Per il campione romagnolo il pugilato non è una fucina per ‘bulli’: “La boxe mi ha aiutato ad essere una persona migliore”
In esclusiva su SportPaper si è raccontato Matteo Signani, classe ’79 soprannominato ‘il Giaguaro’, militare appartenente alla Guardia Costiera italiana. Il pugile romagnolo è stato per ben due volte campione d’Italia ed è l’attuale detentore del titolo europeo dei pesi medi. Nel suo ultimo match ha difeso il titolo, in terra francese, contro il padrone di casa, l’ostico Beaussire, vincendo in maniera esaltante per KOT alla seconda ripresa.
guarda qui:https://www.youtube.com/watch?v=xfcLTnG4OnQ
L’intervista a Matteo Signani:
Come ti sei avvicinato al pugilato?
“Da piccolo ho fatto nuoto per tanti anni, e ho giocato anche a calcio, ma ero una ‘schiappa’. Devo aggiungere anche che ero un ragazzo particolarmente ‘discolo’, quello che oggi definiremmo ahimè un ‘bullo’. Proprio in merito a questo c’è un episodio in particolare che mi ha fatto avvicinare e scoprire il mondo della boxe…quando ero ragazzo, appunto, facevo sempre dispetti ad un mio vicino di casa fino purtroppo a farlo piangere; un giorno il suo babbo disperato mi prese da parte e mi consigliò di smetterla e di andare a sfogarmi in una palestra di pugilato. Accettando il consiglio mi recai proprio in palestra, dove trovai un ambiente che mi aiutò ben presto a capire cos’è il sacrificio, la disciplina e il rispetto per le altre persone”
E’ ormai infatti, usuale accostare erroneamente gli sport da combattimento al fenomeno del bullismo. Ritieni utile, quindi, far avvicinare i giovani a questi sport?
“Assolutamente si, la mia storia è una prova. Il pugilato mi ha aiutato a incanalare la mia esuberanza in qualcosa di sano e costruttivo.”
Avresti mai pensato di raggiungere questi livelli?
“Ci sono i sogni nel cassetto, giusto? Ecco, io lo apro e li prendo…”
Allenamenti e giornata tipo?
“Di solito faccio dai dieci ai dodici allenamenti alla settimana. La mattina mi alzo presto e vado in palestra dove svolgo la parte aerobica, corsa e alcune preparazioni specifiche; poi alle 8:00 vado a lavorare in Capitaneria. Nel pomeriggio, finito il turno, vado di nuovo in palestra per circa 3 ore, per preparare la parte tecnica: sparring, figure, sacco…quindi mi alleno 2-3 ore al mattino e 2-3- ore al pomeriggio.”
A quale pugile ti ispiri?
“Io non è che mi ispiro a qualcuno in particolare, io ho il mio stile….i miei idoli sono comunque: Óscar De La Hoya e Marvin Hagler“
Quale pugile ritieni sia il miglior P4P?
“A parte me???…A parte gli scherzi, credo che il miglior pugile in circolazione sia Gennadij Gennadijevič Golovkin”
Nel tuo curriculm si annovera la vittoria contro l’ex campione del mondo De Carolis…
“Si, io e lui siamo amicissimi…e nel 2010 ci siamo sfidati per il titolo italiano”
A quale match sei più legato?
“L’ultimo, l’ultimo match che faccio è sempre il più bello: ‘pensa come non dovessi morire mai e vivi come dovessi morire domani’“.
Quali sono i prossimi obiettivi?
“Sinceramente non lo so, spero di andare avanti, e poi si fa quel che si può!”
Ringraziamenti particolari?
“Ringrazio in primis tutto il mio staff, in particolare: il mio storico allenatore Gianmaria Morelli, il secondo Daniel Scarpellini, l’aiuto preparatore Nicola Zignani, il nutrizionista Andrea del Seppia infine l’ osteopata Filippo Saulle; inoltre vorrei ringraziare anche tutti i pugili con cui mi ho fatto sparring, e mi hanno permesso di preparare al meglio soprattutto questo ultimo match. Ringrazio infine il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.“
Pensi ad un futuro da allenatore?
“No al momento ancora no.”