Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, Daniele De Rossi, tecnico della Roma, ha analizzato la sfida di San Siro contro il Milan.
De Rossi: “Orgoglioso della personalità mostrata dai miei ragazzi”
Non era facile ripetere la stessa situazione del derby. Quali elementi le sono piaciuti di più?
“La gestione del pallone è stata per 65-70’ molto buona. Abbiamo tenuto bene palla, per portare loro fuori soprattutto. Quando vengono forte abbiamo bisogno di andare verticali. Oggi abbiamo visto per me la miglior prestazione di Romelu da quando sto lì, ci ha aiutato, ha fatto bene le sponde. A volte valutiamo gli attaccanti dai gol, oggi ha fatto una gara che vorrei vedere sempre da lui. Volevo questo”.
Non è facile fare questo palleggio a San Siro.
“Avevamo avuto un paio di partite in cui l’avevamo fatto meno bene, in maniera più lenta a Lecce, la Fiorentina ci aveva attaccato bene. Nel derby lo avevamo fatto bene, oggi ancora di più. Delle volte si pensa che più la squadra avversaria è forte più è difficile tenere palla, invece per me in alcuni casi può essere il contrario. Grandi giocatori in fase offensiva delle volte ti lasciano gli spazi, ci vuole anche il piede fermo, che non tremi”.
Hai parlato tanto di carattere alla vigilia della partita, cosa ti ha esaltato maggiormente della squadra?
“Un po’ tutto, il coraggio di tenere palla e la forza di difendere negli ultimi minuti: il calcio è anche questo, soprattutto quando giochi contro queste squadre. Bisogna avere un atteggiamento da provinciale diciamo. Una squadra deve saper fare tutto. Dopo Lecce avevo detto a loro che non accettavo neanche un centimetro in meno di quello che è stato l’atteggiamento del derby. Poi si possono sbagliare i passaggi e posso sbagliare io, ma l’atteggiamento che ho visto al derby non possiamo tenercelo solo lì e a Milano. Se a Udine l’atteggiamento è meno feroce e da squadra vera ancora ho tanta strada da fare e i giocatori non hanno capito quale è l’atteggiamento da tenere. Queste partite vanno fatte anche in campi più piccoli, a Lecce ci ero rimasto male perché avevamo fatto una brutta partita”.
Quanto sta migliorando la sua squadra senza palla?
“Il percorso è lo studio ma non c’è bisogno di studiare il Milan, ha campioni ovunque. Arrivare in corsa su Theo sarebbe stato troppo, quindi abbiamo fatto questa scelta (El Shaarawy a destra, ndr). Avevo parlato con Stephan, gli avevo detto che avrebbe giocato a destra e lui è stato super positivo e io ero tranquillo”.
Sei orgogliso di prepare la partita e vedere i risultati in campo? Oppure è stato più importante aver ritrovato la fiducia dei giocatori?
“I giocatori in fiducia hanno anche un atteggiamento fisico e corporeo negli allenamenti che li porta ad avere lo stesso atteggiamento in campo, è una catena dall’aspetto mentale a quello tattico. Gli avevo già detto che mi fidavo di loro e che sono davvero orgoglioso del loro atteggiamento e personalità, anche i giocatori più blasonati che lottano come sanno fare le squadre più piccole”.