Ore di shock per quel che riguarda lo sport russo e non solo. La WADA, Agenzia Mondiale Antidoping, ha accusato la Russia di aver messo in piedi una sorta di doping di stato, mediante il quale favoriva le prestazioni in primis per i suoi atleti impegnati nelle competizioni di atletica leggera, ma che ha riguardato anche le performance degli atleti Olimpici iscritti a Sochi 2014.
Un lunghissimo rapporto, addirittura 335 pagine, scritto da una commissione WADA indipendente, con a capo Dick Pound, ha confermato e provato le accuse che a fine 2014 aveva lanciato la TV teutonica ARD mediante un documentario.
I fatti sono di rara gravità. Oltre alla manipolazione dei test antidoping nell’ atletica leggera, pare che I servizi segreti russi (FSB) avrebbero presieduto le attività del laboratorio antidoping di Mosca durante gli scorsi Giochi Olimpici invernali.
Nel dossier si riportano anche dichiarazioni sconcertanti di alcuni membri dello staff. “L’ ultima volta a Sochi nel laboratorio c’ erano delle persone che si dicevano ingegneri, ma che in realtà erano dei servizi segreti”.
Oltre al settore degli sport invernali che entra nell’ occhio del ciclone, la Russia dell’ atletica rischia davvero grosso. Nel rapporto si consiglia alla WADA di dichiarare sin da subito la Federazione Russa non conforme alle linee dettate dal codice mondiale antidoping e di conseguenza si obbliga la IAAF (federazione internazionale dell’ atletica) di sospenderla dalle competizioni. Inoltre tutte le iscrizioni di atleti russi, fin quando non rientrino nei parametri del codice, sono da non prendere in considerazione. Scenario dunque che escluderebbe gli atleti da Rio 2016.
Ciò che piu’ fa pensare è un possibile beneplacito dello stato russo, fatti ancora da accertare. In questo caso non rischierebbe soltanto l’ atletica leggera…