La Dea: un nuovo culto
In un sistema consolidato si fa sempre fatica ad accettare un aggiornamento. Nel corso degli anni le candidate naturali per il titolo del massimo campionato di calcio hanno visto un costante aggiornamento lessicale. Per lungo tempo il campionato è stato considerato un gioco a tre con le così “dette squadre a strisce” a giocarsela, ed è davvero superfluo specificare il riferimento. Poi è arrivato il tempo delle Sette Sorelle, un escamotage giornalistico per metterci dentro tutto senza prendere posizione.
Una realtà consolidata
In questo 2024 è arrivato il tempo di porre un asterisco importante: c’è una nuova squadra a strisce neroazzurre che merita una maggiore considerazione, e ovviamente non è l’Inter. L’Atalanta di Gasperini è una realtà consolidata, e dopo il suggello della scorsa stagione con l’esaltante affermazione in ambito europeo, oggi è qualcosa di più di un terzo o quarto incomodo. Gli estimatori della Dea si susseguono, e nel campionato più fluido e indecifrabile degli ultimi vent’anni è tempo di dirlo apertamente: la squadra bergamasca è una candidata a pieno titolo per lo Scudetto.
I Numeri
Otto vittorie consecutive in serie A, nel mezzo un percorso Champions da primato e il miglior attacco in campionato con ben 36 gol all’attivo. Il frutto dell’ennesima campagna acquisti da bollino blu e un parco attaccanti da far invidia alle migliori compagini europee. Questa è l’istantanea del momento per l’Atalanta. Gasperini è ufficialmente diventato il Mago Merlino della Serie A, con il dono di vitalizzare giocatori apparentemente in letargo (De Ketelaere, la scorsa stagione, Zaniolo quest’anno) e di rivelare talenti come Lookman.
Una squadra da Scudetto
La classifica dice secondo posto, ma a ben vedere dopo il netto 0-3 del Maradona contro la Capolista di poche settimane or sono, oggi non è una follia considerare la Dea la squadra scudetto. Tante, troppe volte non c’è stato il coraggio di dirlo apertamente negli ultimi anni, ma oggi non è una follia anche solo pensarlo. L’Atalanta non ha nulla di meno di inter e Napoli, ovvero le squadre più quotate per la vittoria finale, e se estendiamo il ragionamento alle altre due squadre che numeri alla mano sono potenzialmente della partita- Juve e Milan- il discorso non cambia, anzi. Venerdì sarà proprio la squadra di Fonseca a far visita in quel di Bergamo, e nonostante la fase positiva che sta vivendo il Milan i bookmakers non esitano a dare l’Atalanta come favorita per la vittoria. E come dargli torto!
La qualità
La squadra di provincia che lotta per lo Scudetto è un storia di romanticismo che nobilita il calcio, ed è da un po’ di anni che non fa capolino nel libro mastro del nostro Campionato. E’ bello anche solo pensarlo. Probabilmente non accadrà, eppure è la classica filastrocca che mette tutti d’accordo, partigianerie a parte. Il cammino del Napoli, la solidità dell’Inter sono fattori innegabili, e di certo in termini percentuali le pone un gradino sopra l’Atalanta, ma qualcuno ha il coraggio di negare che sulla qualità del gioco l’Atalanta è di un’altra categoria?
Un orgoglio tutto italiano
Se si rigiocasse oggi la finale di Supercoppa europea andata in scena la scorsa estate tra Real Madrid e Atalanta con molta probabilità darebbe un esito opposto. Oggi la squadra di Gasperini ha una leggerezza e una sicurezza tali da renderla la squadra da battere che al contempo non teme nessuno, e questo senza avere a disposizione i budget di un Manchester City o di un Barcellona. Una storia tutta italiana in un’era in cui molti dei principali club italiani sono multinazionali guidate da società internazionali. Una società da dieci e lode, i cui meriti sono suggellati dalla costanza di un allenatore monumentale.
E’ già una vittoria
E il bello è che tutti questi meriti vadano al di là dei titoli vinti. Che la bacheca nerazzurra incrementi o meno nei prossimi anni, poco importa: tutto quello che sta avvenendo è giù sinonimo di successo. Quasi come se tutti tifassero Atalanta, in un periodo in cui l’attaccamento alla maglia è diventato fuori moda. Oggi non possiamo sapere se a fine stagione l’Atalanta di Gasperini alzerà al cielo un nuovo trofeo. Eppure non importa, perché per noi ha già vinto, nel nome di quel romanticismo calcistico che trasforma una piccola realtà in una grande emozione condivisa.
Luca Cacciatore