continuità. Il futuro resta un grande punto di domanda, a maggior ragione in questo periodo in cui l’incertezza la fa da padrona“.
Lo stop per il covid-19
La pandemia di covid-19 ha fermato il mondo dello sport e ancora, nonostante l’inizio della cosiddetta fase 2, non ci sono certezze sulla ripresa o meno dei campionati. Eni Sulo però sull’argomento non sembra nutrire molte speranze: “La situazione è preoccupante perché ancora oggi non si sa nulla di certo. Più passa il tempo e più si allontana la possibilità di tornare in campo“.
Stare lontana dal “rettangolo verde” non è facile: “Cerco sempre comunque la giusta motivazione per non perdere di mira l’obiettivo. Seguo il programma di allenamento che mi invia il mio personal trainer, Paolo Bertoncini“.
Tra sogni nel cassetto e sogni realizzati
Se il futuro imminente, quello della prossima stagione, è ancora avvolto nel mistero, Eni Sulo non ha dubbi su quale sia il suo sogno più grande: “Come calciatrice ho sempre desiderato di indossare la maglia della nazionale albanese. Inoltre mi piacerebbe un giorno poter giocare a San Siro, magari con la maglia della mia squadra del cuore, l’Inter“.
Ma lei la maglia della sua nazionale la ha già indossata: “È tutto così incredibile, ti sembra di vivere un sogno e si provano talmente tante emozioni che nessuna parola è in grado di descriverle. È un grande onore e una grande soddisfazione: dopo tanti sacrifici, perseveranza e duro lavoro sono riuscita a realizzare il mio sogno“.
Per riuscire nei suoi intenti, Eni Sulo ha ben chiaro a chi ispirarsi: “Come calciatrice il mio ideale è Alex Morgan. È una giocatrice completa, ha grande talento e personalità. Stimo anche Megan Rapione non solo per il suo modo di giocare ma soprattutto per l’impegno che mette nel cercare di migliorare il mondo. Da anni porta avanti una battaglia importante contro le diseguaglianze e i pregiudizi“.
Anche per quello che sarà il duo futuro fuori dal campo, la talentuosa millenials ha le idee chiare: “Studierò scienze motorie all’università e mi piacerebbe insegnare nelle scuole. Ho sempre allenato i bambini ed è una cosa che amo fare“.