Coronavirus, Marcolin in lacrime: “Avrei voluto stargli vicino”
Coronavirus Marcolin | Dario Marcolin, ex giocatore di Lazio e Napoli e attualmente commentatore tecnico di DAZN, in un’intervista rilasciata ai colleghi del Corriere dello Sport descrive la tragedia che lo ha colpito: è morto di Coronavirus il padre. Marcolin dunque, testimone che ha sperimentato da vicino il dramma di questa pandemia, racconta:
“Gli ultimi due giorni non ha più risposto, era sensibilmente peggiorato. Chiamavamo il reparto e le risposte erano ‘è stabile’, ‘non bene’, infine ‘non è cosciente’. Una discesa inarrestabile. Quando abbiamo chiesto se fosse questione di ore o di giorni, ci hanno detto ‘di ore’. Gianca se n’è andato in due settimane, è morto mercoledì, era entrato in ospedale, alla nuova Poliambulanza di Brescia, giovedì 12″.
Com’è iniziato tutto
“Prima un po’ di febbre. Era un soggetto a rischio, e non solo perché aveva 75 anni. Pesava centocinquanta chili, era un omone di oltre un metro e ottanta e soffriva di ipertensione. Il virus ha trovato terreno fertilissimo. Nei primi giorni dall’ospedale ci avevano suggerito di monitorarne le condizioni a casa. Al quarto giorno di febbre, 39 e mezzo-40, mio fratello, che lavora nella cosmetica, si è fatto dare dalla socia la macchinetta che misura la saturazione dell’ossigeno nel sangue. Il valore minimo è 92, mio padre aveva 78. Quando l’abbiamo comunicato all’ospedale sono andati a prenderlo immediatamente. Aveva con sé il cellulare, lo sentivamo con una certa frequenza, si toglieva la mascherina per l’ossigenazione e ci parlava. Pian piano le telefonate si sono diradate e accorciate. Dopo trenta secondi non ce la faceva più. Quando è peggiorato sono ricorsi alla morfina sottocutanea, non accettava la maschera, quella che volgarmente chiamano da palombaro, Non la tollerava proprio. Diceva che un minuto con quell’aggeggio sembra un anno. Eravamo preparati al peggio. Ma il peggio non è mai come te lo immagini. Non avrò nemmeno la possibilità di dargli un bacio sulla fronte. Nelle nostre stesse condizioni si trovano tutti quelli che hanno perso qualcuno che amavano. Non incolpo nessuno, non è una situazione normale quella che stiamo vivendo”.