La Coppa Intercontinentale, ieri e oggi.
Ieri, quando in Europa si finiva di pranzare, il Real Madrid ha sconfitto con un netto 4 a 2 i giapponesi del Kashima Antlers: le merengues, dopo aver già alzato durante l’anno solare la Champions League a Milano e la Supercoppa europea a Montecarlo, hanno alzato al cielo di Yokohama la loro seconda Coppa del Mondo per club FIFA. Con la vittoria dell’”International Stadium” di Yokohama, il club spagnolo ha conquistato il ventunesimo trofeo internazionale della sua storia.
Dal dicembre 2005 si gioca la Coppa del mondo per club FIFA, un torneo patrocinato dalla Federcalcio mondiale che vede di fronte le vincitrici delle sei Champions League continentali e dal 2007 anche della squadra vincitrice del campionato di massima serie che ospita la manifestazione.
L’edizione di quest’anno è stata vinta per la nona volta (su tredici edizioni) da una squadra europea. Il meccanismo del trofeo, tacitamente, è fatto in modo che la finale venga disputata tra la vincitrice della Champions europea e di quella sudamericana, la Copa Libertadores, ma quest’anno per la terza volta a raggiungere la finale è stata una squadra non sudamericana: dopo gli africani del Mazembe nel 2010 e del Raja Casablanca nel 2013, in questa edizione è toccato i giapponesi dei Kashima Antlers, campioni nazionali giapponesi ma non campioni d’Asia.
Il Real Madrid, alla sua terza partecipazione, è sceso in campo in semifinale dove ha sconfitto i Campioni del Nord America dell’América di Città del Messico, mentre gli Antlers hanno eliminato nei play off i campioni di Oceania dell’Auckland, nei quarti i campioni d’Africa del Mamelodi Sundowns di Pretoria ed in semifinale i vincitori della Copa Libertadores, l’Atlético Nacional di Medellin.
Nel 2005 il Mondiale per club FIFA ha preso il posto della Coppa Intercontinentale, con un’edizione pilota disputatasi nel gennaio 2000.
Nata nel 1960, la Coppa intercontinentale, nelle sue 43 edizioni disputate, ha sancito “idealmente” la squadra campione del Mondo per club. Idealmente poiché la FIFA non l’ha mai considerata una vera coppa del Mondo per club in quanto non vi hanno mai preso parte altre formazioni campionesse continentali, anche se l’ha considerata come un trofeo a tutti gli effetti. Eh si perché a giocarsi la prestigiosa coppa sono state, tra il 1960 ed il 2004, solo due formazioni: la più forte d’Europa e la più forte del Sudamerica, le squadre provenienti dai due continenti “calcistici” più evoluti del pianeta e diversi per stili di gioco e come passione nel tifosi.
In quegli anni, il Real Madrid era la squadra più forte d’Europa: cinque finali di Coppa dei Campioni consecutive con cinque vittorie nette. Mancava solo la ciliegina sulla torta: diventare la squadra più del Mondo. Come fare? Semplice, istituire una coppa ad hoc. La sfidante doveva essere, per forza, una squadra del Sudamerica, il Continente, come detto, calcisticamente più evoluto. E nel 1960, la Confederación sudamericana de Fútbol istituì la Copa Libertadores sulla base della europea Coppa dei Campioni e la vincitrice avrebbe affrontato il Real Madrid, il 18 maggio 1960 vincitore della quinta Coppa consecutiva battendo (sonoramente) i tedeschi dell’Eintracht Francoforte con poker di Puskás e tripletta di di Stefano.
La prima finale della Coppa Intercontinentale fu tra il Real Madrid e il Penarol di Montevideo, giocata in due partite: il 3 luglio 1960 allo stadio “Centenario” ed il 4 settembre successivo al “Bernabeu”. La Coppa fu vinta dagli spagnoli (0 a 0 in Uruguay, 5 a 1 in casa).
Il nuovo trofeo piacque fin da subito: a parte i Mondiali di calcio, che si disputavano (e si disputano), ogni quattro anni, quella era l’occasione giusta per mettere di fronte due scuole calcistiche affascinanti e diverse allo stesso tempo. Sopratutto dal punto di vista del tifo, con i supporter sudamericani che nelle partite giocate da loro erano il dodicesimo uomo in campo, facendo paura (nel vero senso del termine) alle squadre europee. Chiedere a Nestor Combin e al Milan nella finale del 1969 contro gli argentini dell’Estudiantes di La Plata.
Tra la prima e la diciottesima edizione, quella del 1979, la finale era al meglio delle tre sfide con match di andata e ritorno. In quattro casi si è dovuti andare alla “bella”: tra la partita di andata e quella di ritorno, le squadre erano a pari punti (una vittoria entrambe, un pareggio per entrambe) e fu necessario disputare un ultimo incontro su campo neutro ma nel continente in cui si è giocata la partita in casa. Dall’edizione del 1969 a quella del 1979, la Coppa venne assegnata per la migliore differenza reti.
Tra il 1960 e il 1979 non si disputarono due edizioni ed una venne vinta da una squadra né campione d’Europa né del Sudamerica (1975 e 1978; 1974). Le squadre europee non videro mai di buon occhio il fatto di giocare due partite di cui in Sudamerica: tra viaggi impegnativi, impegni concomitanti durante l’anno ed il chiassoso tifo di Paesi come Uruguay, Brasile e Argentina, alcune squadre si rifiutarono di giocare la coppa, lasciando spazio alla finalista perdente della Coppa dei Campioni.
Solo con l’edizione del 1980 la Coppa Intercontinentale cambiò veste. E non solo: partita secca a Tokyo nel mese di dicembre, lontana sia dall’Europa che dal Sudamerica e senza impegni particolari di campionato nel mentre, con la ricca partnership (e soprattutto sponsorship) della Toyota. Il nuovo format fu voluto per evitare i forfait, sviluppare il calcio in Estremo oriente e dare linfa nuova ad un trofeo che di anno in anno non appassionava come le prime edizioni. Unico inconveniente (non da poco): la scarsa presenza dei tifosi delle due squadre.
Alla Coppa Intercontinentale (che formalmente venne chiamata Coppa Europeo-Sudamericana Toyota) veniva anche consegnata la “Toyota Cup” al vice-capitano della squadra.
L’ultima partita della Coppa Intercontinentale fu disputata tra il Porto e l’Once Caldas, con vittoria lusitana ai rigori.
I nostalgici del calcio del passato rimpiangono molto la Coppa Intercontinentale, mentre vedono una cosa prettamente commerciale il Mondiale per club FIFA.
Computo delle vittorie
Si sono disputate quarantatre finali di Coppa Intercontinentale: si sono aggiudicate il trofeo 25 squadre diverse. In finale sono arrivate ventidue rappresentanti la CONMEBOL e ventuno la UEFA
L’unica partita secca unica pre-1980
In un solo caso fu disputata la finale secca, quella del 1973 tra i Campioni del Sudamerica dell’Indipendiente di Avellaneda e la Juventus, finalista perdente della Coppa dei Campioni contro l’Ajax. Gli olandesi rinunciarono alla finale e si decise di giocare una sola partita: la sede fu l’”Olimpico” di Roma il 28 novembre 1973. Si imposero gli argentini per 1 a 0.
Le finali spareggio
In soli quattro casi, tra il 1960 ed il 1979, si è disputata la “bella” per assegnare la Coppa Intercontinentale: nel 1961 tra Benfica e Penarol; nel 1963 tra Milan e Santos; nel 1964 tra Inter ed Independiente Avellaneda; nel 1967 tra Celtic Glaslow e Racing Club Avellaneda. Vinsero Penarol, Santos, Inter e Racing Club Avellaneda.
Le finale risolte ai tempi supplementari
In cinque occasioni, la Coppa è stata assegnata al 120′, vale a dire dopo la disputa dei tempi supplementari in quanto la finale era sul punteggio di parità dopo i primi novanta minuti: una nel contesto delle “doppie partite”, quattro tra il 1980 ed il 2004.
Nel primo caso, l’Inter ebbe la meglio sull’Indipendiente solo nei supplementari della terza sfida; negli altri casi il Gremio, il Porto, il Milan e il Bayern Monaco vinsero il trofeo solo ai tempi supplementari contro Amburgo, Penarol, Atletico Nacional e Boca Juniors
Le finali risolte ai calci di rigore
Con la formula a partita secca, in cinque occasioni è stato necessario arrivare alla lotteria dei calci di rigore per assegnare la Coppa Intercontinentale: nel 1985, nel 1988, nel 1995, nel 2003 e nel 2004. Juventus, Nacional, Ajax, Boca Juniors e Porto ebbero la meglio su Argentinos Juniors, PSV Eindhoven, Gremio, Milan e Once Caldas. Porto-Once Caldas si è protratta fino al diciottesimo penalty, 8 a 7 (un errore i portoghesi, due i colombiani), ed è la partita più lunga di tutta la manifestazione, “belle” escluse.
Le edizioni non disputate
Per motivi di tipo “logistico” non si sono disputate due edizioni: quella del 1975 tra Bayern Monaco e Independiente e quella del 1978 tra Liverpool e Boca Juniors.
Le edizioni con la finalista perdente della Coppa dei Campioni
In cinque occasioni, la squadra campione d’Europa ha dato forfait e quindi la finale della Coppa intercontinentale ha visto giocare la squadra vincitrice della Copa Libertadores e la squadra finalista perdente della Coppa dei Campioni/Champions League. Di queste, una sola finale di questo tipo è stata giocata dal 1980 al 2004.
Le finali giocate dalle finaliste perdenti della Coppa dei Campioni furono quella del 1971 (Panathinaikos al posto dell’Ajax contro il Nacional Montevideo), 1973 (Juventus al posto dell’Ajax contro l’Independiente Avellaneda), 1977 (Borussia Mönchengladbach al posto del Liverpool contro il il Boca Juniors), 1979 (Malmoe al posto Nottingham Forrest contro l’Olimpia Asuncion) e 1993 (Milan invece dell’Olympique Marsiglia contro il San Paolo). Nel 1974, l’Atletico Madrid sostituì l’ajax e in finale sconfisse l’Independiente Avellaneda: i colchoneros sono l’unica squadra vice-campione d’Europa ad aver vinto la Coppa Intercontinentale.
Le città multi-vincitrici
Le città ad avere almeno due vincitrici diverse sono Montevideo (Penarol e Nacional), Milano (Milan e Inter), Madrid (Real Madrid e Atletico Madrid), Avellaneda (Independiente e Racing Club), Buenos Aires (Boca Juniors, River Plate, Vélez Sarsfield).
Vediamo nel dettaglio, Nazione per Nazione, il computo delle vittorie e delle sconfitte di ogni singola squadra
ITALIA
Squadre partecipanti: Milan, Inter, Juventus
Vittorie: 7 (Milan nel 1969 contro Estudiantes, nel 1989 contro Atletico Medellin, nel 1990 contro Olimpia Asuncion; Inter nel 1964 e nel 1965 contro Independiente Avellaneda; Juventus nel 1985 contro Argentinos Junior e nel 1996 contro River Plate)
Sconfitte: 5 (Milan nel 1963 contro Santos, nel 1993 contro San Paolo, nel 1994 contro Vélez Sarsfield, nel 2003 contro Boca Juniors; Juventus nel 1973 contro Independiente Avellaneda).
Finali disputate da finale perdenti della Coppa dei Campioni/Champions League: Juventus (1973 sconfitta da Independiente Avellaneda) e Milan (nel 1993 contro San Paolo).
SPAGNA
Squadre partecipanti: Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid
Vittorie: 4 (Real Madrid nel 1960, nel 1998 e nel 2002; Atletico Madrid nel 1974)
Sconfitte: 3 (Real Madrid nel 1966 e nel 2000; Barcellona nel 1992)
Finali disputate da finaliste perdenti della Coppa dei Campioni/Champions League: Atletico Madrid (nel 1974 contro l’Independiente Avellaneda)
PORTOGALLO
Squadre partecipanti: Benfica, Porto
Vittorie: 2 (Porto nel 1987 e nel 2004)
Sconfitte: 2 (Benfica nel 1961 e nel 1962 )
FRANCIA
La Francia ha un caso limite: l’unica squadra ad aver vinto la Coppa dei Campioni è stata l’Olympique Marsiglia nel 1993. Dopo la vittoria, si scoprì un giro di corruzione che coinvolse alcuni dirigenti e giocatori del club. La squadra fu estromessa dalla finale e il suo posto fu preso dal Milan.
GERMANIA
Squadre partecipanti: Bayern Monaco, Borussia Mönchengladbach, Borussia Dortmund
Vittorie: 3 (Bayern Monaco nel 1976 e nel 2001; Borussia Dortmund nel 1997)
Sconfitte: 2 (Borussia Mönchengladbach nel 1977; Amburgo nel 1983)
Finali disputate da finale perdenti della Coppa dei Campioni/Champions League: Borussia Mönchengladbach (nel 1977 contro il Boca Juniors)
PAESI BASSI
Squadre partecipanti: Feyenoord, Ajax, PSV
Vittorie: 3 (Feyenoord nel 1970; Ajax nel 1972 e nel 1995)
Sconfitte: 1 (PSV Eindhoven nel 1988)
INGHILTERRA
Squadre partecipanti: Manchester United, Nottingham Forest, Aston Villa, Liverpool
Vittorie: 1 (Manchester United nel 1999)
Sconfitte: 5 (Manchester United nel 1968; Nottingham Forest nel 1980; Liverpool nel 1981 e nel 1984; Aston Villa nel 1982)
SVEZIA
Squadre partecipanti: Malmoe
Vittorie: 0
Sconfitte: 1 (1979)
Finali disputate da finale perdenti della Coppa dei Campioni/Champions League: nel 1979 al posto del Nottingham Forest contro Olimpia Asuncion
ROMANIA
Squadre partecipanti: Steaua Bucarest
Vittorie: 0
Sconfitte: 1 (1986)
SCOZIA
Squadre partecipanti: Celtic Glaslow
Vittorie: 0
Sconfitte: 1 (1967)
JUGOSLAVIA
Squadre partecipanti: Stella Rossa Belgrado
Vittorie: 1 (1991)
Sconfitte: 0
GRECIA
Squadre partecipanti: Panathinaikos
Vittorie: 0
Sconfitte: 1 (1971)
Finali disputate da finalista perdenti della Coppa dei Campioni/Champions League: Panathinaikos al posto dell’Ajax contro Nacional
BRASILE
Squadre partecipanti: Santos, Cruzeiro, Flamengo, Gremio, San Paolo, Vasco da Gama, Palmeiras
Vittorie: 6 (Santos nel 1962 e nel 1963; San Paolo nel 1992 e nel 1993; Flamengo nel 1981: Gremio nel 1983)
Sconfitte: 5 (Cruzeiro nel 1976 e 1997; Gremio nel 1995; Vasco da Gama nel 1998; Palmeiras nel 1999)
ARGENTINA
Squadre partecipanti: Boca Juniors, Independiente Avellaneda, Racing Club Avellaneda, Estudiantes, River Plate Argentinos Jrs
Vittorie: 9 (Racing Club Avellaneda nel 1967; Estudiantes nel 1968; Independiente Avellaneda nel 1973 e 1984; Boca Juniors nel 1977, 2000 e 2003; River Plate nel 1986; Velez Sarsfield nel 1994)
Sconfitte: 9 (Independiente Avellaneda nel 1964, 1966, 1972 e 1974; Estudiantes nel 1969 e 1970; Argentinos Junior nel 1985; River Plate nel 1996; Boca Juniors nel 2001)
URUGUAY
Squadre partecipanti: Penarol, Nacional
Vittorie: 6 (Penarol nel 1961, 1966 e 1982; Nacional nel 1971, 1980 e 1988)
Sconfitte: 2 (Penarol nel 1960 e 1987)
PARAGUAY
Squadre partecipanti: Olimpia Asuncion
Vittorie: 1 (1979 contro il Nottingham)
Sconfitte: 2 (1990 contro il Milan, 2002 contro Real Madrid)
COLOMBIA
Squadre partecipanti: Atletico Nacional, Once Caldas
Vittorie: 0
Sconfitte: 2 (1989 contro il Milan l’Atletico Nacional; 2004 contro il Porto l’Once Caldas)
CILE
Squadre partecipanti: Colo Colo
Vittorie: 0
Sconfitte: 1 (1991 contro la Stella Rossa Belgrado)