Contratto, questo sconosciuto

C’era una volta un calcio fatto di bandiere. Storie di giocatori legati a vita da un contratto, che dopo anni veniva rinnovato e rispettato senza alcuna polemica. Era il calcio dei vari Del Piero, Maldini, Zanetti, forse le tre ultime vere bandiere del calcio italiano, insieme a Francesco Totti, all’ultimo anno di contratto con la sua amata Roma. L’ottavo Re di Roma però è l’ultimo esempio di un calcio che non c’è più, un calcio fatto di contratti rinnovati a fior di milioni e poi non rispettati. L’ultimo in ordine di tempo è legato alla situazione di Mauro Icardi, bomber dell’Inter di Roberto Mancini, che tramite la voce della sua procuratrice (o moglie, fate voi) Wanda Nara non ha fatto mancare le polemiche per un adeguamento di contratto richiesto e mai arrivato da parte della società nerazzurra. Il problema di fondo nasce dal contratto dell’attaccante argentino, che appena un anno fa ha messo la sua firma sul prolungamento con l’Inter fino al 2019 e che ora starebbe nuovamente puntando i piedi per ottenere ancora di più (Icardi guadagna attualmente 3.2 milioni l’anno).

Ma non c’è solo Icardi a tenere banco nel calcio odierno. Basti pensare al Re dei procuratori, ossia quel Mino Raiola che dopo qualche mese è sempre pronto a bussare alle porte delle società dei suoi assistiti per chiedere ritocchini verso l’alto. Come non pensare a Paul Pogba, fiore all’occhiello del procuratore olandese, che ogni estate è sempre in procinto di lasciare la Juve o a Zlatan Ibrahimovic, che nonostante i 35 anni suonati, ha appena firmato un contratto annuale col Manchester United alla cifra monstre di 16 milioni. Grazie al lavoro oscuro (e non) del procuratore, il contratto sportivo perde di valore e assume la validità di un semplice specchietto per le allodole. Gli sbandierati contratti quinquennali diventano un per ora resto, poi vediamo. Insomma non è lo sposare un progetto, ma lo scegliere di rimanere solo se alla fine della stagione il mio contratto sarà adeguato. Ed è in questo caos che ci torna in mente il calcio che ci piace, le immagini dei vari Del Piero, Maldini e Zanetti, che nascono, crescono e diventano campioni con una sola maglia e che se ne fregano di contratti ben più ricchi e convenienti.