Tiziano Crudeli certissimo del Closing, bisogna investire con oculatezza
Il Milan di Vincenzo Montella sta lentamente risalendo la china dopo un periodo negativo, caratterizzato da tre sconfitte di fila in campionato e dall’eliminazione dalla Coppa Italia. Gli infortuni che hanno falcidiato soprattutto il comparto difensivo dei rossoneri hanno avuto una certa rilevanza, pari alla latitanza in zona gol degli attaccanti. In più c’è la questione relativa al closing, ormai imminente, che non può non aver avuto una certa influenza su tutto l’ambiente, soprattutto quando regnava un certo scetticismo dopo il clamoroso rinvio dello scorso Dicembre.
Ne parliamo con Tiziano Crudeli, giornalista che, al di là del cuore che pulsa sangue rossonero, ci aiuta a fare una disamina attenta su quanto succede in Casa Milan nelle ultime settimane. Di seguito le parole rilasciate ai microfoni di sportpaper.it
La settimana scorsa è stato indetto un Consiglio di Amministrazione in seduta straordinaria, dal quale è emersa finalmente la data fatidica del tanto sospirato closing. Dal prossimo 1 Marzo (con proroga massima per il 3), il Milan passerà in mani cinesi. Quali orizzonti si prospettano per il club rossonero?
“Innanzitutto prima vorrei vedere i fatti, anche se sono sicuro che il closing si farà. Mi auguro che la nuova proprietà (la Sino Europe ndr) riporti il Milan ai livelli che gli competono. In primis compiendo un’opera di rafforzamento della rosa, per poter essere competitivi ai massimi livelli. Non sarà facile, perchè i ritocchi da fare saranno più ingenti rispetto ad altre squadre che possono contare su un parco giocatori di maggior livello. Montella, fortunatamente, dispone di giovani promettenti grazie al lavoro svolto da Filippo Galli nella cura del settore giovanile, e questo per il futuro del Milan sarà sicuramente importante. Ma se il Milan vuole dare vita ad un nuovo ciclo vincente deve investire con criterio, ma su giocatori di spessore”.
Che ruolo potrebbe ricoprire Silvio Berlusconi, una volta insediatasi la nuova proprietà?
“Le indiscrezioni che emergono sono fra le più disparate, ma a livello di certezze direi che non ve ne sono ancora. Sicuramente rivestirà un ruolo importante. Stiamo parlando d’altro canto di una figura che ha permesso al Milan, per trent’anni, di recitare un ruolo da protagonista assoluto nel panorama calcistico mondiale. Personalmente sarei molto contento nel vederlo ancora in prima linea”.
La Sino Europe, al di là degli investimenti che avrebbe intenzione di fare già la prossima estate, non farebbe bene anche a capire cosa significhi presiedere un club di questa importanza, con una sua filosofia esportata in tutto il mondo? Viene in mente anche la vicenda che ha visto coinvolto Paolo Maldini lo scorso autunno. Non poteva essere gestita meglio?
“Beh, chi investe nel calcio lo fa per poter ottenere un indotto, e questo è un ragionamento di natura prettamente imprenditoriale. Lo stesso Berlusconi, attraverso i successi ottenuti con il Milan, ne ha tratto un enorme vantaggio, sia come uomo d’affari ma soprattutto per quanto riguarda la sua carriera politica. Su Maldini, occorre fare un distinguo fra il calciatore e l’uomo. Nel primo caso, è stato un autentica leggenda e questo glielo riconosciamo tutti. Ma quando si vestono altri panni, come quelli del dirigente, non si può improvvisare pensando di partire subito dalla cima. Occorre ripartire da zero, per poi costruirsi una nuova carriera e un nuovo percorso”.
Per quanto riguarda il prossimo mercato, stanno iniziando a circolare i primi nomi di una certa rilevanza, come Keita o Cahlanoglu. La futura proprietà pare abbia intenzione di investire una cifra intorno ai 130 milioni di Euro per rinforzare la squadra.
“Se ci sarà il closing, e credo proprio che ci sarà, allora potremo fare un discorso più attendibile. Ora come ora è tutto ancora abbastanza prematuro. Certamente la squadra va rinforzata e la futura proprietà si adopererà al riguardo. L’importante è farlo con un certo criterio e una certa oculatezza. Spendere cifre enormi tanto per spendere non avrebbe senso. L’importante è mettere in condizione il tecnico di poter allenare una rosa ancora più competitiva”.