Anche Brozovic nel mirino; il fenomeno Arabia Saudita sconvolge il calciomercato

I talenti europei emigrano in Arabia Saudita a suon di milioni; ecco perché

Brozovic
ph KeyPress

Il Calciomercato investito dal ciclone arabo

La stagione calcistica è appena terminata lasciando il passo a quella “fiera delle illusioni” chiamata calcio mercato, un periodo che in fondo tutti i tifosi amano quanto la fase agonistica, perché permette loro di sognare, di immaginare la propria squadra rinforzarsi grazie all’acquisto mirabolante dei calciatori più in voga del  momento, e non importa se poi si corra il rischio di risvegliarsi sudati il primo giorno di ritiro trovandosi di fronte alle stesse facce e agli stessi problemi dell’anno precedente…

In questo contesto si è aperto nelle ultime settimane un nuovo fronte, assolutamente reale e concreto, preannunciato già nello scorso inverno con l’approdo in quel campionato di Cristiano Ronaldo: il fronte arabo, in particolare quello dell’Arabia Saudita, decisa a farsi largo a suon di petroldollari in un settore, quello calcistico, finora frequentato soltanto di “striscio”.

Il Paese bagnato dal Golfo Persico, sospeso tra l’Africa e l’Asia è determinato ad ottenere l’organizzazione dei Mondiali del 2030 e per farlo vuole innanzitutto conquistare una solida leadership non solo economica ma anche tecnica, nel continente asiatico del quale, quantomeno dal punto di vista dell’organizzazione Fifa, fa parte.

Cosa c’è dietro il movimento calcistico arabo

Il progetto “Saudi Vision 2030” punta dritto ad un’indipendenza economica più vasta che possa prescindere in parte dal petrolio, tuttora ovviamente la prima risorsa della regione, ed in questo processo di sviluppo, partito nel 2016 ma solo ora venuto chiaramente allo scoperto, il calcio costituisce un importante veicolo pubblicitario e non solo.

Il vero mercato da conquistare, anche attraverso lo sfruttamento del mondo del pallone, con il suo carrozzone carico di attrazioni, è infatti quello del “gaming” nel quale l’Arabia Saudita ha già investito 8 miliardi di dollari negli ultimi 18 mesi, acquisendo società specializzate in questo specifico settore dell’intrattenimento.

Il tutto pilotato dall’ormai famosissimo fondo PIF (Public Investment Fund) già proprietario delle quattro maggiori squadre del campionato saudita, e da qualche mese del Newcastle, presieduto dal principe Mohammed Bin Salman; fondo accreditato di una ricchezza pari a circa 650 miliardi di dollari!

L’obiettivo è quello di portare il gaming all’1% del PIL saudita entro il 2030 (guarda caso…), attraverso la creazione di un indotto che porti almeno 40 mila nuovi posti di lavoro. Non a caso già a partire dal 2023 l’Arabia Saudita dovrebbe essere designata quale Paese ospitante della FIFAe Nations World Cup Final, una sorta di campionato mondiale per Nazionali del circuito FIFA-EA SPORTS.

Oltre agli interessi personali del giovane principe, appassionato della “specialità”, la spinta nei confronti di questa nuova frontiera economica è data dall’età media della popolazione saudita, stimata per oltre il 70% al di sotto dei 35 anni e quindi particolarmente avvezza ai videogiochi di ultima generazione le cui entrate globali potrebbero superare i 300 miliardi di dollari entro il 2026.

Anche Brozovic e Koulibaly verso l’Arabia Saudita?

Chiaro come di fronte a certe cifre gli ingaggi offerti a calciatori europei o sudamericani anche in piena attività e non solo a quelli ormai in declino desiderosi soltanto di accumulare facile ricchezza e chiudere in tranquillità la loro parabola agonistica (come avvenuto in passato per il Soccer statunitense o per il campionato cinese), non rappresentino che la punta di un enorme iceberg finanziario pronto ad irrompere in maniera sempre più deflagrante sul calcio europeo.

Ecco allora l’arrivo di Kanté e Benzema all’Al-Ittihād con quest’ultimo che percepirà uno stipendio monstre di circa 200 milioni netti a stagione, e quello apparentemente in dirittura d’arrivo di altri grossi calibri come per esempio Ruben Neves, Kalidou Koulibaly ed il “nostro” Marcelo Brozovic.

Le quattro squadre più attive in questa fase di calciomercato sono l’Al-Ittihād, l’Al-Nassr, l’Al-Hilal e l’Al-Ahli, facilitate, oltre che dalle immense possibilità economiche, anche dalle regole piuttosto blande del mercato saudita che impone semplicemente il limite di 8 giocatori stranieri schierabili in campo.

Vedremo nelle prossime settimane come evolverà la situazione ma è chiaro che il “pericolo” di una forte migrazione araba dei più talentuosi esponenti del Vecchio Continente, e non solo, sia più che concreta e che per vederli all’opera potrebbe essere necessario attrezzarsi con nuove piattaforme che genereranno nuovi diritti televisivi e compagnia cantando, con tutte le conseguenze economiche del caso…