Conte-Capello: la guerra fredda bianconera

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Noi giornalisti spesso esageriamo con i termini bellici ma il fermento che in questi ultimi giorni ha scosso l’ambiente juventino è molto più che una semplice schermaglia legata al gioco. Tra Conte e Capello lo scontro iniziò nel 2004, quando l’attuale allenatore della Russia prese il posto di Lippi sulla panchina bianconera. Conte aveva un’opzione per il rinnovo del contratto, che Capello rifiuta, allora il giocatore pugliese chiede di essere almeno inserito nello staff tecnico, ricevendo un altro secco no da Don Fabio. Dopo otto anni Conte può prendersi la rivincita sul negazionista Capello: vittoria dello scudetto al primo e al secondo anno, proprio come il rivale, e rincorsa verso un probabile terzo campionato, là dove Calciopoli fermò il ct ex Real. La controffensiva di Capello arriva già dall’anno scorso in cui sminuì i successi della Juve, data l’assenza di competitors (termine suo). Dopo un anno di silenzio Conte ha lanciato l’attacco finale, accusando Capello per il brutto gioco espresso e per la correttezza delle sue decisioni.

Intanto il fronte bianconero si divide in due fazioni: l’alleanza tra Capello e Moggi, quest’ultimo ha sancito l’abisso tra la Juve di Capello e quella di Conte, e ha invitato il tecnico pugliese a rivedere la Nazionale 2006 composta dal blocco della vecchia signora. Al duo “anni d’oro” si aggiungono anche le critiche dal rivale storico Montella, che invita Antonio Conte ad accettare le critiche. Dall’altra parte abbiamo l’intesa tra Conte e Bonucci che ha da poco difeso il suo mister definendolo come la fortuna della Juve di oggi; “Senza Antonio” – dice il difensore – “Ora la Juve sarebbe ancora quel progetto irrealizzato che è stato negli anni passati, alla ricerca inutile di un ritorno al passato”

Punti di vista in chiaro scuro, o meglio bianconeri, agli almanacchi l’ardua sentenza per i trattati di pace.