Conte vs Allegri: chi è il migliore?

Tre scudetti a due; 273 punti in classifica conquistati in tre anni contro 175 in due stagioni (ma con due partite ancora da giocare); cinque titoli (tre scudetti, due Supercoppe italiane) tra le stagioni 2011/2012 e 2013/2014 e quattro in quelle due successive (due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa ed una finale di Coppa Italia ancora da disputare); un quarto di finale ed una semifinale di Europa League nel primo triennio, una finale di Champions League persa giocando almeno 20 minuti alla pari con una delle squadre più forti di sempre lo scorso anno ed un’uscita a testa altissima (ma con molto rosicamento) negli ottavi della stessa competizione poco più di due mesi fa; un futuro blues da una parte, un futuro ancora bianconero dall’altra: questa è la storia di Antonio Conte e di Massimiliamo Allegri, i due allenatori che hanno contribuito a portare la Juventus nella storia del calcio italiano negli ultimi cinque anni.

Al netto degli scudetti, è giunto il momento di fare un paragone tra le due Juventus: meglio quella “contiana” o meglio quella “allegriana”? E’ sempre brutto fare paragoni tra allenatori, visto che ogni tecnico è diverso a modo suo per tattica, visione e lettura delle partite, atteggiamento in campo e motivazioni fuori. Eppure, s’è da fare visto che stiamo parlando di due tra i migliori allenatori italiani in questi primi sedici anni del XXI secolo.

Antonio e Max, così lontani così vicini e…così in gamba. Entrambi hanno due record: un campionato vinto con zero sconfitte ed un altro con il record di punti conquistati (102) il primo; campione d’Italia partendo con 1 punto nelle prime tre partite e poi chiudere davanti a tutte facendo un super filotto di ventitre vittorie ed un pareggio nelle ultime ventiquattro partite giocate in campionato (ed ancora due da disputare contro avversari abbordabilissimi).

Ai punti vince però Allegri per molte ragioni: si è preso in carico una patata bollentissima, ovvero diventare allenatore della Juventus dopo che Conte è stato chiamato ad allenare la Nazionale, giocando bene a calcio; quest’autunno era sulla graticola e qualcuno parlava di esonero, salvo poi smentire i detrattori; ha portato la Juventus in finale di Champions dopo undici anni e contro il Bayern Monaco i bianconeri sono usciti solo ai supplementari perché al 90′ Muller ha avuto molta fortuna nello sfruttare un attimo di debolezza della difesa juventina; è riuscito a portare la Juventus a sedersi nel famoso ristorante da 100 euro, cosa che Conte ha sempre rinfacciato alla società.

Si diceva che la Juventus di questa stagione avrebbe pagato dazio con le cessioni di Tevez, Pirlo e Vidal: la Juventus di quest’anno ha avuto un Dybala, un Khedira e un Cuadrado in più, l’obiettivo che Conte ha sempre voluto alla sua corte. Senza contare all’apporto del fu oggetto misterioso Alex Sandro e le reti di Mandzukic, Zaza e la consacrazione di Paul Pogba. Doveva arrivare Draxler, è arrivato Hernanes e forse quello è stato l’unico acquisto contestato dai tifosi alla società (soprattutto visto che arrivava dall’Inter).

In favore di Allegri il fatto che questa che sta volgendo al termine, è stata una stagione particolare in quanto dopo tanti anni la Serie A era tornata competitiva con tanti giocatori importanti approdati in estate (Dzeko e Salah; Kondogbia e Jovetic; Bacca e Romagnoli solo per fare qualche nome…costoso). All’inizio la Juve ha sofferto stabilendo il record del peggior inizio di campionato negli ultimi cento anni (!) ma poi la trasferta amara di Sassuolo ha fatto capire che era terminato il periodo dei “pellegrini” (Buffon dixit) e che era giunto il momento di fare sul serio: 76 punti consecutivi da allora sono un qualcosa di inimmaginabile. Sopratutto nessuno poteva immaginarlo dopo il gol del pareggio di Blanchard al 92′ nella partita casalinga contro il Frosinone.

Rispetto a Conte, Allegri sta facendo di più: se il 21 maggio la Juventus dovesse vincere la Coppa Italia, non solo sarebbe l’undicesima della sua storia, ma sarebbe anche la seconda volta che una squadra fa il double nazionale, con buone possibilità poi di vincere anche la Supercoppa italiana a dicembre. Juve padrona d’Italia ma con ancora molto da sistemare in Europa.

La Juventus, non ce ne vogliano i tifosi delle altre squadre, non solo è la squadra più forte di tutte ma è la più Squadra di tutte: spogliatoio unito, mai nessuna polemica, nessuna contestazione, tutte cose che altre squadre le invidiano. Poi ovviamente tutto questo è dovuto anche al fatto che negli ultimi cinque anni la squadra ha vinto cinque titoli di fila e quando si vince va sempre tutto bene.

Con Allegri la Juventus ha scoperto però l’acqua calda: con la difesa a quattro vai avanti in Europa, con quella a tre fai bene solo (forse) in Italia. Conte nei suoi tre anni ha sempre schierato un 3-5-2 che gli ha fatto fare figure poco esaltanti in Champions ed Europa League. “Come può un difensore in più fare la differenza?” E’ un caso o no se tutte le squadre più forti d’Europa giocano “a quattro” dietro? E il raggiungimento della finale di Berlino lo scorso anno ne è stata la prova. Poi per carità, la Juve ha perso contro una squadra (il Barcellona) che anche se giocava con cinque difensori avrebbe perso ugualmente. Però intanto, se vale il discorso dei punti, altri punti in cascina per “acciughina”.

Conte rimane un ottimo allenatore, lanciato ora anche a livello europeo: dopo l’Europeo, come tutti sapranno, si accaserà in un Chelsea che, dopo diciotto stagioni consecutive, non disputerà le coppe europee. Proprio come la sua prima Juventus. L’ormai ex tecnico della Nazionale ha le carte in regola per fare bene anche a Londra, anche anche al munifico Abramovich che gli darà un bel po’ di sterline per fare una squadra all’altezza dei blues. Non a caso il tecnico salentino ed il magnate russo hanno bussato dalle parti di corso Galileo per portare in Premier Bonucci, Pogba e Cuadrado (che è in prestito dai londinesi). Anche Allegri piace all’estero (si vociferava un suo approdo al PSG o al Real Madrid, con un occhio anche alla Nazionale italiana), ma dovrebbe rimanere a Vinovo. Condizionale sempre in uso, anche se le due parti dovrebbero trovare l’accordo a breve.

Quindi, meglio Allegri o meglio Conte? I fatti danno ragione al primo, più calmo e più forte rispetto all’ex giocatore bianconero e con l’esasperazione del gruppo a scapito dei singoli che giocano per la squadra (quante volte i giocatori titolari dopo un gol hanno abbracciato quelli in panchina che si pensava dovessero partire titolari?), l’opposto di come avveniva con Conte. Magari il futuro tecnico del Chelsea dovrebbe cambiare la sua parte comunicativa (è un vero autogol l’aver confermato il passaggio ad un altro club con un Europeo ancora da giocare), mentre il livornese dovrebbe essere più cinico e sfrontato (come invece è sempre stato il salentino). Ma tant’è: Antonio e Max due facce della stessa medaglia (vincente).