I record, si sa, sono difficili da eguagliare e da superare, ma i primati sono fatti per essere battuti e la storia del calcio ne è piena: dal debuttante più giovane a quello più anziano; dal giocatore con più cartellini presi in carriera a quello con più giornate di squalifica, fino a quello che ha cambiato più squadre in carriera.
Mercoledì sera allo “Swedbank Stadion” di Malmo, pacifica cittadina svedese con la propria squadra che da qualche anno bazzica i gironi di Champions League, è stato teatro di un record clamoroso e a raggiungerlo è stato Cristiano Ronaldo. Per la cronaca, la partita fra i bianco-blu e le merengues si è chiusa con il punteggio di 2 a 0 per gli ospiti e a siglare entrambe le reti è stato l’asso portoghese, portandosi a quota cinque marcature in questa edizione della coppa europea più prestigiosa.
La doppietta ha consentito al giocatore di siglare la sua 501a rete in quattordici stagioni da professionista, tra club e Seleção portuguesa. Con la seconda rete, ha raggiunto in vetta, tra i top scorer del Real Madrid, un certo Raul Gonzalez Blanco, dal 1994 al 2010 idolo indiscusso del “Santiago Bernabeu”: 323 reti per entrambi, con l’ex capitano che toccò questa cifra dopo 741 partite, mentre Ronaldo l’ha raggiunta in appena 308, meno della metà. A livello di reti in Champions League, l’attaccante spagnolo, inoltre, segnò 66 reti in 130 incontri, mentre il portoghese è arrivato a 67 gol in 65 incontri: 1,97 contro 0,97 reti a partite giocate per una vera aquila dell’area di rigore. E CR7 con 82 reti è il giocatore con più marcature nella storia del trofeo.
A dire la verità, le reti dell’attuale numero 7 blanco sarebbero 324, visto che in una partita giocata tempo fa contro la Real Sociedad, in Liga, il suo tiro in porta è stato deviato dal compagno di squadra Pepe, assegnando la rete al difensore. A oggi “balla” quindi una rete: assegnarla a Ronaldo o al compagno di squadra e di Nazionale? Fatto sta che prima o poi Cristiano Ronaldo ne segnerà un’altra ed il discorso sarà chiuso. Magari già nel derby di Madrid di questo week end CR7 avrà la possibilità di diventare il capolista assoluto tra i cannonieri del club più titolato di Spagna ed uno dei più importanti del Mondo.
E pensare che dopo un avvio a rilento in campionato (zero gol nei primi 180′ di Liga), CR7 si è svegliato di colpo e contro l’Espanyol ha realizzato l’ennesima manita della sua carriera, schizzando in testa alla classifica marcatori.
Raul al termine della partita ha mandato un sms a Ronaldo, augurandogliene altri trecento di gol. E di questo passo, visto che il tre volte Pallone d’oro ha 30 anni, e l’età dei calciatori va allungandosi, l’augurio potrebbe diventare molto presto realtà se manterrà questi standard.
Non ci sono dubbi nel definire Cristiano Ronaldo uno dei calciatori più forti di sempre: agile, tecnico, preciso, immarcabile, uomo squadra, uno che può non toccare palla per minuti ma che alla prima occasione gonfia la rete di destro, di sinistro, di testa, da punta o da ala. Un giocatore completo che non ha fatto assolutamente pentire Florentino Perez di avergli fatto sborsare, nell’estate 2009, 94 milioni di euro per portarlo in Castiglia dal Manchester United.
Se negli anni Sessanta ci si divideva tra Beatles e Rolling Stones, negli Ottanta tra Duran Duran e Spandau Ballet e nei Novanta tra le innumerevoli boy band, ora la scelta ricade su chi tra Cristiano Ronaldo e Lionel Messi sia il giocatore più forte del Mondo. La pulga ha vinto molto (anche a livello individuale) grazie anche al fatto di giocare nel Barcellona più forte di sempre, mentre CR7 ha vinto poco a livello di squadra incappando spesso in stagioni sfortunate negli equipo in cui militava. Si pensa che con l’infortunio accaduto al dieci braugrana (e che lo terrà fuori per due mesi) Ronaldo abbia la strada spianata per la vittoria del suo quarto Pallone d’oro, il terzo consecutivo, andando ad eguagliare il pibe de Rosario.
Ne ha fatta di strada il ragazzino di Funchal, nell’isola di Madera, al largo delle coste atlantiche, battezzato con il nome dell’allora presidente americano (Ronald Reagan) e che la devozione della madre lo porto a chiamarsi anche “Cristiano”. Dalla periferia della cittadina isolana allo Sporting Lisbona (con il quale debuttò in Champions League a 17 anni), per poi passare al Manchester United di sir Alex Ferguson con sulle spalle una maglia pesante come la numero 7, indossata da vere leggende dei Red Devils come Johnny Berry, George Best, Bryan Robson, Eric Cantona e David Beckham. Con il ManUtd nel 2008 vinse la prima delle due Champions (con reti in entrambe le finali, un record) e a fine stagione arrivò il primo Pallone d’oro, lasciando però nello sconforto l’anno dopo i tifosi inglesi per il suo passaggio al Real Madrid in cambio di moneta pesantissima.
Il resto è storia di tutti i giorni: il giocatore-uomo copertina, il giocatore che si diceva nel 2003 Luciano Moggi non volle portare alla Juventus perché troppo giovane e che nel 2014 superò, dopo anni, il record di segnature in una singola stagione di Champions (17), con il timbro anche nella finale-derby di Lisbona contro l’Atletico. Quella strepitosa annata si concluse, per Ronaldo, oltre che con la vittoria nel Mondiale per club, con l’erezione di una statua in suo onore nella sua Funchal a pochi passi dal museo a lui dedicato: forse nessuno al Mondo ha una statua ed un museo, ma del resto non stiamo parlando di una calciatore qualsiasi, ma quello con la C maiuscola.
Il suo palmares è invidiabile, a cui vanno aggiunti i flirt, e le relazioni, con donne bellissime; il garage pieno di supercar; la bacheca di casa strabordante di premi e con l’aggiunta dell’uscita, il 6 ottobre, di un film-documentario sulla sua vita (in linguaggio tecnico, un biopic) “Cristiano Ronaldo e il mondo ai suoi piedi”, dove, in 60 minuti, lo spettatore potrà vedere per intero la carriera di un talento calcistico sopraffino, ma anche il CR7 più intimo. Come direbbero i ragazzi degli anni Dieci, “Cristiano Ronaldo è tanta roba”.
Allora in bocca al lupo, Cristiano Ronaldo. Cento di questi record. Tutti a gambe divaricate.