In Italia, come in molti dei paesi più economicamente avanzati, risultano essere in costante crescita tutte quelle patologie inerenti ad una percezione alterata del proprio aspetto e della propria forma fisica. Oltre alle malattie tristemente note e diffuse soprattutto tra i soggetti di sesso femminile, come l’anoressia e la bulimia, che rientrano a pieno titolo tra i disturbi alimentari, esiste una patologia meno conosciuta, ma se possibile ancor più complessa, che colpisce in maniera particolare gli uomini: la vigoressia.
Con questo termine, utilizzato per la prima volta in un lavoro scientifico pubblicato nel 1993, si indica un disturbo ossessivo compulsivo, che porta i soggetti interessati a vivere una vera e propria dipendenza dall’attività fisica, in parte legata alla sensazione di benessere che è possibile ricavarne, ma soprattutto in funzione della necessità di scolpire il proprio fisico ed aumentare la massa muscolare, percepita sempre come non sufficientemente sviluppata.
Il fenomeno della vigoressia, come già accennato, è più diffuso tra i soggetti di sesso maschile ed interessa in modo particolare la fascia d’età compresa tra i 19 e i 35 anni. Solo in Italia, si stima la presenza di almeno 60.000 soggetti vigoressici. Va detto che, da una parte, riconoscere questo disturbo non è affatto semplice e che, dall’altra, il fenomeno è stato recentemente caratterizzato da una crescita esponenziale: secondo alcune statistiche, la diffusione di questa patologia sarebbe ben maggiore, arrivando ad interessare il 4% della popolazione italiana. L’età di insorgenza, poi, continua a diminuire: uno studio realizzato da Telefono Azzurro e Doxa Kids ha evidenziato che il 42% dei 1500 ragazzi tra gli 11 e i 19 anni oggetto dell’intervista, ritiene fondamentale per la propria felicità un corpo più aitante.
I comportamenti adottati da chi è effetto da vigoressia comprendono una maniacale dedizione all’attività sportiva, con spiccata preferenza per il running e per il body building. Alle ore trascorse tra tapis roulant e pesi, si aggiunge un controllo estremamente scrupoloso della propria dieta, con calcolo preciso della quantità dei nutrienti assunti e del numero delle calorie, ricorso ad un uso indiscriminato di integratori e adozione di una disciplina ferrea, nella convinzione che il tanto agognato desiderio di vedere i propri muscoli crescere valga bene qualunque sacrificio.
È fondamentale evitare di confondere questo fenomeno con i comportamenti messi in atto da un normale sportivo o atleta professionista: curare con attenzione i propri allenamenti ed adottare un’alimentazione adeguata sono le regole base per chi desidera mantenersi in forma e preservare la propria salute. Tuttavia, quando questi atteggiamenti vengono spinti all’eccesso, modificando profondamente abitudini, stile di vita e rapporti sociali, spesso mascherano l’esistenza di un disagio di fondo che, se non affrontato, rischia di minare gravemente il benessere dell’individuo.
Le cause
Da cosa scaturisce questa forma di dipendenza e per quale motivo interessa soprattutto gli uomini? Le motivazioni che possono condurre allo sviluppo di questa sindrome sono molteplici.
In primis, come già accennato, praticare attività fisica stimola la naturale produzione di endorfine a livello ipofisario. Questi particolari neurotrasmettitori, chimicamente affini alla famiglia delle molecole oppiacee, mediano la sensazione di benessere, soddisfazione e relax che è possibile sperimentare al termine di un intenso allenamento. Non di rado, nei vigoressici si osserva una vera e propria dipendenza dall’euforia generata dallo sport e, seguendo meccanismi simili per certi versi a quelli della tossicodipendenza, con il tempo, l’intensità degli stimoli necessari per raggiungere questa condizione aumenta sempre più.
L’aspetto più importante da considerare riguarda la crescente influenza che i modelli veicolati da televisione, cinema, mondo dello spettacolo e dello sport hanno sui più giovani: sempre più spesso, i fisici statuari e ipertrofici vengono elevati a simboli assoluti di bellezza, mascolinità e successo. Di conseguenza, lo sport viene svuotato del suo significato di attività volta al benessere, all’aggregazione sociale e all’apprendimento di valori e principi sani, diventando solo un mezzo per rincorrere un’immagine ideale, per altro spesso irraggiungibile.
Le ragioni profonde del malessere espresso da chi soffre di vigoressia sono da ricercarsi nell’estrema insicurezza che affligge molti giovani uomini, dettata anche dal confronto con il gentil sesso che, ormai, ha abbandonato i rigidi schemi di un tempo, mostrandosi sempre più forte e indipendente dal maschio. Da ciò deriva l’idea che il proprio valore e la propria forza possano essere affermate solo attraverso lo sviluppo di una forma fisica perfetta, che esalti il concetto di virilità spingendolo ai suoi limiti.
Le conseguenze
Quello della vigoressia, similmente ad altri disturbi del genere, è un circolo vizioso nel quale il bisogno di allenarsi, integrare la propria alimentazione e crescere in forza e volume muscolare non conosce limiti, ma si autoalimenta al termine di ogni sessione di allenamento. Le conseguenze a livello fisico e psicologico sono molte e, in alcuni casi, particolarmente gravi.
Il sovrallenamento ha effetti molto negativi sull’organismo: a lungo andare, ossa ed articolazioni possono manifestare un’usura precoce e il sistema cardiocircolatorio, sottoposto a stress troppo intensi, può sviluppare disfunzioni di vario tipo.
Un’alimentazione troppo rigida e sbilanciata nell’apporto dei nutrienti compromette in maniera seria la salute: è possibile sviluppare avitaminosi, forme particolari di diabete o, nel caso delle diete iperproteiche protratte per lunghi periodi di tempo, danni ai reni e al fegato.
L’abuso di integratori alimentari rappresenta un altro problema molto diffuso. Nella convinzione di poter migliorare l’aspetto e le prestazioni in maniera rapida, questi prodotti vengono assunti in assenza di un reale bisogno e senza rispettare le dosi raccomandate.
Nei casi estremi, il ricorso al doping e agli steroidi anabolizzanti rappresenta il passo successivo, con tutte le gravissime conseguenze che ne derivano per il delicato equilibrio ormonale del corpo e per la salute dell’organismo in generale.
Gli effetti più dannosi ed evidenti sono quelli che si verificano a livello psicologico. Nei soggetti vigoressici, la dipendenza dall’attività fisica assume proporzioni tali che il semplice saltare un allenamento o svolgere una performance al di sotto delle proprie aspettative possono indurre forti alterazioni dell’umore, come esplosioni d’ira o attacchi depressivi.
La necessità di dedicare buona parte della propria giornata all’esercizio e all’alimentazione si traduce in una diminuzione del tempo e dell’attenzione dedicata all’attività lavorativa, allo studio, ma anche ai rapporti interpersonali. Questi, in particolare, vengono quasi sempre compromessi, soprattutto a causa della difficoltà nel condividere pasti ed occasioni sociali simili.
Non di rado, paradossalmente, anche la vita sessuale risente della rigida routine che il vigoressico si autoimpone: le energie da dedicare alla coppia diminuiscono per effetto del forte carico di stress e, in alcuni casi, i rapporti vengono volontariamente evitati nella convinzione che questo comportamento possa in qualche modo influire sul rendimento in palestra.
Uno degli aspetti più complessi di questa condizione riguarda il fatto che il soggetto affetto da vigoressia rifiuta di riconoscere l’esistenza di un problema, convincendosi, al contrario, che ad essere in torto siano le persone che rifiutano il suo medesimo stile di vita. Tale atteggiamento rende particolarmente difficile la cura di questa sindrome, anche quando essa viene effettivamente riconosciuta e diagnosticata da un medico.
Prevenire ed affrontare la vigoressia
La migliore cura per la vigoressia consiste nella prevenzione. È molto importante che le nuove generazioni siano educate ai veri valori dello sport, imparando a viverlo in maniera sana e costruttiva.
Fondamentale, da questo punto di vista, è il ruolo degli insegnanti di educazione fisica nelle scuole, ma anche degli istruttori, dei coach e dei personal trainer nelle varie tipologie di strutture sportive. Quando ci si avvicina ad una nuova disciplina è indispensabile ricevere i giusti consigli e seguire le indicazioni di chi ha maggiore esperienza, lasciandosi guidare senza avere la presunzione di poter fare tutto da sé, magari prefiggendosi obiettivi irrealistici e pericolosi.
Dopo il body building, il running è lo sport maggiormente esposto al rischio di sviluppare atteggiamenti vigoressici. Il desiderio di affrontare percorsi sempre più lunghi, riducendo il tempo impiegato, può condurre ad allenamenti serrati ed ossessivi.
Per approcciarsi in maniera positiva a questo sport, il consiglio è quello di optare per la corsa sul tapis ruolant. Questo strumento consente di monitorare in maniera constante e con precisione la propria frequenza cardiaca, impostando la velocità, la durata e le pendenze che si affronteranno durante l’allenamento, in maniera tale da evitare di sottoporre il fisico ad uno sforzo eccessivo.
Per acquisire maggiori informazioni circa l’uso corretto di questi macchinari e la pratica di un’attività di running sana, è possibile consultare gli approfondimenti sul tapis roulant messi a disposizione dagli autori di www.tapisroulantstore.it, questo sito specializzato nella vendita, nell’assistenza e nell’utilizzo del tapis roulant.
L’unico modo per uscire dal tunnel della vigoressia è quello di rivolgersi ad un psicologo esperto, che possa offrire il suo supporto nel determinare le vere motivazioni dei comportamenti adottati, aiutando il paziente nel complesso percorso di recupero di uno stile di vita salutare. In alcuni casi, per superare questa condizione è necessario molto impegno e l’intervento di diversi specialisti. D’altra parte, non affrontare il problema rischia di portare all’insorgenza di patologie più gravi, riducendo sempre di più la qualità della vita del soggetto vigoressico.
Come ultima considerazione, è importante sottolineare che la pratica del fitness non va certo demonizzata, dal momento che rimane uno dei modi migliori per curare la salute del corpo e dello spirito, in contrasto con gli innegabili danni provocati dalla sedentarietà. Come per molti aspetti.