Era solo un bambino quando ha iniziato a giocare a calcio, oggi è diventato il simbolo di una città intera: sapete chi é?
Il protagonista della foto è Francesco Totti, ex calciatore della Roma considerato uno dei migliori giocatori nella storia del calcio italiano e tra i più forti al mondo della sua generazione.
Ad oggi è considerato il simbolo di una città intera Roma, l’ottavo re della città, “Er pupone”, il “capitano“.
Il suo destino è stato scritto dalla nascita, la sua prima parola è stata “palla” ed è stata anche la sua fedele compagna di avventura per più di 27 anni di carriera.
Nato sotto il segno zodiacale della bilancia, il 27 settembre 1976, è alto 180 cm e pesa 82 kg. Ha tre tatuaggi sulla pelle: il gladiatore, simbolo della sua amata Roma e di forza e voglia di vittoria della squadra e del capitano. Gli ultimi due tatuaggi sono dedicati alla moglie Ilary Blasi: uno raffigura la scritta “Stephany” ovvero il secondo nome della Blasi, e la scritta “IF” cioè Ilary e Francesco. Da quest’amore sono nati tre figli: Cristian, Chanel e Isabel.
Oltre a riempire stadi, Francesco è molto seguito sui social, gode infatti di 3.8 milioni di follower.
Dopo l’addio del calcio giocato e dopo due anni di dirigenze nella Roma, Totti ha creato una società di Scouting di giovani talenti “CT10 e IT Scouting” con l’obiettivo di scoprire e seguire giovani nel loro percorso di crescita.
La storia del “Capitano”
Inizia a giocare fin da bambino, nei campetti del quartiere di Porta Metronia, per poi entrare nella Fortitudo all’età di 7 anni.
Nel 1986 entrò alla Lodigiani, squadra che gli diede la possibilità di scegliere il suo futuro: Roma e Lazio lo volevano ma lui, romano e romanista scelse la squadra giallorossa. Da qui è storia.
Arrivato a Trigoria, il capitano Giuseppe Giannini fu il suo punto di riferimento calcisticamente parlando.
Dopo tre anni nel settore giovanile, il 15 dicembre 1993 debutta in Coppa Italia all’età di 17 anni, sotto la guida di Carlo Mazzone.
il Mister vedendo in lui un “talento purissimo” aiutò tantissimo Totti nel suo percorso di crescita, sia calcistico che privato.
A sostituito Mazzone arrivò lo spagnolo Bianchi, con il quale non aveva un rapporto idilliaco a tal punto che si vociferava una cessione alla Sampdoria perché il mister voleva Lietmanen. Durante il Torneo Città di Roma, Francesco dimostrò tutte le sue capacità e lo spagnolo Bianchi venne esonerato.
Francesco Totti firma il contratto a vita con la Roma.
Questo contratto e la sua voglia di indossare una sola maglia lo hanno portato ad essere il simbolo di una città intera.
Si susseguirono allenatori, gol, vittorie, scudetti, dediche ma lui è sempre stato lì, in campo sotto la sud a fare quello che amava: giocare per la sua città.
Il 28 maggio 2017 Totti fu costretto a dire addio al mondo del calcio giocato. Uno stadio pieno ( più di 70 mila posti) solo per lui. Gli fu dedicata una piazza, Piazza Francesco Totti, in zona Testaccio.
La sua ironia, il suo talento e la sua umiltà lo hanno portato ad avere un ricordo vivo nei cuori dei tifosi che a distanza di tre anni dal suo addio i continuano ad indossare la sua maglia con il 10, sostenendo che “c’è solo un capitano”.
Caratteristiche tecniche, da bambino e oggi
Un aspetto che Francesco ha evidenziato nel suo docufilm “Mi chiamo Francesco Totti” è che le sue caratteristiche tecniche calcistiche sono rimaste sempre le stesse da quando era bambino, le rovesciate, il cucchiaio ecc..