Coppa Italia, quando la riforma?

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Lazio Lotito

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Alzi la mano chi di noi malati di calcio non ha mai visto “Il maledetto United”,, un bel film ambientato in Inghilterra negli anni settanta che parla dell’odio che poi si trasforma in amore, dell’allenatore Clough verso il Leeds che allora vinceva tutto.

Odio perchè era il rivale di quella squadra essendo allenatore del Derby County, che poi si trasformerà in amore in quanto sarà scelto per allenare proprio i rivali, ma verrà esonerato dopo poche giornate in quanto i suoi metodi non erano graditi ai giocatori della vecchia guardia.

Ma l’episodio che mi è rimasto più impresso è quando per radio un pomeriggio si attendeva l’esito del sorteggio della FA Cup, che per gli inglesi è la competizione calcistica più importante; non appena lo speaker pronunciò il match Derby-Leeds, fu festa, la squadra più forte andava a giocare in uno stadio di Championship. Il giorno della partita ovviamente stadio pieno in ogni ordine di posto, e Derby che vinse meritatamente quel match tanto desiderato dal suo allenatore.

Questo è lo spunto dell’articolo odierno, cioè riformare l’attuale format della Coppa Italia, che non piace a nessuno, fa vincere più o meno le stesse squadre, ed oltretutto in TV si assiste ad un match privo di spettatori e tifo. Penso che i tifosi di Cosenza, Rimini o Bassano sarebbero felici di veder giocare un top team, Juve o Inter che sia, i bambini sarebbero entusiasti di vedere da vicino i loro idoli, ma ciò in Italia non è possibile.

Basterebbe una piccola riforma che preveda sorteggio del turno, e la squadra più debole giochi sempre in casa contro quella di maggior spessore o meglio piazzata in campionato, lo stadio sarebbe pieno e ci sarebbero più incassi anche per la lega.

Esempio lampante di tutto ciò è la fotografia di un San Siro deserto contro il Crotone che si è riempito grazie solamente ai 5000 venuti dalla Calabria per sostenere i rossoblu. E se il match fosse stato disputato a parti invertite ? Penso che sarebbe stato un bello spettacolo di tifo e di pubblico.

Speriamo comunque nel buonsenso, e nel ripensamento dei dirigenti italiani perché ciò è possibile, e magari poter vedere il Calais di turno arrivare in finale e magari vincere la competizione. Perché non può esistere uno stadio senza pubblico e tifo!