Donnarumma, le bandiere non esistono più. Ma…

Donnarumma, colpa di Raiola?

E’ un dato di fatto che le “bandiere” non esistono più da parecchio tempo e la vicenda Donnarumma sembra esserne l’ennesima riprova ma se invece avesse ragione lui? Parlare ad un ragazzo di 18 anni di essere il futuro capitano e di “mostri sacri” come i rossoneri Baresi e Maldini (che lui non ha mai visto giocare dal vivo ma forse in un vhs del padre) è come cercare di spiegare ad un adolescente che i Beatles erano meglio di Fedez e Rovazzi messi insieme. Non ti crederanno mai nessuno dei due e se ti diranno di si lo faranno per educazione.

Nel mondo di oggi Donnarumma è un ragazzo che ha fatto tanti sacrifici per diventare quello che è oggi. Lui, un predestinato con il fisico e il talento giusto per essere il vero erede di Buffon. Mentre i suoi coetanei andavano in discoteca e portavano la ragazzina in motorino lui passava gli anni della sua adolescenza allenandosi duramente per dimostrare a tutti di essere un fenomeno. Se ci è riuscito lo deve anche ad una società come il Milan capace di scoprire ed esaltare le sue doti. Poi si arriva nel calcio professionistico, quello che conta, quello con le cifre a 6 zeri e a 16 anni e mezzo ti ritrovi titolare in serie A di una delle squadre più prestigiose al mondo. Il tuo sogno si avvera e baci la maglia perché in quel momento tutto quello che ti circonda è quello che hai sempre voluto. Di giocatori che hanno baciato la maglia e spergiurato fedeltà sotto la curva ne ricordo a decine. Ne ricordo anche però a decine poi il giorno dopo posare per le foto di rito con la maglia della nuova squadra spergiurando (ancora una volta) che quella era la maglia che sognavano sin da piccoli di indossare. E via poi alle ipocrisie di non esultare quando si segna contro una ex. Poi arrivano i tanto vituperati procuratori e fanno il loro sporco mestiere, litigano, minacciano e ottengono spesso quello che vogliono nell’interesse dei loro assistiti pur se qualcuno si ostina a pensare che l’ultima parola spetti al giocatore. La scelta può esserci da parte del giocatore quando sei formato e affermato ma quando hai 18 anni appena compiuti che scelta pensi di poter fare? Sei nelle mani del migliore (o peggiore dipende da voi) procuratore in Italia e lasci fare a chi ne sa più di te, a chi ti sta garantendo un futuro. Futuro che domani potrebbe essere spezzato da un banale incidente casalingo o da un infortunio di gioco e quindi devi ottimizzare al massimo tutto.

Oggi Raiola è linciato da tutti per la vicenda Donnarumma ma in passato era quello osannato per avere in procura Ibra, Balotelli e Pogba. Stesso sporco mestiere hanno sempre fatto i Moggi (pater et filius), i Lippi (figlio con l’aiuto del padre Ct e non dico altro) e la Gea. Di questi ci siamo dimenticati? Oggi tutti sul carro a criticare Raiola? Non scordiamoci che i procuratori esistono perché li hanno voluti i presidenti delle società di calcio, gli stessi che oggi li odiano (sul serio?) e li accusano di avere rovinato il mondo del pallone. Il calcio, come la vita, ha sempre la memoria corta e oggi chi lo critica sarà tra i primi ad osannarlo (se mai dovesse restare al Milan) se parerà un rigore nel derby.

E se invece fosse già stato deciso tutto a tavolino tra il Milan e Raiola? Se il Milan avesse già deciso di fare cassa con la vendita di Donnarumma? In fin de conti a Raiola di prendersi qualche vaffa non gliene frega nulla e la società ne uscirebbe pulita ed intonsa senza colpe. Meditate gente, meditate…..