Corsa scudetto, chi la spunterà?

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Scudetto

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Otto squadre in nove punti. L’élite del calcio italiano racchiusa in una bagarre che non si vedeva da oltre 15 anni. Si era agli albori del nuovo millennio e le famose sette sorelle (Juventus, Milan, Inter, Roma, Lazio, Parma e Fiorentina) si davano battaglia per scudetto e Coppa Italia, dominando anche fuori dai confini nazionali. Oggi, invece, dopo quattro anni di totale supremazia juventina sembra esserci una vera e propria battaglia che, a meno di clamorosi cali o accelerate improvvise, si concluderà solo nelle battute finali del campionato.

Fiorentina, Inter, Roma, Napoli, Milan, Juventus, Lazio e la sorpresa Sassuolo proveranno a giocarsi il titolo fino alla fine: ognuna con i propri pregi ed i propri difetti, ognuna consapevole che, in un torneo così equilibrato, ogni punto, ogni particolare potrà fare la differenza in un senso o nell’altro. Proviamo ad analizzare le otto sorelle in lotta per lo scudetto.

FIORENTINA (27 punti) – PRO: un gioco spumeggiante, una condizione atletica invidiabile ed un terminale offensivo come Kalinic sono le principali armi della compagine di Paulo Sousa. Inoltre la mancanza di pressioni da parte dell’ambiente è un altro punto a favore di Bernardeschi e soci. Negli scontri diretti, finora, la Viola è in perfetta parità, due vittorie (Milan e Inter) e due sconfitte (Napoli e Roma). CONTRO: i toscani non hanno una rosa così profonda da poter affrontare tre competizioni. Le pericolose imbarcate in Europa League sono la dimostrazione che Paulo Sousa ha 12-14 giocatori al massimo: forse per puntare allo scudetto servirebbe qualche innesto in più a gennaio.

INTER (27 punti) – PRO: una solidità a tratti disarmante. Roberto Mancini, dopo i sei mesi di assestamento della scorsa stagione, ha plasmato i nerazzurri a sua immagine e somiglianza. Non un bel gioco ma dannatamente produttivo ed efficace come dimostrano i 27 punti conquistati con solo 12 gol segnati. L’Inter, per ora, sta ottenendo il massimo con il minimo sforzo in attesa che Icardi ritrovi la via del gol, e Kondogbia e Perisic, si inseriscano appieno negli schemi nerazzurri. Due vittorie (Milan e Roma), un pareggio (Juventus) ed una sconfitta (Fiorentina) il bilancio contro le altre pretendenti al titolo. CONTRO: il Mancio, di fatto, ha cambiato poco o nulla della sua filosofia e della sua prima esperienza interista. Le sue vittorie partono dalla difesa e dalla solidità della squadra. La differenza, la grandissima differenza, sta nel fatto che sette anni fa c’erano Julio Cesar, Maicon, Zanetti, Samuel, Cambiasso, Milito, Ibrahimovic e via dicendo mentre oggi la rosa, per quanto buona, non è qualitativamente eccelsa e non dispone di leader. Inoltre nell’unica occasione in cui i nerazzurri sono andati sotto nel punteggio, hanno subito 4 gol nel tentativo di recuperare.

ROMA (26 punti) – PRO: Garcia ha, forse, la rosa migliore della Serie A. Al suo terzo anno il tecnico francese, nonostante qualche passaggio a vuoto, sta dimostrando un grande adattamento al nostro calcio ed ha ricusato alcuni suoi dogmi pur di centrare l’obiettivo. I giallorossi pongono le loro fondamenta su tre capisaldi: un terminale offensivo come Dzeko, il quale finora ha segnato poco ma è il fulcro di tutto il gioco romanista; Pjanic ormai leader assoluto della squadra e, forse, davvero erede di Francesco Totti; Manolas, ministro della retroguardia giallorossa che attende il ritorno a pieno regime di Castan. Tanti fuoriclasse, un gioco offensivo come nessun’altro ed un regalo per febbraio, il ritorno di Kevin Strootman, sono le frecce letali nella faretra di Garcia. Tre vittorie (Juventus, Fiorentina e Lazio), un pareggio (Sassuolo) ed una sconfitta (Inter) nei confronti delle altre sorelle. CONTRO: i pericolosi cali di tenuta mentale e l’obbligo di dover vincere. Questi principalmente gli ostacoli che la Roma incontrerà da qui alla fine dell’anno: i capitolini hanno più volte dimostrato come la concentrazione può fare tutta la differenza del mondo. E cali di tensione come quelli accusati contro il Bayer Leverkusen o il Bate Borisov potrebbero davvero costare cari.

NAPOLI (25 punti) – PRO: un nome su tutti: Gonzalo Higuain. Il Pipita, dopo un’estate turbolenta, ha trovato il giusto feeling con Sarri e sta ripagando l’ambiente azzurro con una stagione incredibile. L’attaccante argentino è il degno terminale del gioco napoletano, un gioco che l’ex tecnico dell’Empoli ha plasmato a sua immagine e somiglianza e che, dopo le iniziali difficoltà, sta dando i suoi frutti. I partenopei, grazie anche al ritorno di un leader come Pepe Reina, sembrano in grado di disputare un’annata importante sia in Italia che in Europa. Quattro vittorie (Lazio, Juventus, Milan e Fiorentina) e una sconfitta (Sassuolo) il cammino contro le dirette rivali. CONTRO: la mancanza di un vice Higuain e qualche malumore di troppo tra i giocatori. Purtroppo, per quanto sia un ottimo giocatore, Gabbiadini non è il sosia del Pipita, se poi mai ne esistessero, e quindi il suo inserimento comporta un cambiamento nel gioco del Napoli. Inoltre le proteste dello stesso Gabbiadini, di Insigne, Mertens sembrano indicare che non ci sia una totale serenità del gruppo. Problemi però, finora, mascherati anche dalle vittorie.

SASSUOLO (22 punti) – PRO: il bel gioco e la sfrontatezza del non aver nulla da perdere. I neroverdi sono lì nell’élite del calcio e vi sono con pieno merito, frutto dell’ottimo lavoro della società e della sapienza tattica di Di Francesco, ormai icona ed idolo del popolo emiliano. Il Sassuolo gioca sempre a viso aperto contro tutto e tutti e cerca di imporre il proprio gioco sia tra le mura amiche che fuori casa. Un cliente scomodo per chiunque vista anche la qualità della linea offensiva. Tre vittorie (Napoli, Lazio, Juventus, un pareggio (Roma) ed una sconfitta (Milan) negli scontri diretti. CONTRO: una rosa corta e la mancanza di esperienza ad alti livelli. Berardi e compagni potrebbero pagare questi fattori nella lunga corsa verso lo scudetto. Sicuramente però potranno dire la loro nella corsa ad un posto in Europa.

MILAN (20 punti) – PRO: Sinisa Mihajlovic. L’allenatore serbo è il vero fattore aggiunto dei rossoneri che dopo due anni travagliati vogliono tornare a primeggiare in Italia. Un folto gruppo di italiani, la grinta e le idee del suo allenatore ed un bomber vero come Carlos Bacca potrebbe consentire al Milan di inserirsi nella lotta per il vertice. Due vittorie (Sassuolo, Lazio) e tre sconfitte (Fiorentina, Inter, Napoli) il bilancio rossonero nei big match. CONTRO: la mancanza di leader, giocatori forse sopravvalutati e aspettative enormi nei confronti dei giovani. Problemi tutti di carattere mentale, oltre che tecnico perché la rosa del Milan è buona ma non eccezionale, sono i grandi impedimenti che i rossoneri si troveranno ad affrontare da qui a maggio.

JUVENTUS (18 punti) – PRO: è la Juventus, è la squadra che da 4 anni domina in Italia ed è la finalista di Champions. La mentalità bianconera non è paragonabile a nessun’altra squadra ed in un campionato senza un padrone, nonostante una partenza da incubo, Buffon e compagni hanno tutte le carte in regola per rientrare nel gruppo delle prime e giocarsela fino alla fine. Un pareggio (Inter) e tre sconfitte (Roma, Napoli, Sassuolo) per i bianconeri che non hanno ancora vinto uno scontro al vertice. CONTRO: la perdita contemporanea di tre leader come Pirlo, Vidal e Tevez hanno, di fatto, destabilizzato la squadra decisamente impoverita sotto l’aspetto tecnico ma soprattutto di personalità. Inoltre la storia parla contro Allegri: al secondo anno il tecnico toscano ha quasi sempre fallito la stagione.

LAZIO (18 punti) – PRO: in teoria i biancocelesti non sembrano poter competere per lo scudetto ma anche lo scorso anno Pioli era partito male per poi chiudere in trionfo con la conquista del terzo posto. Gli uomini sono gli stessi con l’aggiunta di giovani di valore come Milinkovic Savic e Kishna. A Candreva e compagni basterebbe una piccola striscia positiva per rientrare definitivamente nel gruppone. Solo sconfitte (Napoli, Sassuolo, Milan Roma) per i laziali nelle partite di cartello. CONTRO: l’infortunio di De Vrij, i malumori dei big, da Candreva a Felipe Anderson a Biglia, l’età di Miro Klose. Tutti dati che, insieme a rinforzi di spessore per fare il salto di qualità, spiegano il momento di crisi della Lazio che, se non ci sarà un’inversione di tendenza repentina, potrebbe acuirsi ancora di più.