De Rossi: “Sempre bello vincere un derby, sentivamo la pressione. Abraham? Mi serviva accanto a Lukaku”

Roma-Lazio, De Rossi applaude la squadra e pensa già alla sfida di giovedì sera contro il Milan

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DANIELE DE ROSSI SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Sono queste le parole di un felicissimo Daniele De Rossi, intervenuto ai microfoni di Dazn al termine della sfida dell’Olimpico contro la Lazio. Il tecnico giallorosso ha sottolineato l’ottima prestazione dei suoi e ha parlato del ritorno in campo di Abraham.

De Rossi: “A Lecce è mancato l’atteggiamento”

È più bello vincere un derby da allenatore o da giocatore?
“Sempre, da allenatore è diverso perché la sconfitta cade su di te. Era un periodo lungo senza vittorie, sentivamo la pressione di questa partita. Sono tanto felice, da allenatore c’è più tensione emotiva e gli ultimi minuti sono stati assurdi. Ho chiesto se funzionasse il cronometro, eravamo fermi all’87’ (ride, ndr)”.

I festeggiamenti?
“Io ero andato nello spogliatoio, poi i ragazzi sono tornati in campo per festeggiare con la Curva. In queste partite si fa un po’ di cinema e i ragazzi mi sono venuti a trascinare sotto la curva. Era un loro momento che mi sono goduto anche io. L’abbraccio dei tifosi non è mai male”.

L’atteggiamento?
“A Lecce era mancato perché devo migliorare. Durante la gara mi arrabbiavo con me stesso per non aver trasmesso la stessa carica di oggi anche a Lecce. A fine primo tempo ho ringraziato i ragazzi, abbiamo giocato bene e l’atteggiamento è durato 90’ minuti. Un grande spirito per il derby,  deve essere lo stesso anche a Lecce”.

Abraham?
“Mi serviva insieme a Lukaku davanti. Non vedeva l’ora di giocare, me lo dice dal primo giorno. Ha iniziato a correre a destra e sinistra, ci vorrà un po’ di tempo però per vedere il vero Tammy”.

Ora ti devi prendere i primi meriti. 
“Odio i finti umili. Non so come spiegarlo, mi è cascata dal cielo questa occasione enorme, mi dicono che ho avuto coraggio, ma io alleno giocatori forti che nascondo qualche mia pecca. Il merito c’è, lavoriamo seriamente. Miglioriamo il migliorabile. Ho puntato su qualcosa che potessero fare molto meglio e nelle 11 partite si sono visti ottimi risultati e partite meno buone. Lavoriamo su questo e su quello che manca”.

Sei arrivato allo step successivo?
“Sì ho allenato in Serie B e mi chiedevano della mia esperienza da calciatore. Qui ho trovato una squadra forte che mi sta aiutando a diventare famoso da allenatore. So, però, che dalla prossima partita in cui inciamperemo verrò criticato, ma va bene così”.

Da capitan futuro ad allenatore futuro?
Direi Mister Presente, oggi mi ci sento più che mai. Quando ero solo un tifoso, ero fuori dal giro e ora mi fa sempre effetto. Ho vissuto questo derby con un picco di emozioni che mi porterò sempre dentro. Del futuro non lo so, ma mi godo il mio presente e oggi starò con birra e patatine senza guardare il Milan, lo staff me l’ha vietato (ride, ndr).