El Shaarawy: “Il mio primo gol sotto la Sud, emozione unica. De Rossi non è cambiato”

L'italo-egiziano è tornato a parlare del club giallorosso e della nuova esperienza in panchina di Daniele De Rossi

El Shaarawy
ROMELU LUKAKU ABBRACCIA STEPHAN EL SHAARAWY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Intervistato da Star Casinò Sport, Stephan El Shaarawy è tornato a parlare della Roma e di Daniele De Rossi, toccando molti temi dal suo esordio fino alla Nazionale.

El Shaarawy: “I tifosi della Roma sono speciali”

Descriviti come calciatore e compagno di squadra dentro e fuori dal campo.
“Nasco come esterno sinistro, alternando la fase offensiva e difensiva. Sono un giocatore di movimento e con il passare degli anni sono diventa più duttile, adattandomi a diversi ruoli in caso di emergenza. Ho sempre avuto un buonissimo rapporto con i compagni e lo staff, mi sono sempre fatto voler bene da tutti”.

Che ricordi hai del tuo esordio alla Roma?
“Mi torna subito in mente il gol contro il Frosinone, è stato un gol liberatorio e un’emozione unica. Venivo da un’esperienza non facile a Monaco, sono arrivato a Trigoria e dopo due allenamenti con la squadra Spalletti mi disse che avrei giocato titolare. Feci il gol del vantaggio sotto la Curva Sud, un’emozione unica”.

Come è cambiato il tuo rapporto con De Rossi da compagno ad allenatore?
“Non è cambiato quasi niente. Daniele ha sempre mantenuto lo spirito allegro che aveva anche da compagno di squadra, sempre sorridente e con la battuta pronta, ma quando entrava in campo era un guerriero che dava tutto per la maglia. Lo è ancora oggi, soprattutto con chi conosce da più tempo. Siamo esperti e professionisti, sappiamo quando c’è da scherzare e quando entrare in campo e dare il massimo per la Roma”.

Hai un rito prepartita?
“Parecchi, tanti piccolo riti scaramantici. Sono tanti anni, non ci faccio neanche quasi più caso”.

Come gestisci la pressione?
“Ognuno prepara la partita a suo modo. Ovviamente si pensano a tante cose che potrebbero accadere, ma quando inizia la partita prevale l’istinto e viene tutto in maniera naturale. Io cerco di focalizzarmi sulle cose positive delle partite precedenti per arrivare più positivo alla partita”.

Il momento di svolta nella tua carriera?
“Il secondo anno al Milan, quando feci la miglior stagione della mia carriera, e l’arrivo a Roma nel 2016”.

Definisci con una parola i tifosi della Roma.
“Non è facile. Sono speciali, hanno un amore incondizionato per questa società nonostante i risultati sportivi. In ogni partita sono sempre lì a tifare a farci sentire tutto il loro calore. Siamo felici di averli accanto”.

A che calciatore del passato ti senti di assomigliare?
“Mi sono sempre ispirato a Kaka, il mio idolo”.

Cosa farai al termine della carriera?
“Non so se rimarrò nel mondo del calcio, potrei intraprendere la strada imprenditoriale. Io e mio fratelli abbiamo fatto diversi investimenti nel mondo immobiliare e delle macchine, per cui c’è anche quell’opzione lì. Manca ancora un po’, le idee potrebbero cambiare”.

Il momento più bello con la maglia della Roma?
“La vittoria della Conference. Il primo trofeo con questa maglia, un sogno che si è avverato. Poi sicuramente il giro di Roma e la festa sul pullman con la gente”.

Cosa ti porti dietro di ciascun club della tua carriera?
“Sono state tutte esperienze importanti con emozioni positive e negative, mi hanno fatto crescere e capire tanto. Con il Genoa ho esordito in Serie A, Padova è stata la mia prima esperienza fuori casa e mi sono trovato da Dio. Al Milan ho fatto il salto dalla Serie B, ho fatto la mia stagione migliore. In Cina è stata un’esperienza e un’opportunità che ho voluto sfruttare, a Monaco non ho ottenuto risultati positivissimi, ma da lì sono arrivato a Roma e rilanciato verso gli Europei del 2016. Il ritorno a Roma è stato molto importante, ora penso a fare bene qua”.

L’avversario più forte?
“Messi”.

Il ricordo più prezioso che ti lega al tuo ex allenatore Dionigi Donati?
“Lui è stato fondamentale nel mio percorso di crescita, così come mio padre. Il ricordo più prezioso è il primo gol in carriera, lui mi prese in spalla e mi fece fare il giro di campo. Poi l’ultimo saluto, quella è stata l’ultima volta che l’ho visto, è stato un momento molto toccante”.

Lo stadio che ti ha suscitato più emozioni oltre all’Olimpico?
“San Siro e Marassi. La mia famiglia tifa Genoa, io ho anche fatto il raccattapalle a Marassi. Sono cresciuto in quello stadio. San Siro è un sogno. Poi ovviamente l’Olimpico”.

Il momento più emozionante in Nazionale?”                                                         L’esordio e la doppietta da capitano contro la Moldavia”.