Pochi conoscono gli umori di Firenze come Giancarlo Antognoni. Lui, campione del mondo nel 1982, che con la maglia della Fiorentina – indossata dal 1972 al 1987 – ha collezionato 341 presenze e 61 reti incantando milioni di appassionati gigliati e non. SportPaper lo ha chiamato in causa per commentare la stagione della squadra allenata da Paulo Sousa, ora in un momento non facile dopo aver brillato nella prima parte di campionato.
Un girone di ritorno insufficiente ha rispedito la Fiorentina in zona Europa League: tracollo viola?
“Tracollo non direi, credo piuttosto che la Fiorentina sia nella situazione che le compete. Naturalmente viene da pensare ad un brusco calo se si guarda a quasi tutto il girone d’andata, quando i viola erano in testa, ma non è ancora quella la dimensione della squadra. C’è stato un piccolo passaggio a vuoto ma non serve farne un dramma”.
Si poteva fare qualcosa in più nel mercato di gennaio?
“A gennaio si compra poco e spesso male perché i giocatori di livello vengono blindati fino al termine della stagione. Gli acquisti si fanno durante la sessione estiva, quindi non è che la Fiorentina abbia sbagliato granché in inverno. Certo, se uno cominciasse a fare dei sacrifici e a tirare fuori i soldi qualcosa si potrebbe fare anche a gennaio… (ride)”.
Per cosa deve lottare, da qui a fine campionato, la squadra di Sousa?
“Quarto o quinto posto cambia poco, si ottiene comunque una posizione che garantisce la qualificazione in Europa League e che rappresenta, al momento, la reale dimensione della Fiorentina. Il bilancio della prima stagione in viola di Paulo Sousa è da considerarsi positivo: ha migliorato il piazzamento in campionato dello scorso anno e fatto vedere cose interessanti, specie perché appunto è al primo anno con questa squadra”.
Cosa si aspetta alla fine di questa stagione?
“Dalla Fiorentina mi aspetto la ricostruzione di alcune cose, o almeno è ciò che leggo e sento in giro. D’altronde è naturale che quando non si va al 100% qualcosa si cambia, poi deciderà la società”.