Intervenuto ai canali ufficiali del club, Daniele De Rossi, tecnico della Roma, ha affrontato il tema Napoli in vista della sfida di domani sera del Diego Armando Maradona.
De Rossi: “Il Napoli ha uno stadio importante ma siamo pronti”
Quali sono le difficoltà maggiori?
“Il fatto di dover affrontare tantissime partite ravvicinate, avere pochi giorni per prepararle e soprattutto avere di fronte avversari forti come il Napoli in questo caso. Tutte le squadre che affronteremo sono di livello altissimo, servirebbero forze fresche, ma nella maggior parte dei casi anche gli altri hanno tanti impegni. Non ci piangiamo addosso, sarà una partita molto difficile perché incontriamo l’unica squadra che al livello di giocatori sta veramente vicino all’Inter. Nella passata stagione era ingiocabile, quest’anno sta avendo delle difficoltà ma sarà comunque molto tosta”.
Che clima vi aspettate al livello ambientale?
“C’è sempre questa forte rivalità. Il giorno del mio addio dissi che mi sarebbero mancati sia i tifosi della Roma all’Olimpico sia quelli dei miei avversari. Il Napoli ha uno stadio importante, per l’odio sportivo che mi riservava mi faceva sentire qualcuno che era considerato, di sicuro non passavo indifferente. Domani magari ci sarà un po’ di nervosismo nei confronti della loro squadra, ma dopo l’inizio della partita faranno il tifo per il Napoli. Sarà un ambiente ostile, ma siamo pronti a giocare in campi avversi”.
La vittoria di Udine aiuta lo stato d’animo?
“Assolutamente, ma non deve aiutare troppo perché non abbiamo fatto niente. Abbiamo preso i tre punti he avremmo voluto ottenere contro il Bologna, abbiamo rimesso un po’ le cose a posto. Non dobbiamo rilassarci, il nostro traguardo è molto difficile da raggiungere e già domani dobbiamo fare un altro passo in quella direzione”.
Come sta Ndicka? La squalifica di Paredes?
“Ndicka sta bene, si è allenato e mi ha detto che si sente benissimo. In allenamento non ha paura di contrasti o scontri, è tornato giocatore al 100%. Lui e Mancini avranno un bel duello perché affronteranno Osimhen, uno dei migliori attaccanti al mondo, ma siamo molto fiduciosi. L’assenza di Paredes? Siamo pronti a fare a meno di un giocatore forte come Leo”.
L’esperimento Azmoun-Abraham?
“Esperimento interessante. Avevamo già fatto un esperimento del genere a Frosinone, ma non era andato benissimo. Per me è qualcosa di ripetibile nei momenti in cui vuoi fare gol e portare presenza e centimetri in area, ma anche già dall’inizio si può partire in questo modo, ma ci dovrà essere un’organizzazione che sorregga questi due attaccanti. In futuro dovremo essere pronti ad avere questa soluzione con qualche nozione tattica in più”.
In campionato ci sono poche alternative ai 3 punti.
“Se 3 mesi fa mi aveste detto ‘Sei quinto a 4 punti dall’Atalanta e a 6 dalla Lazio’, io avrei firmato. Abbiamo riacceso questa corsa, non è solo un sogno ma è qualcosa di possibile. Sarà difficile, c’è il peso delle avversarie e del calendario, ma siamo consapevoli di aver fatto ottime partite contro squadre molto forti e altre pessime contro squadre inferiori. Se ci avessero detto che l’Atalanta avrebbe fatto 1 punto tra Verona e Cagliari ci saremmo messi a ridere, ma verso la fine del campionato le squadre di bassa di classifica possono essere più fastidiose rispetto ad altre”.
La Roma Femminile ha vinto il secondo scudetto.
“Grande orgoglio e un pizzico di invidia (ride, ndr). Ieri sera ho parlato con Bavagnoli e Spugna, siamo molto orgogliosi di loro. Sono felice per loro, soprattutto se mi ricordo la scalinata che ho sceso con Bartoli. Il primo giorno era tutto nuovo per loro, abbiamo cercato di mettere loro a proprio agio. Adesso invece deve essere il contrario, sono loro le vere campionesse che portano la gloria a Roma. Non vediamo l’ora di emularle e di fare qualcosa di importante per la squadra. Bravissime, siamo tanto felici per loro. Il calcio femminile sta crescendo molto in Italia, anche le più giovani sono di valore assoluto. Sono ragazze che ci tengono tanto, a volte incontro Linari e parliamo di calcio, sono malate di calcio tanto quanto noi. E’ giusto che abbiano il loro spazio e riconoscimento”.