Il nuovo centravanti della Roma, Artem Dovbyk, è stato intervistato dal “Corriere dello Sport” svelando il motivo del suo rifiuto all’Atletico Madrid, prima di accettare la proposta dei giallorossi.
Dovbyk: “Atletico Madrid? Non avevano fiducia in me”
Lei era ad un passo dall’Atletico Madrid. Poi Liundovskyi, il suo agente, ha detto che non era il progetto giusto per lei. Ci spiega perché?
“Non lo era perché il rapporto che abbiamo avuto con l’Atletico non è stato dei migliori: c’erano persone che mi volevano e altre no. Non ho avvertito fiducia, al contrario invece della Roma”.
Sulla Roma:
“Questo è il club giusto, ha ambizioni e fame. E poi c’è uno stadio bellissimo, una città meravigliosa e una tifoseria fantastica. A Roma ero stato solo una volta, durante l’ultimo Europeo. Ma era il periodo del coronavirus, e poi ero in nazionale. Sono stato tre giorni, ho visto qualcosa. Mi rifarò presto…”.
Lei ha faticato un po’ ad imporsi nel grande calcio, ma alla fine ce l’ha fatta. Quanto contano carattere e personalità per diventare un top?
“In Danimarca ho avuto un infortunio (rottura del legamento crociato anteriore) che mi ha condizionato, ma che mi ha anche reso più forte. Dopo ho iniziato a lavorare di più in palestra, a fare una vita da professionista. Il carattere mi è servito, per gli attaccanti i gol sono tutto: un centravanti che ha fiducia è un giocatore migliore”.
Che cosa vuol dire aver vinto il Pichichi in Spagna. Negli ultimi 15 anni c’erano riusciti solo Lewandowski, Benzema, Messi e Ronaldo…
“È un trofeo che mi dà ancora più certezze. Devo ringraziare il Girona, i miei compagni e l’allenatore che hanno creduto in me. A inizio stagione nessuno avrebbe scommesso sul fatto che potessi riuscirci, invece ho dimostrato che nel calcio tutto è possibile. Grazie anche alla mia famiglia”.