De Zerbi: “Mi piacerebbe allenare in un altro paese dove non sono stato. Europeo? L’italia si esalta”

Roberto De Zerbi dopo aver ricevuto il premio Nicola Ceravolo ha parlato del suo futuro ed esaltato gli allenatori italiani

4
roberto de zerbi 1000x600
Roberto De Zerbi ph: Fornelli/Keypress

Roberto De Zerbi ex allenatore del Brighton è tornato a parlare del suo futuro e dove gli piacerebbe allenare, oltre al suo pensiero sull’Europeo dell’Italia. Il tecnico è stato omaggiato con il premio Nicola Ceravolo, ed a Italpress ha parlato così.

De Zerbi esalta Spalletti e Gasperini: “Gli allenatori italiani sono i migliori”

“Mi piace allenare, poi dove farlo si vedrà. Sono stato bene in Inghilterra, vediamo. L’importante non è dove allenerò, ma è come andare, come stare in quel posto. Sono sempre stato abituato a scegliere con lucidità e senza farmi prendere dall’ansia di dover per forza allenare. Mi piacerebbe andare in un altro paese dove non sono stato, cercare di imprimere lo stesso gioco in posti diversi. Credo che gli allenatori italiani siano i migliori, sempre all’avanguardia, come comprensione del gioco pochi ci battono. L’ambiente fuori cambia, da noi il risultato sposta tutto, all’estero si vive diversamente. Ho giocato sui campi anche in C, gli allenatori possono essere determinanti nel darti disciplina, organizzazione e fiducia, ma non vincono le partite. Alla fine vince chi ha la rosa più forte nel complesso. Spalletti a Napoli ha fatto un miracolo. Gasperini ha cambiato la serie A non da oggi, da tanti anni”.

Come vede l’Italia all’Europeo?
“Facciamo tutti il tifo per Spalletti e per i giocatori, sarà difficile, ma in quelle competizioni l’Italia si esalta. La Nazionale ha tanti buonissimi giocatori, ma non ha una stella come Baggio, Totti o Del Piero di alcuni anni fa. Manca il giocatore con quel fascino, il gap lo può colmare solo Spalletti. Non é questione di età o nazionalità, ma di valore del giocatore che, in quegli anni, probabilmente era a un livello diverso. Credo nei giovani, ma se sono forti e meritano di giocare, in campo conta la personalità. Forse in Italia mancano settori giovanili adeguati, perché si cerca sempre di risparmiare e si vuole tutto subito”.