I Los Angeles Clippers sono finiti sotto inchiesta da parte della NBA riguardo il reclutamento di Kawhi Leonard. Il tutto nasce da una causa legale avviata da tale Johnny Wilkes.
L’uomo, un sedicente amico molto stretto dello zio del giocatore, all’epoca molto attivo nelle discussioni contrattuali, racconta come Jerry West gli avrebbe promesso oralmente 2.5 milioni di dollari in cambio di aiuto nel convincere Kawhi ad unirsi ai suoi. L’equivoco nasce anche dal ruolo di West stesso, ritenuto da molti la testa della franchigia, ma nella realtà dei fatti un semplice consulente del proprietario Steve Ballmer.
Ora, la franchigia rischia che dall’indagine condotta dalla lega emergano “Contatti indiretti”, che l’articolo 35A identifica come “comunicazioni indirette proibite sostenute tramite intermediari.” La pena potrebbe arrivare fino ai 10 milioni di dollari di multa e alla perdita di scelte future al Draft.
Gearin' up for the preseason finale. pic.twitter.com/JdeEEkG667
— LA Clippers (@LAClippers) December 18, 2020
Comunque, i Clippers hanno rilasciato una nota ufficiale a riguardo: “La causa avviata da Johnny Wilkes è piena di imprecisioni e accuse infondate. I Clippers stanno collaborando completamente con la NBA nella sua investigazione, che rappresenta uno standard in caso di accuse come quelle che abbiamo ricevuto. I Clippers stanno fornendo prove della falsità delle accuse stesse.”
Anche Leonard, incalzato in merito in seguito all’ultima uscita di pre-season dei suoi, ha affermato: “Questo non c’entra nulla con me. Nessuno mi ha convinto ad unirmi ai Clippers.” ha poi aggiunto “Io sono di L.A. Sono cresciuto qui, e so che ci sono persone che proverebbero di tutto per rubarti qualche soldo. Non sarà l’ultimo, conosco molte persone.”