Il ciclismo femminile ha avuto nel 2021 il suo anno magico, in cui anche un monumento del ciclismo maschile ha aperto le porte al gentil sesso. La Parigi-Roubaix femminile regala spettacolo ed emozioni alla sua prima edizione.
Pietre, fango, cadute ed emozioni in pieno stile nordico sono il contorno della prima edizione della Roubaix femminile. A vincerla è stata Lizzie Deignan, ma grandi protagoniste le nostre azzurre.
Roubaix femminile, la prima edizione fa crollare l’ultimo tabu’
Lizzie Deignan è incredula al traguardo dentro al velodromo di Roubaix. Non parla, il fango copre le lenti dei suoi occhiali e si è infilato nelle fessure del casco. La Parigi-Roubaix spostata ad ottobre è già di per se una novità e una non consuetudine, se poi a correrla sono delle ragazze il quadro della sorpresa è completato.
Lizzie Deignan attende, quasi come a volersi godere ogni istante che segue il suo arrivo solitario sotto lo striscione nel velodromo di Roubaix. Poi arriva la meravigliosa Longo Borghini, splendida 3° e sua compagna di squadra. Le due si avvolgono in un abbraccio che vale l’attesa sotto l’acqua uggiosa dell’ottobre belga. E’ un abbraccio sincero, tra chi sa di aver fatto un’impresa e chi questa impresa l’ha protetta poco più indietro.
Arrivano uno ad una, tutte le altre. Stremate dalle stilettate che il pavé provoca infilzando le braccia ad ogni sconnessione. Arriva la Bastianelli 5° e poi Marta Cavalli 9°. La prima molto esperta l’altra giovanissima, entrambe -come tutte- all’esordio qui a Roubaix.
La classifica esiste e testimonia la durezza di una corsa che rende il ciclismo femminile bello e spettacolare. Ma oggi a vincere, direi per distacco, è proprio tutto il movimento del ciclismo rosa che con Roubaix va a prendersi un altro Monumento.