Fulvio Collovati, ex giocatore di Milan e Inter, nonché campione del mondo con l’Italia nel 1982, è intervenuto ai microfoni di SportPaper.it. Le sue parole:
Collovati: “Derby gara che sfugge ad ogni pronostico. Inter scottata dalla Supercoppa”
Avendo giocato il derby di Milano sia con la maglia del Milan che con quella dell’Inter, quali differenze ha percepito tra le due esperienze e quale pensa possa essere la favorita Domenica?
“Dopo aver vissuto 12 anni di derby da entrambe le sponde posso dire che non ci sono differenze. Il derby, indipendentemente da tutto è una partita sentita, emozionante e che sfugge ad ogni pronostico, in questo momento sta meglio l’Inter ma non sento di sbilanciarmi. Se guardiamo i precedenti di questa stagione verrebbe da dire Milan ma certamente la squadra di Inzaghi è rimasta scottata dalle due sconfitte precedenti.”
Con l’arrivo di Sergio Conceicao sulla panchina del Milan, quali cambiamenti tattici o di approccio ha notato nella squadra in vista del derby?
“Il vero cambiamento, almeno inizialmente sarà di natura mentale. Mi piace molto Conceicao, è un allenatore protagonista e di personalità. È quel tipo di tecnico che usa il bastone. Personalmente nella mia carriera non ho mai avuto bisogno di essere bacchettato dal mister per poter rendere meglio ma ovviamente ci sono dei tipi di giocatori che hanno bisogno di questo tipo di approccio. Conceicao è uno che non guarda in faccia nessuno, non usa mezze misure. Apprezzo molto queste sue qualità”
Guardando la classifica l’Inter arriva a questo derby da favorita, ma il Milan con Conceicao ha dimostrato di saper sorprendere. Quali pensa siano le chiavi tattiche della partita?
“Sono squadre che sviluppano molto il proprio gioco sulle fasce, dunque secondo me sarà lì la battaglia, occhio al duello tra un Dumfries in grande forma e Theo Hernandez. Inoltre l‘Inter ha dalla sua anche uno dei migliori esterni sinistri in circolazione, ovvero Dimarco. D’altro canto i rossoneri sullo stesso out hanno un leader come Pulisic. Spostandoci in mezzo al campo Calhanoglu rischia di dare forfait, dunque il Milan dovrà cercare di sfruttare questa assenza, essendo il perno del centrocampo nerazzurro.”
L’Inter quest’anno ha già subito due sconfitte nei derby, in particolare quella in Supercoppa. Quanto pensa che possa influire questo fattore psicologico sulla squadra di Inzaghi?
“Ogni Derby ha una sua storia. Se pensiamo a questa stagione il primo confronto tra le milanesi c’è stato alla 4ª giornata di campionato con un’Inter ancora in rodaggio. Il risultato più inaspettato è stato certamente quello della Supercoppa, soprattutto per come si era messa la partita. È difficile pensare ad un’Inter che spreca un vantaggio di 2 reti. Sicuramente per i nerazzurri è una gara che ha fatto scuola.”
Lei ha giocato in un’epoca in cui il derby era vissuto con grande passione anche fuori dal campo. Oggi, con il calcio moderno, crede che abbia mantenuto lo stesso fascino?
“Per certi versi a livello di passione è cambiato tutto. Ricordo che quando ero io a giocare i derby, si andava in ritiro 3-4 giorni prima della partita, ad oggi non si va neppure il giorno prima. Prima era una vera e propria stracittadina, era Moratti contro Berlusconi, due identità distinte a confronto. Ad oggi mancano dei veri e propri punti di riferimento che facciano sentire il giusto attaccamento al derby. Fino a qualche anno fa il semplice risultato di una stracittadina salvava o condannava una stagione, il derby si viveva anche fino a 15 giorni dopo. Ora in un mondo più frenetico e dominato dai social è cambiato tutto. Ad oggi, piuttosto che calarsi in 90 minuti di partita, molti telespettatori si accontentano di guardare gli highlights.”