Coronavirus Ciclismo, Van den Spiegel: “Il Fiandre vale 40 milioni”
Ciclismo Van den Spiegel Fiandre | Quaranta milioni di euro è il riferimento del valore economico complessivo per il Belgio, indotto compreso, del Giro delle Fiandre. Lo rivela con dovizia di particolari l’edizione oggi in edicola che per dare contezza dei danni economici, oltre che quelli ormai chiari a livello sociale, sta generando nel mondo del ciclismo l’emergenza coronavirus. Per meglio dettagliare la questione il quotidiano sportivo di Milano ha intervistato Tomas Van Den Spiegel amministratore delegato di Flanders Classic, la società che organizza la «Ronde». Nato a Gand ha giocato a basket a ottimo livello.
Diverse le esperienze italiane: Fortitudo Bologna, Virtus Roma, Olimpia Milano. In bacheca
spiccano i due successi dell’Eurolega con il Cska Mosca (2006 e 2008). Ecco cosa ha raccontato.
Le parole di Van Den Spiegel
Quanto è stato difficile rinviarlo a data da destinarsi? «Molto. Sarebbe stato il mio
terzo da amministratore delegato. Però dobbiamo essere sinceri, ci sono cose più importanti che hanno la priorità. In gioco c’è la salute pubblica. Non si poteva fare altrimenti. Io sono a Gand, e qui ci sono le stesse restrizioni dell’Italia. Chiusi in casa. Aspettiamo almeno il 15 aprile e speriamo che vada meglio».
Che sensazione è stata dovere arrendersi? «Flanders Classic è una realtà medio grande (organizza tra le altre corse pure la Gand-Wevelgem) e ci sono decine di persone che lavorano tutto l’anno per degli eventi di 5-6-7 ore. L’identificazione è totale. Sa quando una cosa preziosa le sfugge dalle mani? Ecco, così. Ma dobbiamo fidarci degli scienziati, dei virologi, di chi ne sa più di noi. E delle scelte dei governi».
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Il danno economico
Il Fiandre è un fenomeno economico per certi versi unico nel ciclismo. Quanto vale? «Ci sono tante voci che ne compongono il bilancio, a cominciare dai pacchetti speciali economici, cari e carissimi che permettono di vedere la corsa da posizioni privilegiate. Ma non dimentichiamo che col bel tempo superiamo il milione di spettatori in strada. Camere d’albergo, ristoranti, bar, pubblicità… siamo sui 40 milioni».
State pensando a quando si potrebbe disputare nel 2020? «Prima di questa domanda ce n’è un’altra: quando potrà riprendere regolarmente l’attività ciclistica professionistica?».
Secondo lei? «Maggio… direi troppo ottimistico. Giugno… speriamo, sì, ma ora non si può dire. Anche perché il gruppo in questi anni è diventato sempre più internazionali e si devono mettere in conto scenari diversi dell’evoluzione della pandemia a seconda delle Nazioni».
L’intervista completa nell’edizione cartacea della Gazzetta dello Sport