Dalla serie B a Berlino: la Juventus torna nell’Olimpo del calcio

Isco

MADRID SPAGNA  13-MAGGIO 2015-CHAMPIONS LEAGUE 2014/2015   REAL MADRID-F.C. JUVENTUS NELLA FOTO ESULTANZA JUVE A FINE GARA

09/09/2006, Rimini vs Juventus (4-4-2): Buffon, Birindelli, Kovac, Boumsong, Chiellini, Marchionni (32’st Camoranesi); Paro, Giannichedda (17’st Bojinov), Nedved, Del Piero (40’st Palladino), Zalayeta. 9 anni fa la Juventus scendeva in campo così a Rimini, nella prima partita del campionato di serie B. Solo qualche mese prima l’Italia diventava campione del mondo sotto il cielo di Berlino. Poi l’Inferno, Calciopoli, la serie B e i 30 punti di penalizzazione. L’inizio della fine. Nonostante questo giocatori del calibro di Buffon, Nedved, Camoranesi, Trezeguet, e Del Piero decidono di continuare a vestire la maglia della “Vecchia Signora”, sperando un giorno di rivivere serate come quella di ieri.
Di quei cinque campioni solo Buffon è rimasto. La Juventus torna a sedersi ad un tavolo di €1000, dopo 12 anni dall’ultima volta: finale di Champions a Manchester persa contro il Milan di Carlo Ancelotti ai rigori. Quella era un’altra squadra, forse più forte ma con meno di grinta di quella rinata nel 2012 con l’avvento di Antonio Conte. Un grazie va anche a lui se la Juve potrà volare a Berlino. Il tecnico leccese è stato uno degli artefici della rinascita juventina: nessuno avrebbe mai pensato che dopo due settimi posti, sarebbero arrivati tre scudetti consecutivi. Conte ha ritrasmesso la voglia di vincere ad un gruppo che veniva da campionati anonimi. L’unica pecca è stato il percorso europeo, con una finale di Europa League mancata per un soffio e prestazioni in Champions League che rimarcavano il gap tra la Juventus e gli altri top club europei. Poi è arrivato quell’ormai famoso 15 luglio: Conte rassegna le dimissioni tra l’incredulità generale e la dirigenza bianconera chiama Allegri. Scoppia il delirio.

Moltissimi tifosi, se non tutti, pensavano già che quest’anno non si sarebbe vinto niente, nell’opinione di tutti doveva essere una stagione fallimentare. Il popolo juventino contro Allegri, il tecnico esonerato da qualche mese dal Milan. Il primo giorno alla Juventus di sicuro il tecnico livornese non lo dimenticherà mai: insulti, pugni contro la macchina che lo accompagnava a Vinovo e zero fiducia nei suoi confronti. Allegri aveva solo un modo per conquistare i tifosi: continuare a vincere. Oggi siamo al 14 maggio e anche il più scettico degli juventini non può che fare i complimenti ad Allegri perchè più di così fino ad adesso non poteva fare: scudetto vinto, finale di Coppa Italia e finale di Champions League.
E pensare che gli obiettivi della società per quest’anno erano rivincere il campionato e superare la fase a gironi in Champions. Paradossalmente la squadra di Allegri ha incontrato più difficoltà nel girone che dagli ottavi in poi. Indimenticabile rimarrà la notte di Dortmund dove si è vista una Juventus stellare che ha fatto inorgoglire tutto il calcio italiano. Con il Monaco la prestazione è stata meno convincente, la paura ha incominciato a giocare brutti scherzi nelle gambe dei giocatori che vedevano il traguardo delle semifinali di nuovo vicino, anche qui dopo 12 lunghi anni.
E poi la grande sfida, quella dove devi dimostrare di poter essere tra le prime due squadre più forti d’Europa. Barcellona, Bayern Monaco o Real Madrid: per arrivare a Berlino, una delle tre bisognava “buttarla” fuori. Al sorteggio sono usciti i campioni d’Europa e del Mondo in carica: andata a Torino, ritorno al Bernabeu. In Spagna già esultavano, l’undicesima era un po’ più vicina. 5 maggio 2014, una data che già di per sé agli juventini porta bene. A Torino arrivano i Galacticos. Pronti via, l’ex Morata fa esplodere lo Juventus Stadium. La porta di Brandeburgo era un po’ più vicina. CR7 però rimette tutto in parità. Per andare al Bernabeu un po’ più tranquilli serviva almeno il 2-1 che la Juve trova, trasformando un calcio di rigore con Tevez. Gioia alle stelle e Allegri sempre più nel cuore dei tifosi. 13 maggio 2014, anche questa una data molto dolce per il popolo bianconero: il 13 maggio 2012 infatti Del Piero alza il cielo il primo scudetto dopo calciopoli e quella sarà anche la sua ultima partita con la maglia della Juventus a Torino, dopo 19 anni.
Ma torniamo a ieri sera. Bastava un pareggio per andare in finale. Chiellini commette un’ingenuità e regala un calcio di rigore ai Blancos: CR7 si presenta dal dischetto e non sbaglia. A fine primo tempo la Juve era eliminata. Poi… ancora una volta Morata, il ninho cresciuto proprio nel Real Madrid, trova il goal che vale la finale. Il cielo è bianconero sopra Madrid. Si vola a Berlino.
ph: Inserra/Komunicare