Conte al veleno: “Della Juve di Capello ricordo solo gli scudetti revocati”

Accettare dalle critiche del maestro? No, grazie. Secca e puntuale, al termine della vittoria con il Chievo, è arrivata la risposta di Antonio Conte alle accuse lanciate in settimana dal ct della Russia, Fabio Capello. “Io uso il pugno duro perché dai miei uomini pretendo sempre il massimo, può capitare un passaggio falso come quello col Verona ma non deve essere frutto di un calo psicologico. Degli anni di Capello nessuno ricorda il bel gioco ma solamente lo scandalo Calciopoli.” Queste le parole taglienti rilasciate dal tecnico pugliese al termine del match vinto dai bianconeri.

Conte non difende solo il suo operato ma anche i suoi giocatori: “I fischi a Giovinco sono incomprensibili. Bisogna farsi tutti un esame di coscienza, perché contro il ragazzo c’è anche una campagna mediatica che indica a svilirne l’immenso talento. Guai a chi mi tocca i miei ragazzi.” Conte padre padrone insomma della sua Juve. Sinora il pugno di ferro in campionato paga; e d’altronde che un mister pretenda massima concentrazione dai suoi, in una stagione in cui dei cali di atteggiamento hanno portato via la Champions League, non sembra poi così inopportuno, anche a costo di saltare i giorni di riposo.