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Cosa resterà di questa Italia

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Sabato 2 luglio, alle ore 23:40 circa, Matteo Darmian ha fallito il suo calcio di rigore permettendo alla Germania di passare alla semifinale, eliminando l’Italia dall’Europeo. Per la prima volta, la Mannschaft ha battuto la nostra Nazionale in una manifestazione internazionale, anche se rimarranno nella storia le nostre vittorie contro del 25 giugno 1970, del’11 luglio 1982, del 9 luglio 2006 e del 28 giugno 2012.

L’Italia da questo Europeo non è uscita a testa alta, ma altissima: partita senza i favori del pronostico e con qualche (?) critica di troppo, in cinque partite disputate ha battuto il Belgio numero 2 del ranking, la Spagna campione d’Europa in carica e portato i Campioni del Mondo in carica a giocarsi la semifinale ai calci di rigore. Calci di rigore che si sono conclusi solo dopo la diciottesima esecuzione. Alla Germania ora l’onere (e l’onore) di sfidare la Francia padrone di casa al “Vélodrome” di Masiglia, con la volontà di essere la favorita per la vittoria finale di Saint Denis di domenica sera contro una tra Portogallo e Galles dei madridisti Cristiano Ronaldo e Gareth Bale.

E l’Italia? Gli azzurri sono atterrati domenica a Malpensa accolti da migliaia di tifosi festanti nonostante la sconfitta cocente. Da ieri, praticamente, è iniziato il ciclo di Giampiero Ventura, il nuovo CT al posto di Conte che approderà al Chelsea. Due anni di contratto con l’obiettivo di portare l’Italia in Russia, Ventura debutterà sulla panchina della Nazionale il prossimo 1° settembre contro la Francia e poi inizierà la corsa a Russia 2018 contro Spagna, Albania, Israele, Macedoni e Liechtenstein. Un compito arduo visto che al Mondiale approderà la vincitrice del girone mentre la seconda classificata, se rientrerà nel novero delle “best”, disputerà i play off contro un’altra migliore seconda classificata.

Cosa rimangono di questo Europeo? Molte cose: dall’assist di Bonucci per Giaccherini in gol contro il Belgio al gol di Eder all’88’ contro la Svezia che ha dato all’Italia la sicurezza del primo posto; dal gol di Chiellini contro la Spagna a quello su rigore di Bonucci contro la Germania che ha rimesso in carreggiata i ragazzi di Conte contro la Germania; dal “collettivo Italia” ai due gol “al volo” di Pellé contro Belgio e Spagna.

E proprio l’attaccante di San Cesario di Lecce è uno dei personaggi più controversi di questo Europeo. Il motivo? Il calcio di rigore sbagliato nella “lotteria”. Partiamo con un inciso: tutti i più grandi calciatori hanno sbagliato almeno una volta nella loro carriera un rigore importante (chiedere a Roberto Baggio di Pasadena 1994, ad esempio). L’attaccante ex Parma è stato massacrato dalla critica e dai tifosi per essersi permesso di prendere in giro Neuer prima del tiro mimandogli che gli avrebbe fatto lo “scavetto”. Il rigore è stato calciato malissimo dal numero 9 azzurro ed è uscito alla destra del portiere tedesco. I social network hanno massacrato Pellé e lui ha chiesto scusa del gesto e del rigore sbagliato. Calciare i rigori non è una cosa da tutti perché c’è da avere molto fegato e Pellé di fegato ne ha avuto (come lui tutti gli altri rigoristi, tedeschi compresi), ma tutti hanno accusato l’attaccante di aver peccato di presunzione e di mancanza di rispetto verso l’avversario. Il giocatore si è poi scusato per l’errore e per il gesto: una cosa inusuale per un giocatore, a pensarci bene.

Anche Simone Zaza è stato messo sulle forche dei…social network: la sua particolare rincorsa e la palla calciata alta sopra la traversa hanno fatto il giro del web. E la cosa che ha fatto sorridere tutti è che Zaza è entrato all’ultimo secondo della partita giusto per tirare il rigore. Rigore poi clamorosamente sbagliato. Anche l’attaccante lucano ha chiesto scusa per l’errore. Insomma, caso chiuso? Forse sì, ma rimane l’amarezza per come i due giocatori hanno affrontato i calci di rigore.

Con i se e con i ma non si fa nulla e non si gioca a calcio, ma se i due giocatori avessero segnato e l’Italia fosse stata promossa alle semifinali ora si farebbero petizioni per costruire statue di Pelle’ e Zaza in tutte le piazza italiane. Ma (appunto) la storia è andata diversamente.

Se i gesti di Pellé e Zaza hanno fatto arrabbiare i tifosi, Buffon e Barzagli hanno commosso una Nazione intera: le lacrime sincere dei due atleti nel post partita hanno fatto capire che il calcio non è solo business ma è uno sport vero fatto da Uomini con la U maiuscola. Il capitano azzurro, il più forte portiere del Mondo, a 38 anni e mezzo si è messo in gioco e ha disputato un sontuoso Europeo, compiendo anche parate importanti e molto difficili (chiedere a Pique’) e nella lotteria dei rigori ha anche parato il tiro di Thomas Muller. Il numero 15 invece nelle interviste è scoppiato a piangere come un ragazzino, facendo scoprire di sé un lato inaspettato, alla luce dei suoi quasi 35 anni, della barba lunga e dal fisico da corazziere. Se per Buffon l’obiettivo ora è Russia 2018, per Barzagli il match di sabato scorso a Bordeaux è stato, quasi sicuramente, il suo ultimo match con la maglia della Nazionale, dopodiché si dedicherà solo alla Juventus con cui chiuderà la carriera.

Tra le parole “strozzate” di Barzagli è trapelata la rabbia del giocatore per il fatto che nessuno si ricorderà d’ora in avanti delle gesta della Nazionale italiana in questo Europeo: una Nazionale “operaia” che ha messo sotto squadre (tecnicamente) più forti come Belgio e Spagna e che ha lottato con il coltello tra i denti contro i Campioni del Mondo. Caro Barzagli, una squadra senza “attributi” sarebbe riuscita nell’intento? Assolutamente no. A Malpensa i due giocatori sono stati abbracciati dalla folla, anzi Buffon si è fatto abbracciare dai tifosi nel vero senso della parola, mentre il centrale di Fiesole ha ricevuto tanto affetto e tutti sperano che possa posticipare il più in là il suo ritiro.

Ora l’Europeo entra nella sua fase caldissima: Portogallo vs Galles e Francia vs Germania, tra domani e giovedì, ci consegneranno le due finaliste che andranno a scrivere il loro nome nell’albo d’oro della manifestazione. L’Italia, e gli italiani, vedranno queste ultime tre partite davanti alla televisione e molti tifosi si mangeranno il fegato (metaforicamente) sul fatto che se fosse andata diversamente magari la nostra Nazionale sarebbe potuta entrare nel lotto delle top 4 d’Europa e vincere quel titolo europeo che dalle nostre parti manca addirittura dal 1968.

Ora la palla passa a Giampiero Ventura. Un compito difficile per il tecnico che in qualsiasi piazza è andato ha fatto molto bene. La squadra di club non è la Nazionale, ma siamo sicuri che Ventura ha tra le mani un gruppo di giocatori molto valido formato da molti giovani di prospettiva che sarà capace di far bene e di risalire la china nel ranking FIFA e di scrollarsi di dosso l’etichetta di “operaia”. Sarà difficile, ma tutti hanno fiducia nelle possibilità di riuscita del tecnico di Genova. E sarebbe bello (e doveroso) se Graziano Pellé, Simone Zaza, Gianluigi Buffon ed Andrea Barzagli ne facessero ancora parte.

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