La dura vita del portiere

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Il ruolo del portiere è uno di quelli in cui non puoi sbagliare. L’ultimo baluardo della squadra in difficoltà, l’unico in grado di mettere una pezza tra il pallone e la rete. Buffon, Zoff, Peruzzi, sono tra i migliori esempi di portieri a livello nazionale, eppure la loro straordinaria carriera è macchiata da qualche errore che più di una volta ha fatto storcere il naso agli addetti ai lavori. Qualche macchia in un oceano di super interventi, che però hanno sempre in qualche modo inciso nella carriera di questi straordinari numeri uno.

Eppure è proprio questa la bellezza del ruolo del portiere. A differenza dell’attaccante che si può concedere qualche errore di troppo, l’estremo difensore non può permettersi passi falsi. La sua concentrazione è lunga 90 minuti con ogni intervento che deve essere analizzato e realizzato con il massimo della cura. Ogni palla che vaga in area, ogni conclusione diretta in porta, ogni mezzo intervento con i piedi è una chiamata all’appello per il portiere. E il portiere che vuole essere ricordato tra i grandi non deve mai sbagliare, o per lo meno farlo il meno possibile. Buffon non è diventato il numero uno al Mondo solo per le sue gesta e i suoi successi, ma anche per quel paio di errori con Juventus, Parma e Nazionale che lo hanno aiutato crescere anche a livello caratteriale. Stesso discorso per i vari numeri uno che giocano (o hanno giocato) a livello internazionale come Casillas, Neuer, Cech, Van Der Saar, Seaman, che oltre a tanti numerosi successi, hanno anche inanellato una serie clamorosa di errori (per il numero uno del Real Madrid basterebbero gli ultimi mesi).

Tra gli esempi più lampanti di un portiere ricordato più per un errore, che per la sua carriera c’è Walter Zenga. L’ex numero uno dell’Inter fu uno dei migliori portieri italiani degli anni 90, ma la sua vita calcistica è rimasta per sempre macchiata da un clamoroso errore con la Nazionale Italiana. Era la semifinale del mondiale in casa del 1990 e proprio Zenga fu lo sfortunato protagonista di quella serata contro l’Argentina di Maradona. Il portiere azzurro uscì a vuoto su un cross di Olarticoechea e permise a Caniggia di anticiparlo di testa per la rete del pareggio albiceleste. Ai rigori tutti sanno come andò a finire, con l’Italia che si dovette accontentare della finale per il 3/4 posto. Una vera e propria ferita aperta nella carriera di Zenga, che dimostra come il ruolo del portiere sia veramente il ruolo più difficile di questo sport.