ESCLUSIVA – Davide Capogrossi: “Crespi? Mi aspetto che dimostri le sue qualità”

Ultras Lazio
I tifosi della Lazio della curva nord ph: Fornelli/Keypress

Con l’infortunio del capitano, Ciro Immobile, Sarri si ritrova a dover pescare un jolly dalla primavera. Il protagonista di questa scelta si chiama Valerio Crespi che siederà per la prima volta tra i convocati con la prima squadra. Andiamo, però, a conoscere meglio il calciatore partendo dall’inizio grazie all’intervista rilasciata ai nostri microfoni di Davide Capogrossi, proprietario della DF Academy, nonchè, ex ds Savio.

Lei è il ds, ex Savio, che ha trovato Crespi, come lo ha portato alla Lazio?

“Più che altro come lo portai al Savio. L’avevo seguito fino ai tempi del Latina. Ero da poco arrivato in società e mi serviva un attaccante per l’under 15. In un torneo di fine anno sono andato a vedere questo ragazzo che aveva avuto sempre l’etichetta di giocatore talentuoso ma un pò ribelle mi fece, però, una buona impressione. Mi ricordai che andai ad un bar a Cisterna di Latina con la dirigenza per convincerlo a venire da noi. Andò ogni oltre aspettativa, si mise in riga e il suo primo gol fu proprio alla sua ex squadra, il Racing Aprilia, una rovesciata quasi da 30 metri. La Lazio si innamorò subito del ragazzo e la trattativa venne svolta in fretta e furia”.

Cosa si aspetta dal giovane Crespi ora che è stato convocato tra i grandi ?

Mi aspetto che faccia vedere le sue qualità, non è facile, è un ragazzo che ha appena compiuto 18 anni e che ha la possibilità di andare in panchina con la squadra del cuore, perciò non è semplice. Sono sicuro che si metterà a disposizione del mister”.

Secondo lei perchè in Italia non si punta sui giovani?

“Il problema nasce alla base che si lavora molto poco nell’attività sportiva già dalle scuole, specialemente nel calcio, che siamo molto indietro ad altri paesi Europei. Un altro problema è che nei settori guovanili, sia dilettantistici che professionistici, contano più i risultati che la crescita dei giocatori. Mettiamoci anche che il calcio italiano è “vecchio”, per noi un giocatore di 18 anni si considera giovane mentre in Germania e Spagna un ragazzo di quell’età è titolare in prima squadra”.

Lei è proprietario della DF Academy, state tirando fuori qualche altro giocatore interessante ?

“Si, abbiamo dato un nostro attaccante 2007 alla Lazio, Samuele Iencenelli, siamo molto contenti di questo. Continuiamo a lavorare per la crescita dei ragazzi, sotto tutti gli aspetti. Con uno staff importante si riesce a lavorare bene, anche, sul singolo. Qualche giovane interessante c’è, aspettiamo che inizi la stagione per vedere se le sensazioni che abbiamo sono positive”.

Qual è l’obiettivo della DFA ?

“L’obiettivo rimane sempre lo stesso, quello di stare in un ambiente sicuro dove le famiglie possono lasciare liberamente i propri figli crescere. Facendo un calcio pulito e trasparente cercando di formare i giocatori al meglio possibile. Quest’anno c’è una novità, abbiamo formato l’under 16 elite che parteciperà come matricola al più importante campionato laziale. L’importante è vedere sempre i ragazzi con il sorriso.”

Lei è osservatore dell’Atalanta Calcio come giudica la politica della squadra? Ha mandato qualche giocatore a Bergamo?

“Si abbiamo mandato qualche giocatore a Bergamo, siamo l’unico centrotecnico Atalanta nell’area centro. Per quanto riguarda la politica della Dea è un politica che mira tanto lo sviluppo del settore giovanile che ha pochi eguali in Europa. Riesce ancora a lanciare i giovani in prima squadra come Scalvini, difensore classe 2003, e comunque fa anche plusvalenze importanti. I risultati si vedono sono il frutto di un processo partito dal basso e che ha portato l’Atalanta ad essere un club importante sia al livello tecnico che economico.”